martedì 1 maggio 2012

Sprechi - Enti inutili: tutti li cancellano ma sono sempre lì

LA PRIMA LEGGE DI RIORDINO È DEL 1956. NE HANNO FATTE ALTRE SETTE, MA I RISPARMI SONO PARI A ZERO

Bisogna tagliare la spesa, basta con le tasse e le tariffe che impoveriscono i redditi medio-bassi. Ieri sul Corriere della Sera ce lo ha spiegato un importante esponente del socialismo
europeo come Giulio Tremonti, recentemente risvegliatosi dalla malattia che l’aveva costretto in questi anni nel ruolo di ministro dell’Economia di un governo di destra che per le sue manovre economiche ha molto agito sulla leva fiscale a danno dei meno abbienti. Curioso,
 comunque, che l’intervista promozionale (il nostro ha appena dato alle stampe l’ennesimo libro) arrivi nelle edicole lo stesso mese in cui il Servizio per il controllo parlamentare della Camera pubblica un dossier che lo riguarda da vicino. Avete presente gli enti inutili? Le sforbiciate annunciate negli ultimi dieci anni ne hanno cancellati o riordinati solo 37 – una decina dei quali sotto il governo Monti – ma comunque creandone quattro nuovi. Un po’ poco per la straordinaria produzione normativa sul tema.

La prima legge “taglia-enti” pare risalga addirittura al 1956, ma nel nuovo millennio il legislatore non ha badato ad articoli e commi: una legge nel 2002, una nel 2007 (governo Prodi), un paio nel 2008, poi ancora nel 2009 e altre due nel 2010. Fu introdotta anche la famosa “ghigliottina”, così la chiamavano Pdl e Lega: o il governo trova un nuovo assetto meno costoso e con compiti chiari per queste strutture o verranno abolite d’ufficio alla data X (le proroghe si sono sprecate). Risultato: ad oggi “non risultano casi di soppressione conseguenti ai procedimenti di riordino e soppressione inizialmente previsti dall’originaria norma taglia-enti”, scrivono i tecnici di Montecitorio, “tutti gli enti soppressi lo sono stati mediante specifica norma di legge” e molti sono enti previdenziali alla fine riassorbiti nella nuova super-Inps.

Sembra impossibile che i funzionari della Camera parlino della stessa materia su cui – era il 28 ottobre 2009 – l’allora ministro Roberto Calderoli ebbe a dichiarare che “a fine mese succederà una cosa che non è mai successa in Italia: cadrà la ghigliottina sugli enti inutili che non si sono ristrutturati, non hanno chiuso, non hanno ridotto il personale e non hanno tagliato le spese”. Già nel luglio di quell’anno, sul Giornale, aveva dato i numeri precisi, per così dire: “Scompariranno circa 34 mila enti inutili che bruciano risorse solo per sopravvivere”.

L’anno dopo doveva essere successo qualcosa, perché questi benedetti enti inutili secondo Calderoli erano diventati solo 714, ma comunque il dentista bergamasco prometteva mannaia, ghigliottine, sale sulle rovine. Macché: il nostro era riuscito a scrivere 29 decreti di riordino per altrettanti enti, ma glieli hanno bocciati. Quei cattivoni del Consiglio di Stato hanno detto che erano scritti male, cioè che violavano i criteri stabiliti per legge sempre dal duo Calderoli-Tremonti. Non manca qualche caso assolutamente straordinario, deliziose pochade in salsa burocratica. C’è l’Istituto per il commercio estero: abolito da Tre-monti, resuscitato da Tremonti, trasformato in Agenzia dai bocconiani. Poi c’è il fantastico caso dell’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa): la Finanziaria 2007 l’aveva chiuso e accorpato insieme agli Istituti regionali di ricerca educativa (Irre) nella nuova Ansas (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica). Nel luglio 2011, però, il colpo di scena: dal settembre 2012 via l’Ansas, torna l’Indire.

Anche i professori non si sono fatti mancare un po’ di suspense. Tra gli enti aboliti dalla manovra di dicembre, infatti, risultavano anche i tre Consorzi per i laghi del Ticino, dell’Oglio e dell’Adda con relativi presidenti e consiglieri: venivano accorpati in un unico Consorzio per i laghi prealpini. Finito? Neanche per sogno. Passano due mesi e il Milleproroghe approvato a gennaio riporta tutto alla situazione di partenza: via il Consorzio nazionale, bentornati i tre precedenti. I ragazzi dei laghi, d’altronde, sono in ottima compagnia: ancora attivi sono quelli dell’Ente nazionale gente dell’aria, dell’Istituto nazionale per le case degli impiegati dello Stato costituito nel 1924 o dell’Ente nazionale per l’addestramento dei lavoratori del commercio (questo per non parlare della Cassa conguaglio zucchero o dell’Ente Colombo, quello di Genova 1992). Insomma, un decennio di legislazione buttato a mare: se gli enti che non esistono più sono 37, i risparmi attesi sono quantificati solo nel caso della Super-Inps (250 milioni da qui al 2014). Un po’ meglio è andata coi tagli alle poltrone in enti, Autorità e Agenzie voluti da Monti: 353 poltrone in meno. Però solo quando saranno naturalmente scaduti gli incarichi di chi ci sta seduto oggi.

Marco Palombi - 1° maggio 2012 - Festa dei Lavoratori
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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