venerdì 5 ottobre 2012

Tutto accade già (di Rita Pani)


È tragicomico. In realtà più tragico che comico, sentir parlare di rinnovamento in casa berlusconista. Evoca in me, al massimo, immagini della storia recente, di quella Genova in cui vennero imposti i teloni dipinti per camuffare le facciate dei palazzi con l’intonaco sbiadito, o l’ordinanza che proibiva di stendere mutande ad asciugare
laddove sarebbe poi passato Bush. Mi ricorda la tetta del quadro del Tiepolo, coperta per decenza (sic!)

È fantastico sentire Alemanno cianciare sull’inopportunità di una lista pdl alle elezioni romane: meglio – dice – una lista civica. Che farà? Militia e libertà? Certo il berlusconista italiota di ritorno si sentirà perso senza il nome del padrone sul simbolo del nuovissimo partito, ma si ritroverà presto sui nomi dei candidati, sempre quelli, magari con qualche piccola variante: “Al posto di Batman ce mettemo Nembokid; via la Polverini e ce infilamo le gemelle Ciuccia e Slappa, macedoni naturalizzate italiane, avute in omaggio con l’ultimo cargo di ragazzette importate dall’est.

Tutto nuovo e rinnovato, volti nuovi, nuove idee sempre uguali alle vecchie, proprio come si fa dentro la TV. L’importante sarà la campagna elettorale, che sarà diversa, perché per prima cosa si dovrà far credere al popolo italiota che sarà tutta un’altra cosa: meno tasse. Questa la prima promessa da fare, e poi il resto che avrà quel profumo di nuovo che solo le auto hanno davvero quando le vai a prendere in concessionaria. Per esempio più sicurezza per i cittadini, meno rom, i negozi aperti ventiquattr’ore su ventiquattro. La possibilità di evadere il fisco ma solo se superi un reddito di 200 mila euro l’anno, e la certezza di farla franca sempre.

Non sembra serio quel che ho scritto fino a qua, e invece è la realtà. Quella stessa che conosciamo da vent’anni e che pure ancora fa stupire molti di noi, che lascia increduli e basiti, a sospettare che di normale, in questo paese, non ci sia rimasto più nulla.

Oggi ci indigniamo – giustamente – per le squadracce della polizia fascista che manganella i ragazzini per strada, ma non ci indigneremo quando scopriremo che i genitori degli stessi ragazzi, magari pronti a perorare la causa dei loro figli rimandati a settembre con quattro insufficienze hanno fatto ricorso al TAR, ma non faranno ricorso alla corte di Strasburgo o non si appelleranno alla Carta dei diritti dell’uomo, o a qualunque altra cosa possa favorire un ripristino della civiltà. Il diritto all’istruzione, per esempio, anche se la scuola pubblica di fatto proibisce alla maggioranza dei ragazzi di studiare, imponendo costi troppo elevati, tenendo i nostri figli in strutture fatiscenti, o in mano a disgraziati precari che a volte in una mattina devono percorrere chilometri e chilometri per essere in una delle tre o quattro scuole dove devono insegnare.

Bastasse cambiare il nome o il simbolo di un partito per rinnovare un paese, oggi saremo nuovissimi, visti i trasformismi degli ultimi vent’anni. Anche se onestamente non me la sentirei di scommetterci sopra. È così scarsa la memoria del popolo italiota che tutto può accadere. Anzi, accade già.

Rita Pani (APOLIDE)- 05 ottobre 2012 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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