È tragicomico. In realtà più tragico che comico, sentir parlare di rinnovamento in casa berlusconista. Evoca in me, al massimo, immagini della storia recente, di quella Genova in cui vennero imposti i teloni dipinti per camuffare le facciate dei palazzi con l’intonaco sbiadito, o l’ordinanza che proibiva di stendere mutande ad asciugare
Leggo tutti i giorni con molta attenzione, non tanto le notizie sempre uguali di questo universo parallelo nel quale siamo stati catapultati, ma i commenti della “gente”, quella massa idiota con due G. Qualche giorno fa la Polverini rischiava di essere messa al rogo, ieri invece, già i toni si erano ammorbiditi, gli animi erano rasserenati
Benvenuti nell’era fuorionda. Perché non ci sono dubbi, ormai è questa l’ultima frontiera della lotta politica e quindi delle strategie mediatiche (qualcuno vede la differenza?). Ancora non ci siamo ripresi dal fuorionda a cinque stelle, con annessa imboscata televisiva, che ha avuto per protagonista Giovanni Favia, ed eccone uno nuovo di zecca, in grado di far girare la testa
Alla Rai dei tecnici parte la fusione dei telegiornali
Il dg Luigi Gubitosi taglia gli operatori. Un solo operatore, immagini uguali per tutti e tecnologia digitale. L’obiettivo è quello di unificare le varie redazioni in un’unica testata
Quattro telegiornali sono troppi per un’azienda. Quattro telegiornali, che arrancano con mezzi
Toh, Mediaset vuole comprarsi La7 da Telecom Italia Media. Direttamente o tramite una testa di legno. Chi l’avrebbe mai detto. Alla vigilia della campagna elettorale in cui si gioca tutto come nel '94, B. vorrebbe neutralizzare la riserva indiana in cui si sono rifugiati gli artisti e i giornalisti cacciati da Mediaset e Rai. Ma sarebbe una notizia se non volesse farlo: vorrebbe dire che non è più lui. Invece è sempre lui, dunque non c’è notizia.
Passati sei anni, rieccola nella tv spagnola: ascolti e polemiche
Sei anni senza corrida nella tv di Stato. Trasmissioni abolite da Zapatero, resuscitate da Mariano Rajoy, audience medio alta – un milione di contatti – molta pubblicità. Animalisti in guerra, allevatori taurini e scuole di toreador giubilanti. Appuntamento alle sei de la tarde,
La non notizia di oggi è che Nichi vuole sposarsi. La schifezza odierna è che un telegiornale (libero per finta, pagato dagli utenti di Sky) abbia sentito l’urgenza di inviare un giornalista a Terlizzi (Bari) per chiedere alla gente del posto: “Vendola
Il telecomando è sempre nelle solite mani. Milioni di spettatori informati dai poteri che governano l’informazione e decidono cosa mandare in onda e chi far litigare moltiplicando le “verità” di peccatori allenati dai loro onorevoli avvocati a confondere le parole. Finora le regole
Il 28 marzo, esattamente due settimane fa, è scaduto il Cda della Rai. Interessa a qualcuno? Dovrebbe interessare al governo Monti, visto che la Rai è un’azienda con 11 mila dipendenti di proprietà del governo, anzi del ministero dell’Economia, retto da Monti, che ne detiene il 99,56% (il resto è della Siae). L’8 gennaio infatti, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, Monti disse che ci pensava lui: “Mi dia qualche settimana e vedrà”. Ne sono passate 13 e