mercoledì 30 maggio 2012

Rivolta web, ma la Parata si farà. Sobria

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SI CHIEDEVANO RISPARMI PER I TERREMOTATI. MONTI: IPOTESI AUMENTO BENZINA

Sobri, ma comunque alla meta. Si potrebbe riassumere così l'intento del Quirinale di celebrare lo stesso, nonostante i nuovi morti per il terremoto, la festa della Repubblica del
2 giugno. Ieri, mentre sul web (ma anche in gran parte del mondo politico) si scatenavano richieste a cascata di eliminare la tradizionale parata ai Fori Imperiali per devolvere i 2,6 milioni di euro alla ricostruzione dell'Emilia devastata, dal Friuli, Giorgio Napolitano
faceva sapere invece di voler celebrare comunque la ricorrenza, ma di volerlo fare – appunto – con “maggiore sobrietà”. A partire dal dedicarla alle vittime del sisma. "Noi celebreremo il 2 giugno – ecco le parole del capo dello Stato – perché la Repubblica deve dare conferma della sua vitalità e della sua forza democratica". Da notare - paradosso - che dopo il terremoto del Friuli del 1976 invece la parata del 2 giugno venne annullata, per lasciar spazio a una semplice deposizione di corone di fiori davanti al Milite Ignoto.

Ricevimento al Quirinale
Resta da accertare come verrà declinata questa decantata “sobrietà”. E che, comunque, dovrà essere ben visibile per non stridere con quella giornata di lutto nazionale che il Consiglio dei ministri di questa mattina dichiarerà per lunedì 4 giugno. Di sicuro, comunque, l'annullamento della parata non avrebbe coinciso con un effettivo vantaggio economico per le popolazioni terremotate; il denaro destinato alla festa è stato in gran parte già speso. Per dire: dei 2,6 milioni complessivi, 900 sono solo per il costo delle transenne che in gran parte sono già state montate, e un altro 30% è per gli straordinari dei militari impegnati che sono giorni che stanno provando la kermesse. In pratica, c'è rimasto poco o niente. Ma sarebbe stato un bel segnale. Così come sarebbe stato un altro segnale importante annullare anche il ricevimento al Quirinale, che invece si terrà comunque, sempre declinato con la già decantata sobrietà.


Chi, invece, è stato chiamato a non dimostrarsi affatto sobrio nell'aprire i cordoni della borsa è il premier Monti - sembra confermato il rinvio degli adempimenti fiscali ed anche quelli per il pagamento di mutui -, a cui Bersani ha quasi intimato di “tirare fuori un decreto in 48 ore” per far fronte all'emergenza. Questa mattina, il governo varerà un provvedimento per sdoganare parte dei fondi destinati alla riforma della Protezione civile che è ancora in fase di approvazione in Parlamento. E nelle ore di questa “rilettura” del testo della legge, potrebbe anche arrivare un mini-aumento dell'accisa sulla benzina: 2-3 centesimi, inferiore ai 5 massimi previsti dalla riforma della Protezione civile, ma è tutto da discutere. Perché la coperta è comunque molto corta, e anche il denaro contenuto nel fondo d'emergenza di Palazzo Chigi è ormai ridotto ai minimi termini.

Sara Nicoli - 30 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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