Il Luna park elettorale è in piena funzione, e dà spettacolo come non accadeva da tempo. Basterebbe che non ci fossero alcuni problemini, oppure semplicemente che si fosse degli osservatori disinteressati (meglio se stranieri), dei recensori sì, ma estranei allo spettacolo.
Uno spettacolo sempre più frizzante, che fa impallidire il ventennio berlusconiano nato, vissuto e degenerato in un derby precipitoso a favore o contro Silvio. In confronto quel derby ha nella memoria breve l’immagine di una recita ripetitiva di livello non trascendentale. Adesso all’ombra delle istituzioni sembra accadere di tutto. Chi si sarebbe immaginato anche solo nell’estate del 2011 una simile bagarre intorno alle famigerate conversazioni del presidente della Repubblica con Mancino? Oppure l’intemerata del presidente del Consiglio “tecnico” contro i populismi europei, parlando in realtà di quello italiano che si presume cominci per “g”? O la perfida ironia da “ci sarà pure un giudice a Berlino” con cui Monti
spiattella la sua sorpresa per la mancanza di un leader politico brevettato che ne prenda il posto nel 2013 ? E nei campi brulli della politica ormai abituata alle serre, vedere quello che accade nel lotto della sinistra teorica candidata a prevalere nelle urne, non riscalda il cuore di uno spettatore? Bersani pronto a governare con un piglio che non si ricordava dal ’93, cfr. la gioiosa macchina da guerra di Occhetto di opportuna memoria; Renzi che sventola il suo atout principale in fatto di identità negativa, ossia il non essere né Bersani né D’Alema né Veltroni, sufficiente mediaticamente a richiamare l’attenzione ma non proprio un programma politico; Vendola un po’ di qua e un po’ di là… Dall’altra parte manca solo che qualcuno faccia come è accaduto a Vittorio Feltri alla Versiliana “in partibus infidelium”, ossia che dichiari di interesse pressoché nullo l’eventuale sopravvivenza elettorale del Berlusca, per dare l’idea che anche in quel settore di Luna Park stanno messi malissimo. Taccio di Casini e Montezemolo, perché il primo ha capito tutto mangiando foglia, ramo e foresta della vecchia politica che si tinge i capelli, e il secondo semplicemente no. E dai partiti e dai loro leader ai logografi della politica il passo pirotecnico è garantito da questioni esiziali come quella che riguarda questo giornale e i suoi principali eponimi: gente di destra infiltrata nella sinistra, che però non sembra essere la “vera” sinistra né poter valutare il tasso di “sinistrità” di nessuno. E Violante, per dire, attacca Travaglio, per dire, come se essere di destra fosse un’offesa e non si dovessero giudicare le persone per la loro biografia e bibliografia: il tutto nel contesto di un campo di Agramante che sembra sempre di più un campo profughi… per la gioia di un’intiera categoria di logografi che sembrano sempre venire da Marte. Dicevo all’inizio che però per un osservatore, uno spettatore o un recensore straniero si tratterebbe di un lussureggiante Luna Park, pieno di “ruote”, Montagne russe, antri della strega, autoscontri ecc., quindi un prodotto largamente appetibile nella spettacolarizzazione del tutto politica compresa, se non ci fosse un problemino: la crisi. Dal 2009 l’elenco di chi è salito sui tetti, le gru ecc. è sterminato. A Montecitorio c’è una manifestazione disperata al giorno, lunedì l’Alcoa che non smetterà di farle, ieri la Gesip, oggi non so. E c’è un Paese reale sbriciolato cui non si contrappone ormai più un Paese legale come d’antan perché di legale ormai c’è poco, bensì un Paese istituzionale che pare lunare (da Luna Park): nell’assedio di “questa” politica. Andrà a votare, il Paese reale a pezzi? Sì, no, forse? E per chi, per “questa” politica? E i partiti attuali metterebbero la firma su un astensionismo di massa per non rischiare “salti nel buio”? O preferirebbero comunque un voto anche se dato all’unico populismo italiano/italiota in circolazione, quello di Grillo ? Perché non ce lo dicono, tra un “mangiafuoco” e uno zucchero filato?
Oliviero Beha - 12 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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