mercoledì 12 settembre 2012

Monti: abbiamo aggravato noi la crisi, ma per l’Italia


IL PREMIER DIFENDE IL RIGORE E CHIEDE AI SINDACATI DI IMPEGNARSI PER AVERE PIÙ PRODUTTIVITÀ. LA REPLICA: “SPETTA AL GOVERNO”

Prego prima lei”. “Ma si figuri, avanti lei”. Potrebbe essere riassunto così l'incontro tra governo e sindacati per discutere di lavoro e sviluppo che si è svolto ieri a Palazzo Chigi. Un meeting
pieno di buone intenzioni e dichiarazioni che diventano uno scarica barile del compito di guidare il Paese fuori dalla crisi.

Il Presidente del Consiglio Mario Monti, a un tavolo molto affollato con la presenza dei ministri Passera, Fornero, Barca e Grilli, del sottosegretario Catricalà e dei sindacalisti Camusso, Bonanni e Centrella (Angeletti assente per motivi personali), si fa precedere da una dichiarazione che viene notata al Salone italiano del Tessile: “Quando leggo titoli che dicono ‘Monti ha contribuito alla recessione’ io rispondo ‘Certo’: solo uno stolto può pensare di incidere su elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare, almeno nel breve periodo, un rallentamento dovuto al calo della domanda”. Sembra un'autocritica e lo stesso Pd fa dichiarazioni esultanti perché, spiega, finalmente si può cambiare politica. Ma non era affatto un mea culpa, come spiega lo stesso Monti: “Solo in questo modo si può avere speranza di avere più in là sanate queste situazioni”. La strada è tracciata, dunque, le politiche di rigore sono la base indiscutibile, infatti l’Italia ha ratificato il trattato del Fiscal compact che le impone un rientro del debito dell'ordine di 40 miliardi all’anno.

Incontro Governo-Sindacati
Io la mia parte l'ho fatta, sembra dire Monti, ora tocca a voi. E per “voi” intende le parti sociali che devono dimostrare di saper rinunciare “al proprio particulare” in favore dell’interesse generale: “Casta siamo tutti noi cittadini italiani che ci siamo abituati a dare prevalenza più ai particolari che al generale”.

Ed è quanto Monti ripeterà ai sindacati nel pomeriggio riuniti a Roma. “Il momento è carico di tensione” spiega il presidente del Consiglio , evocando la protesta dei lavoratori Alcoa, e dunque occorre muoversi con determinazione. L'obiettivo è il “recupero di competitività” da ottenere con “l'aumento delle produttività” del lavoro. Che potrebbe significare lavorare meglio e quindi produrre di più oppure, più prosaicamente, lavorare di più e basta. La produttività del lavoro, però, è oggetto specifico della contrattazione tra le parti sociali; il governo può dare una mano, detassando esempio il salario o applicando forme di riduzione del cuneo fiscale. Ma se poi non c'è un'intesa concreta, si realizzano solo regali ad alcuni gruppi o categorie, come quello concesso alle imprese dal governo Prodi nel 2007: una riduzione del cuneo fiscale del 5 per cento per circa 7 miliardi non ha prodotto alcun aumento della produttività e una riduzione massiccia dell'occupazione, come dimostrano i dati Istat. Il presidente del Consiglio, comunque, si è detto contrario a “moderazioni salariali”.

A Monti ha risposto, piuttosto scettica, Susanna Camusso, segretario della Cgil, che ha rinviato la palla al governo: “La crescita non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale. Servono interventi sulla produttività di sistema, politiche industriali ed energetiche”. La produttività, in effetti, può essere molto più alta in presenza di investimenti tecnologici e di politiche industriali innovative. Camusso, comunque, non si è sottratta all'agenda proposta da Monti e ha riproposto una sua idea già avanzata nei giorni scorsi, la detassazione delle tredicesime indicando nella lotta all'evasione il luogo in cui reperire le risorse necessarie. Anche la posizione della Cisl è sembrata chiedere più coraggio al governo nel fare proposte e prendere iniziative. Raffaele Bonanni della Cisl ha parlato di detassazione degli accordi di produttività, che in genere si svolgono a livello aziendale, e forme di detassazione straordinaria dei nuovi investimenti. A chiudere il confronto è stato il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, incaricato da Monti di seguire questo dossier nei prossimi giorni. E il ministro dello Sviluppo economico assicura che il governo impegnerà le risorse stanziate a “supporto di quello che porterete come sindacato dal tavolo con gli imprenditori”. Insomma, siate voi a fare proposte che il governo vi aiuterà. Nessuna decisione però è stata presa o annunciata sull'Alcoa anche se Camusso ha chiesto che la vertenza arrivi sul tavolo di Palazzo Chigi.

Sal. Can. - 12 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
.

0 commenti:

Posta un commento