domenica 13 maggio 2012

“Matteo Renzi, il quaquaraquà” (di Lorenzo Conti)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco di Firenze, Lando Conti (ucciso a 52 anni dalle Br, nel 1986), ha inviato al nostro giornale

Dieci febbraio 2011. A Firenze, nel “Salone dei Duecento”, si celebra il 25° anniversario dell’assassinio di mio padre Lando Conti (ex sindaco di Firenze) da parte delle Brigate Rosse – Partito comunista combattente. Alla presenza della famiglia, del Prefetto, delle cariche istituzionali della città e di tanti cittadini, il sindaco Renzi affermava: “Entro il 2012, un luogo simbolo di Firenze sarà intitolato alla memoria di Lando Conti... È dovere di questa
amministrazione trovare un simbolo concreto in memoria di un fiorentino che amava la sua città e aveva voglia di proiettarla nel futuro, affinché la memoria non sia soltanto un optional di Firenze”. Bene, ormai sono passati 15 mesi e ancora non si è fatto niente e neppure si è iniziato a parlarne.

Ancora oggi a Firenze, dopo 26 anni, a Lando Conti è intitolato uno squallido “largo” capolinea del bus n° 1 A. Era necessaria questa mancanza di rispetto al dolore altrui e alla figura di un uomo dello Stato? A cosa è servito tutto ciò? Non chiedo al sindaco Renzi delle eventuali spiegazioni né tantomeno pretendo delle scuse a noi figli, alle istituzioni e ai cittadini. Esigo però dal sindaco Renzi e, sottolineo ESIGO, il rispetto per la figura di un uomo che ha sacrificato la propria vita a difesa della Patria e delle Istituzioni. Tale rispetto lo deve a Lando e a noi figli, che in questi lunghissimi 26 anni abbiamo ascoltato soltanto tante, troppe promesse NON mantenute. Quindi, come diceva Sciascia ne Il giorno della civetta “Ci sono uomini, mezzi uomini, ominicchi e quaquaraquà”. Per quanto mi riguarda il Dott. Renzi è un “quaquaraquà” e questo deve essere portato a conoscenza di tutta la città. Colgo altresì l’occasione per ringraziare il Consigliere Comunale Marco Stella per aver richiesto al Consiglio Comunale l’intitolazione di una stanza all’interno di Palazzo Vecchio. Ecco la riprova di due volti e due concezioni di “Cultura dello Stato”.

Lorenzo Conti - 13 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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