martedì 1 maggio 2012

Governo - Dopo le tasse i tagli

Monti: scongiurato l’aumento dell’Iva. Giuliano Amato si occuperà della riforma del finanziamento ai partiti

La vera fase due del governo Mario Monti, per ora, non è quella della crescita ma dei tagli di spesa: ieri il ministro Piero Giarda ha presentato il suo progetto di spending review che
dovrebbe portare a 4,2 miliardi di risparmi di spesa nel 2012. Così si dovrebbe evitare l’aumento dell’Iva in autunno. “Noi pensiamo che questa revisione che viene avviata oggi sia essenziale per la crescita, perché non va a ridurre quantità e qualità nei servizi pubblici resi ai cittadini italiani ma a tagliare sprechi, duplicazioni, inefficienze e abusi”, dice il premier.
Giarda è radioso, sorride e comincia una analisi sulla spesa pubblica che parte dalla repubblica Cisalpina. Il succo è questo: la spesa pubblica vale 800 miliardi, 295 sono “aggredibili”, cioè si può provare a tagliarli. Ma soltanto 80 sono, nell’analisi del governo, “revidibili nel breve periodo”, cioè nell’arco della legislatura. Secondo il calcolo di Monti, i 4,2 miliardi di taglio sui prossimi sette mesi equivalgono a 7,2 annui, il 9 per cento di quanto è gestibile dal governo.

Monti è consapevole che l’intervento “potrebbe sembrare esiguo” ma in realtà “l’obiettivo è ambizioso”. Ambizioso forse, complesso da raggiungere sicuramente. Tanto che la prima conseguenza del dimagrimento dello Stato è la nascita di una nuova struttura e l’arrivo di consulenti anche se, per ovvie ragioni di comunicazione e di stile, quasi gratuiti. Ci sarà un comitato di ministri guidato dallo stesso Monti, con il viceministro del Tesoro Vittorio Grilli, Giarda, quello della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e anche il sottosegretario Antonio Catricalà. Loro sono il vertice politico, ma il lavoro sporco, capire dove, come e quanto tagliare, lo farà un commissario straordinario, Enrico Bondi, l’ex amministratore delegato della Parmalat dopo il crac.

“Bondi voleva soltanto il rimborso spese, ma per comodità gli abbiamo accordato una retribuzione di 150mila euro, come un dirigente di prima fascia”, spiega Catricalà. Bondi sarà di fatto un ministro aggiunto, un tecnico incaricato di vigilare sui tecnici, che vaglierà procedure, leggi, regolamenti, consuetudini. In parte agirà direttamente con i poteri che gli vengono conferiti, in parte suggerirà al Consiglio dei ministri dove intervenire. Uomo di poche parole, il 78enne manager si limita a dire: “Sono stato cooptato in una struttura che credo sia la struttura vincente per il risanamento del paese. Comincerò a lavorare presto”.

Non è l'unico nuovo ingresso nella squadra allargata dei tecnici. Monti annuncia a sorpresa due superconsulenti, questi gratuiti per evitare ogni polemica: l’ex premier Giuliano Amato si occuperà del finanziamento pubblico ai partiti e del rispetto dell’articolo 49 della Costituzione (quello sulla democrazia interna) e il professor Francesco Giavazzi della Bocconi agirà sugli aiuti di Stato alle imprese, quella marea di sussidi che vale ogni anno tra i 12 e i 30 miliardi, a seconda delle stime e che in gran parte finisce, con una strana partita di giro, proprio ad aziende pubbliche tipo Eni e FS. La nomina di Giavazzi è curiosa: il professore bocconiano è stato in questi mesi il più puntuto critico dell’azione del governo, dalle colonne del Corriere della Sera dove firma almeno una volta a settimana editoriali in coppia con Alberto Alesina, economista di Harvard. Più volte Monti ne ha contestato in pubblico il contenuto, qualche volta ha corretto il tiro nella direzione che loro auspicavano (anche se sarebbe troppo stabilire un rapporto causa effetto). Adesso è lecito supporre che gli editoriali li firmerà il solo Alesina e, con machiavellica abilità, Monti ha quindi neutralizzato uno dei suoi commentatori più critici. Altro colpo di scena quando Monti annuncia che il governo “è pronto a valutare altre forme di patrimoniali come alternativa all’Imu”. La polemica è frontale con i partiti che la contestano, soprattutto Lega e Pdl che quando erano al governo hanno cancellato l’Ici che “non andava abolita”. Ma al segretario Pdl Anglino Alfano, pur senza nominarlo, Monti riserva addirittura “una parola di sdegno” perché “chi ha governato, chi governa e chi si candida a governare non può' giustificare l'evasione fiscale, ne' tanto meno istigare a non pagare le tasse”. Il riferimento è alla proposta di Alfano che le imprese in credito con lo Stato non paghino le tasse dovute fino a pareggiare il conto. Vederemo se il Pdl ha intenzione di replicare al ceffone pre elettorale.

Stefano Feltri - 1° maggio 2012 - Festa dei Lavoratori
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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