giovedì 24 maggio 2012

La legge pro-concussione (di Marco Travaglio)

Non ci voleva molto a prevedere dove sarebbe andata a parare la cosiddetta legge anticorruzione se si fosse toccato il reato di concussione. Cioè quello politicamente più sensibile, da quando B. è imputato nel processo Ruby per concussione per induzione e
prostituzione minorile. E da quando Filippo Penati, già capo della segreteria e braccio destro di Bersani, è indagato per concussione per induzione nello scandalo delle aree ex Falck, oltreché per corruzione e finanziamento illecito ai partiti in altre vicende. Se, prima di questi due processi eccellenti, qualunque intervento sulla concussione sarebbe stato politicamente neutro, in quanto nessun politico di primo piano ne doveva rispondere, il coinvolgimento di B.
e Penati proprio per quel delitto avrebbe dovuto suggerire al governo “tecnico” (ma quando mai) di astenersi da qualsiasi modifica: per non cambiare le regole del gioco a partita iniziata e per non fornire ai partiti un ottimo pretesto per salvare gli amici. Invece appare sempre più chiaro che il via libera del Pdl, fra mille trappole e ostruzionismi, al pacchetto anticorruzione Severino era condizionato allo svuotamento della concussione per induzione. Intanto il Pd, come sempre, campava di rendita, ben nascosto dietro le pretese impunitarie del Pdl, pronto ad approfittarne per il compagno Penati. L’altroieri, come volevasi dimostrare, la commissione Giustizia ha approvato il pacchetto, anzi il pacco Severino, che introduce due reati previsti dalla convenzione di Strasburgo del 1999 (traffico d’influenze illecite e corruzione fra privati), ma a costo zero: la pena massima di 3 anni garantisce prescrizione per tutti dopo 4 anni e mezzo, cioè prim’ancora della sentenza di primo grado. Il ripristino del falso in bilancio, previsto da un ddl dell’Idv, è già stato affossato in commissione da Pdl e Terzo Polo con l’avallo del governo grazie al provvidenziale “errore” del sottosegretario Mazzamuto (rimasto naturalmente al suo posto anche se ha dato il parere opposto a quello indicato dal ministro). Dell’autoriciclaggio nessuno osa nemanco parlare. Aumentano lievemente le pene (e la prescrizione) per la corruzione propria, tanto non ci sono politici eccellenti imputati per quel reato. La concussione per costrizione resta tale e quale, tanto neanche quella riguarda vip. E, guardacaso, vengono ridotte le pene (e dunque i termini di prescrizione) per un solo reato: la concussione per induzione, che cambia anche fattispecie (“indebita induzione a dare o promettere utilità”). Oggi le pene sono di 4-12 anni, domani scenderanno a 3-8 anni. Così il reato non si prescriverà più in 15 anni, ma in 10. Risultato: il processo Ruby, che ora si prescriverebbe nel 2025 (per fatti del 2010), si estinguerà nel 2020 e probabilmente dovrà ripartire da zero perché è cambiato il reato (non tutti i giuristi ritengono che la controriforma assicuri la “continuità normativa” necessaria per proseguirlo senza sbalzi). E il processo Penati? Ancora meglio: con l’attuale normativa - spiega Donatella Stasio sul “Sole” - la concussione per le tangenti sulle aree Falck (fatti del 2002) si sarebbe prescritta nel 2017, teoricamente in tempo per celebrare tre gradi di giudizio. Con la riforma, invece, si prescrive nel 2012, cioè ora. Non andrà neppure a dibattimento, il gup lo dichiarerà estinto in udienza preliminare. Questa vergogna si poteva evitare se il Parlamento avesse approvato l’emendamento della pd Donatella Ferranti al testo Severino, che prevedeva l’aumento della pena massima per la concussione per induzione da 8 a 10 anni (dunque la prescrizione da 10 a 12 anni e mezzo). Ma il Pd quell’emendamento che avrebbe condannato il compagno Penati ad altri 2 anni e mezzo di attesa l’ha provvidenzialmente ritirato proprio l’altroieri. Complimenti al governo, al Pd, al Terzo Polo e alla Lega che han votato questa porcheria e al Pdl che s’è astenuto (contraria solo l’Idv). Gli elettori se ne ricorderanno.

Marco Travaglio - 24 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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