MISTERO SCOPERCHIATO
Sant’Apollinare aperta la tomba di De Pedis. Il corpo è del boss della Banda
Abito blu scuro, camicia gialla, cravatta, scarpe di cuoio. Quando hanno aperto la bara, nella cripta che si trova nei sotterranei della basilica romana di Sant'Apollinare, i dubbi sono
svaniti. “È lui, Renatino”, hanno confermato gli inquirenti con un sospiro di sollievo. Gli indumenti corrispondono a quanto descritto nel verbale redatto all'Istituto di medicina legale, il 22 febbraio 1990, dove il boss ucciso in via del Pellegrino era stato vestito prima di essere chiuso nella bara. Ma soprattutto, nonostante i 22 anni trascorsi, accanto a principi, cardinali e grandi artisti, il corpo quasi mummificato era in perfetto stato di conservazione. La lunga attesa è finita, ma non i misteri del caso Orlandi che forse andranno cercati fuori di qui. A scendere nella piccola cripta di Sant'Apollinare, alle 9 di ieri mattina, sono stati il procuratore aggiunto Capaldo cui si deve la svolta nell'inchiesta, il pm Simona Maisto, gli avvocati di famiglia Maurilio Prioreschi, Grog, il capo della mobile Rizzi, gli uomini della Scientifica con i camici bianchi.
L'aria si è fatta subito irrespirabile per il tanfo, quando dopo aver smantellata la monumentale tomba di marmo, è stato possibile estrarre la bara e aprirla. Il sarcofago è stato trasportato nel cortile, dove era stata allestita in un furgone della scientifica una sorta di camera mortuaria dove i resti sono stati esaminati. Nel cortile c'era anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.
Tutto procedeva senza scosse, fin quando a causa di un equivoco le agenzie hanno battuto la notizia che nella nicchia tra la tomba e la bara erano state trovate altre ossa. Una voce che si è via, via dilatata e che per un attimo ha nuovamente fatto balenare il fantasma che potesse trattarsi dei resti di Emanuela, scomparsa sei anni prima di De Pedis, attorno alle 18 del 22 giugno 1983, proprio all'uscita della Chiesa di Sant'Apollinare dove come ogni giorno si recava per studiare flauto traverso nella scuola di musica che si trova nel complesso della Basilica. In realtà gli inquirenti intendono proseguire gli accertamenti su tutti i resti umani ritrovati nell'Ossario, murati all'interno della Cripta. Ed è proprio questa insensata coincidenza tra la scomparsa ragazzina vaticana e la sepoltura di De Pedis nella stessa chiesa che da tempo alimenta la leggenda che Emanuela possa essere stata uccisa e nascosta lì come è accaduto con Elisa Claps. Ma nessuna indicazione in questo senso viene dall'inchiesta: è stata rapita fuori, detenuta per alcuni mesi in varie prigioni e poi uccisa e gettata nella betoniera di un cantiere a Torvaianica. Questo racconta la Minardi e ciò coincide con le indicazioni di altri testimoni. Dubbi, sospetti, veleni che il Vaticano oggi cerca di fugare. La decisione di procedere alla traslazione dei resti di De Pedis, dice il cardinale vicario Agostino Vallina. “Può aiutare a superare tutti i problemi”. Lo fa attraverso Radio Vaticana che ha riportato anche il commento del fratello di Emanuela che oggi dice che "non ci si deve fermare alla questione della sepoltura".
Cade invece nel tranello della falsa notizia, diffusa dalle agenzie, Walter Veltroni che, nella sua attuale veste di vicepresidente dell'Antimafia, ha seguito con attenzione gli sviluppi di quest'inchiesta. “La scoperta di una cassetta contenente delle ossa nella bara di De Pedis conferma la stranezza di una simile sepoltura e apre interrogativi a cui la magistratura darà risposte”, si affretta a commentare l'ex segretario del Pd che ricorda una sua interrogazione parlamentare sulla questione e incita ad andare avanti per eliminare l'anomalia della sepoltura del boss della banda della Magliana in un luogo sacro, che offende i cattolici e tutti i cittadini onesti”. In realtà, come è stato subito chiaro, si tratta di ispezionare il contenuto di decine di cassette che, salvo sorprese, contengono ossa di defunti che risalgono a 200-300 anni fa. La cosa che invece davvero non è chiara è quando finalmente sarà traslata la salma.
Gli avvocati sono stati molto vaghi sulla questione insistendo sul fatto che “Renatino è morto incensurato” (nel senso che è stato ucciso prima che l'inchiesta del gip Otello Lupacchini facesse luce sulla maggior parte degli omicidi) Anche il procuratore Pignatone sembra un po' frenare sulla questione: “La traslazione della salma di Enrico De Pedis non è questione che compete all'autorità' giudiziaria. Saranno i familiari ad affrontarla con i responsabili della Basilica o con le autorità vaticane”. Pietro Orlandi invece non rinuncia: "Emanuela è stata rapita perché era cittadina vaticana. Se la banda della Magliana ha mai avuto un ruolo è quello di manovalanza. La stessa minardi afferma che si tratta di un rapimento indicato. Non si spiegherebbe il silenzio di 29 anni da parte del Vaticano. C'è un unico disegno dietro l'attentato a Wojtyla, il rapimento di mia sorella, la morte di Calvi”.
rdg - 15 maggio 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
.
0 commenti:
Posta un commento