mercoledì 9 maggio 2012

PAOLO MIELI “Napolitano dica la verità sui partiti”

I politici? Sanno bene che i loro stili di vita sono offensivi per gli italiani Da stupidi sottovalutare il successo di Grillo

Prime parole di Paolo Mieli, cui si è chiesta un'intervista sull'Italia post elettorale: “La lezione evidente, anche se tutti cercano di sottovalutarla, è il grandissimo successo di Grillo”.
Qualcuno il boom del Movimento 5 Stelle lo vede. E anche di più: “Le amministrative sono state un autentico uragano, un uragano pericoloso”.

I partiti “ad alta voracità”, come direbbe Grillo, sono stati pensionati?
Proviamo a mettere insieme un po' di dati. L’astensione galoppante e il referendum sardo, una specie di plebiscito anti-casta. Poi guardiamo le preferenze date ai sindaci e quelle riservate ai partiti. Per esempio: a Verona Tosi prende il 58% e la Lega Nord il 10. Ci sono altre liste, d’accordo, ma la forbice tra i due risultati resta troppo grande. Vedo una sconfitta clamorosa dei partiti di centrodestra, Pdl e Lega. Anche gli altri però non se la passano benissimo.

Si riferisce al Pd?
La vicenda di Palermo è emblematica. Fanno le primarie, poi Orlando si presenta all’ultimo momento da solo e sbaraglia: anche se ora l'errore del conteggio ridimensiona le cifre, la storia non cambia. Ho trovato saggia la senatrice Finocchiaro quando ha detto ‘Sosteniamo Orlando, non ha senso continuare a farci la guerra’.

Il messaggio delle urne?
L’Italia è bipolare con l’incognita. Vota o a destra o a sinistra e casomai si rivolge a un’incognita che adesso è Grillo. Le alchimie di Palazzo non funzionano più. E i tradizionali metodi con cui i partiti tengono contatti con la società e la base elettorale stanno saltando per aria.

Perché?
La rivolta contro i partiti è più forte di quella contro il governo Monti. Quando si accusa Monti, si accusano i partiti che lo sostengono: il vero bersaglio sono loro. I politici pensano di aver fatto i furbi sugli stipendi dei parlamentari: dovevano tagliarli, di fatto non lo fecero. E così sui rimborsi elettorali che – in barba al referendum del ‘93 – sono veri e propri finanziamenti: prima dicono che non li diminuiranno per nulla, poi che li taglieranno del 50 per cento, poi del 30...

La gente si sente presa in giro.
Certo. C’è questo gigantesco mondo delle consulenze, le Province che non vengono abolite: ognuna di queste cose non è di per sé risolutiva. Però i partiti responsabili devono dimostrarsi all’altezza e cominciare a mettere mano a tutte queste cose. Tra un po’ l’idea che il manager dell’Ansaldo che è stato gambizzato girasse senza tutele e i politici abbiano scorte faraoniche, verrà fuori in tutta la sua evidenza. I politici sanno benissimo che i loro stili di vita sono offensivi per una popolazione costretta a pagare pesantemente la crisi economica. Questo spiega anche il clamoroso successo del Movimento 5 Stelle.

Ora tutti fanno il paragone tra Grillo e la Lega del ‘92.
Sbagliato. Quando la Lega esplose Bossi aveva già una storia e il movimento aveva un’istanza territoriale molto forte. Grillo ha messo insieme persone che finora si sono rivelate perbene e la questione per cui lui personalmente non è candidabile è diventato un grande punto di forza. È un uomo ricco e famoso, che manda un messaggio forte: ‘Non entro in politica per farmi delle belle vacanze a spese vostre, faccio politica per dare una mano’. Grillo come disturbatore di assemblee era molto efficace e non parla a vanvera.

La sua forza sta nell’interpretare uno stato d’animo diffuso?
Sì. Vorrei dire ai politici che quando Guglielmo Giannini fondò l’Uomo qualunque ed ebbe uno strepitoso successo nelle amministrative del 1946, il primo ad accorgersene fu l’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi che molto si preoccupò e impresse una marcia diversa alla sua politica, per recuperare quel voto. La strategia per cui poi arrivò alla rottura con il Pci era determinata dalla Guerra fredda, ma era stata anticipata e concepita dopo le elezioni in cui si affermò l’Uomo qualunque. Aggiungo: lo stesso Togliatti un anno dopo avviò un dialogo, seppur a distanza. Le due grandi personalità di quell’epoca lo presero sul serio. E riuscirono a venirne a capo. Cosa che non fu fatta nel 1992 con la Lega.

E nemmeno ora con Grillo, se Napolitano dice: “Non vedo nessun boom”.
Il presidente della Repubblica, comprensibilmente, vuole rendere omaggio ai partiti che sono strutture fondamentali della democrazia. Ma quando si assiste a un fenomeno come questo, se si vuole essere d’aiuto ai partiti bisogna dir loro di cambiare.

Perché gli italiani hanno scaricato i politici? La domanda sembra ovvia, ma in giro c'è parecchia gente che fa finta di nulla.
Qualsiasi quaquaraquà va in giro come se fosse il papa. Ma si guardano attorno? Nella competizione per il sindaco di Londra, entrambi i candidati facevano in modo di muoversi a piedi o con i mezzi pubblici. E così in Francia. Hollande non lo si vede mai comparire con l’apparato scenico tipico dei potenti. Piccoli segni di persone che dimostrano di aver capito l'aria che tira.

Verranno chiesti altri sacrifici agli italiani, prima di tutto la politica deve ridimensionare se stessa: d’accordo?
Sì e penso che Monti abbia queste cose ben chiare: il passaggio sulla spesa pubblica è indispensabile, a livello nazionale e locale.

Anche l’astensione è una spia della sfiducia verso i partiti.
L’astensione ha colpito soprattutto il centrodestra, che si affanna a riproporre un modello passato, ma incontra un vistosissimo rifiuto del corpo elettorale. Tanto più senza Berlusconi. La batosta di Palermo è un’umiliazione clamorosa: Pdl, Udc e il Grande Sud di Micciché, correvano tutti insieme.

Il Terzo Polo è evaporato. Non siamo più un popolo di moderati centristi?
Come dicevo: chi vota, vota o destra o sinistra. Ho visto che i terzo-polisti cercano di consolarsi dicendo che sono andati bene ad Agrigento e Marsala. Mah. Mi ha positivamente sorpreso la Finocchiaro quando ha detto: abbandoniamo il progetto di legge elettorale – proporzionale con il premio di maggioranza – e torniamo a proporre il doppio turno. Quella legge oggi darebbe un esito greco. L’avrebbero fatto per tenersi buono Casini. Ma queste elezioni hanno fatto cadere l’intera cristalleria, mandando all’aria i piani di tutti: chiunque sostiene le idee che ha sostenuto fino a ieri, è un cretino.

L’exploit di Grillo suggerisce che una risata li seppellirà?
Non voglio rendere omaggio al vincitore, è un sport che lascio volentieri ad altri. Ma sicuramente l’impianto di Grillo è serio. Da consumato uomo di spettacolo sa dire cose su cui è preparato. La stupidaggine maggiore che si possa fare è guardarlo con sufficienza: i signori della politica imparino da De Gasperi e Togliatti.

Silvia Truzzi - 09 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
.

0 commenti:

Posta un commento