venerdì 25 maggio 2012

Cambia il mondo, non cambia D’Alema (di Matteo Pucciarelli)


È un mondo che corre veloce e ci travolge, fatto di piccole e grandi rivoluzioni che ci sobbalzano di qua e di là, noi inermi ma comunque combattivi cittadini pieni di speranze e di sogni. Così, nella Milano del potere temporale berlusconiano trionfava Giuliano Pisapia,
l’avvocato rosso che da giovane volle fare l’operaio per capire come si stava in fabbrica; a Napoli Luigi De Magistris spazzava via le cariatidi bassoliniane e con la sola Idv più
Rifondazione conquistava la città promettendo il “benecomunismo”; a Cagliari un giovanotto di nome Massimo Zedda sconfiggeva il burocrate Pd alle primarie, poi dopo un’egemonia decennale della destra conquistava la poltrona di sindaco con un programma (e lo sta attuando!) tutto a sinistra.

Poi la gente andò in massa a votare per i referendum che tutti (salvo Idv e la solita sinistra extraparlamentare) avevano snobbato, come fosse roba da mammolette o da nerd in astinenza sessuale.

E quante ne sono successe ancora: in Francia trionfa Francois Hollande spostando il Ps a sinistra, perché la crisi dimostra che ci si salva solo se si ritorna ai vecchi e sani valori del lavoro e della solidarietà; in Grecia idem, la gente stufa di compromessi e riformismi al ribasso premia Syriza, partito antiliberista e di rottura. In Italia i grillini spaccano tutto, perché hanno mille difetti ma parlano di cose concrete, e parlano di cambiamento, di un’altra visione.

Ecco, stiamo vivendo tutto questo.

E il Pd? Già, il Pd. Se proprio volete saperlo il Pd cerca l’Udc. Massimo D’Alema (sì, comanda ancora lui) elabora e propone «l’alleanza tra progressisti e moderati» confabulando in Transatlantico con i dinosauri.

Basta. Mi arrendo.

Matteo Pucciarelli - 24 maggio 2012 - MicroMega
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