venerdì 25 maggio 2012

I VECCHI PARTITI DEVONO SPARIRE (di Bruno Tinti)

Ci sono state le elezioni e i partiti ne sono usciti a pezzettini. Ha votato una parte piccola del paese; ma sarebbe una coincidenza quasi impossibile che in tutti i luoghi in cui si è votato, e solo in quelli, gli elettori ne avessero piene le scatole dei partiti in genere e
di B&C in particolare. Così possiamo supporre ragionevolmente che, nel 2013, tutta questa gente sparirà più o meno definitivamente. E secondo me è una cosa buona. Cerco di spiegare perché.


1) La classe politica italiana è composta da almeno 20 anni dalle stesse persone. In altri termini si tratta di gente che ha trovato nella politica una soluzione esistenziale: non un lavoro ma un’occupazione. E, come tutti sanno, un’occupazione molto ben remunerata.

2) Il tasso di criminalità della classe politica italiana è superiore a quello delle più degradate periferie cittadine. Si va da partecipazione o concorso esterno in associazioni mafiose a corruzioni diffuse, da voti di scambio a finanziamenti illeciti, da abusi di ufficio a traffico di influenze. L’abuso costante del diniego di autorizzazioni ad arresti e perquisizioni configura poi, considerata l’evidenza delle prove raccolte nei confronti dei politici di volta in volta inquisiti, un vero e proprio favoreggiamento.

3) Naturalmente una parte (non so quanto grande) di politici è composta da persone per bene. Il punto è che, in questi 20 anni (mi pare inutile risalire a epoche anteriori ma il discorso non cambierebbe), queste persone per bene non sono mai riuscite a neutralizzare le persone per male. Che siano state conniventi, pavide, incapaci, calcolatrici (magari domani tocca a me, meglio non stabilire precedenti...), sta di fatto che non hanno impedito la consumazione di veri e propri crimini e l’emanazione di leggi realizzate all’esplicito scopo di tutelare gli interessi privati dei loro colleghi o di amici e finanziatori di questi.

4) La criminalità e l’incapacità si sono saldate e hanno prodotto un costante malgoverno. L’evasione fiscale è restata impunita e la spesa pubblica è cresciuta a dismisura per ragioni clientelari, vale a dire all’unico scopo di garantirsi consenso politico e successo elettorale. Così, il debito pubblico è arrivato ai livelli che ben conosciamo e che oggi strangolano la nostra economia. Le conseguenze del clientelismo, della disorganizzazione e del malaffare sono state ingigantite dalla crisi mondiale che i criminali e gli incapaci, ovviamente, non hanno saputo affrontare. Miseri all’interno e derisi all’estero, senza risorse e senza credito, abbiamo avuto la buona sorte di essere affidati a un governo “tecnico”. Forse le cure da cavallo che ci ha propinato ci salveranno dal baratro. Forse. Ma tra un anno Monti e i suoi se ne andranno.

5) Nessuno può ancora pensare che ai criminali e agli incapaci debba essere offerta un’altra opportunità. Dopo 20 anni di fallimenti e di crimini affidarsi alle stesse persone sarebbe insensato.

6) Non restano che le nuove leve, vale a dire i 5 Stelle e il loro padre spirituale, Grillo. Populista lui, inesperti loro? Può darsi. Urlare che un’imposizione fiscale molto elevata è peggiore del pizzo mafioso non è una frase infelice, una momentanea idiozia; è la spia di un preoccupante progetto politico. Ma tutti questi hanno un vantaggio incommensurabile sui professionisti della politica: non si sono ancora rivelati criminali o incapaci. Forse succederà; ma, al momento, si può sperare di no. Con gli altri non c’è speranza.

Bruno Tinti - 25 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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