La perentorietà del verbo, quando il giudice dice: “Condanna!” è come una carezza che disegna un sorriso. Ma un sorriso amaro e a mezza bocca, perché non ci potrà essere alcuna speranzosa curiosità su ciò che sarà.
Nel 2123, quando alle vicende processuali dell’ex tizio criminale del consiglio, si potrà