IL CAPO DELLA DNA POTREBBE CORRERE COME PRESIDENTE DELLA SICILIA. INGROIA: PREMIO A BERLUSCONI? NO MERITI A CHI NON NE HA”
Piero Grasso e “il primato della politica”. Era l’estate scorsa, a fine agosto, e il procuratore nazionale antimafia si trovava a alla Festa del Pd di Torino per un dibattito sulla giustizia. A Palazzo Chigi c’era ancora Silvio Berlusconi. Grasso in quell’occasione esaltò “il primato della politica per la riorganizzazione della società”. Questo episodio, che incuriosì non poco i
presenti, è riafforato dalla memoria dei vertici democrat dopo l’esternazione radiofonica del capo della Dna: “
Darei un premio a Berlusconi per l’antimafia”. Parole clamorose, nonché “sconcertanti” per Piergiorgio Morosini, segretario generale di Magistratura democratica, che potrebbero costituire il preludio a un futuro impegno in politica di Grasso. Una sorta di endorsement preventivo. Ecco
Antonioa Ingroia: “
Non diamo meriti a chi non ne ha. Quella del premio a Berlusconi è una dichiarazione più politica delle mie”. A spingere Grasso in lista sono voci che si inseguono dall’inizio dell’anno. A gennaio, infatti, il magistrato rinunciò a correre per la procura di Roma e il suo passo indietro generò una domanda:
“Che farà Grasso quando nell’autunno del 2013 scadrà il suo mandato alla Dna?”.
Una risposta la diede lui stesso in un’intervista al Giornale di Sicilia:
“Non guardo a un’eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito una lista civica nazionale”. Insomma, un moderato della società civile. Come
Corrado Passera, il banchiere diventato ministro tecnico.
L’accostamento tra i due non è causale. Dopo la rottura con Silvio Berlusconi sul beauty contest delle frequenze tv, oggi Passera gioca in tandem con il solitario leader dell’Udc alias Partito della Nazione Pier Ferdinando Casini. E la partita Passera-Casini si inserisce nella complessa triangolazione che vede al centro la Grande Coalizione perpetua e in ogni caso si contende l’eredità del montismo. Gli altri due lati del problema sono
il ritrovato rapporto tra il Cavaliere e Luca di Montezemolo e la corte serrata del Pd allo stesso Casini. Il risultato delle varie combinazioni potrebbe appunto generare una lista civica nazionale con
Passera candidato-premier. E
Grasso sarebbe un ministro papabile in un eventuale esecutivo “civico”. Così come il cattolico Andrea Riccardi, già oggi al governo. Il gradimento centrista per il procuratore nazionale antimafia è confermato anche dalla frequentazione assidua tra questi e
Michele Vietti, esponente dell’Udc oggi vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.
Grasso aspirante ministro ma anche possibile candidato a
governatore della Sicilia. Lo scenario è legato alle dimissioni di Raffaele Lombardo, una volta rinviato a giudizio per concorso esterno alla mafia. È stato lo stesso Lombardo a prometterlo a fine marzo:
“Se il gup mi rinvierà a giudizio mi dimetterò”. In caso, quindi, di voto anticipato per le regionali siciliane, il nome di Grasso è gettonatissimo. Soprattutto negli ambienti del Terzo Polo che include l’Mpa dell’attuale governatore . L’ex procuratore capo di Palermo potrebbe guidare una versione siciliana della Grande Coalizione, ovviamente: terzopolisti, le due anime del Pd (quelle a favore e contro Lombardo), persino i pezzi del Pdl che ostacolano la candidatura dell’ex Gianfranco Micciché, oggi Grande Sud. Governo nazionale o siciliano, questo potrebbe essere il futuro politico di Grasso.
Le ambizioni del capo della Dna incarnano il nuovo trend dei professionisti della politica travestiti da moderati: pescare nella società civile per dare stabilità e continuità all’esperienza di Monti e arginare il fenomeno del grillismo, temuto in particolare dal Colle, grande protettore dei tecnici. Questa è la chiave per decifrare le tentazioni “civiche” che animano pure il centro e la destra, non solo la sinistra. Passera, Grasso, Montezemolo, Riccardi. Le prossime elezioni saranno un battesimo per molti. “Il primato della politica” rivendicato dalla società civile moderata va oltre il nascente “partito di Passera”. C’è anche chi vuole impegnarsi in prima persona con movimenti fondati ad hoc. Come quelli di Maurizio Zamparini, presidente del Palermo anti-Equitalia, e di Severino Antinori, ginecologo nemico di Renata Polverini, governatrice del Lazio.
Fabrizio d’Esposito - 15 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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