martedì 28 agosto 2012

WEBER (SWG): “NON È STATA UN’USCITA FURBA: FAVORISCE I 5 STELLE” (di Marco Palombi)


La mia sensazione è che quella frase gli sia sfuggita: probabilmente il Pd si sente accerchiato e reagisce sbagliando i toni. Se quella battuta la fa Cassano lo capisco, ma Bersani no, non è nelle sue corde. E poi, a me sembra, il Movimento 5 Stelle dà cittadinanza
a un disagio, anche politico, non è certo uno strumento eversivo”. Roberto Weber, fondatore e presidente di Swg, commenta così col Fatto Quotidiano l'attacco novecentesco (“fascisti”) che il segretario democratico ha rivolto a Beppe Grillo e al suo Movimento: “Non do un giudizio politico, ma quell'uscita è tecnicamente sbagliata: per essere chiari, se insulti tramite Grillo tutto il suo elettorato, non fai che rafforzarne il senso di appartenenza.
Beppe Grillo
Esattamente il contrario di quel che ti sarebbe utile”. Il motivo, secondo Weber, è che nello staff di Bersani “non conoscono la rete, la sua fisiologia e ne hanno sottovalutato l’effetto di amplificazione” e sono, per di più, “poco inclini a strutturare professionalmente le campagne e la comunicazione politica in generale. Come la chiamano quei ragazzi? La narrazione? Ecco, la narrazione va curata”.

Il fatto è che Pd e Movimento 5 Stelle, almeno per qualche punto percentuale, insistono sullo stesso elettorato e la competizione è quasi fisiologica: “Un po' di sovrapposizione c'è – sostiene il sondaggista – Non si può ancora quantificare, ma è un'area cospicua anche se non vastissima: si tratta di un elettorato d'opinione che arriva dal Pd, dai Ds, dall'area della sinistra ed è andato verso Grillo”. I democratici, se vogliono vincere, devono recuperarlo : “Il Pd oggi s'aggira attorno al 25%. La mia sensazione è che in questa fase ha un'opportunità enorme ed è l'unico partito ad averla: il Pdl può crescere, ma non tornerà più ai numeri che aveva”. In sostanza, Bersani può puntare al 30%, “ma per farcela deve recuperare pezzi di elettorato che se ne sono andati anche verso il M5S: è necessario però, oltre a una buona campagna, che il Pd anestetizzi i conflitti interni e dia un segnale di discontinuità anche nella scelta dei candidati”.

Addio Bersani? “Non credo che il problema sia lui – sostiene Weber – anche perché non vedo competitori credibili”. Renzi... “è bravo, anche più di quanto si crede, ma io non credo proprio che – in questo periodo di forte radicalizzazione – ci sia tutta questa domanda di moderazione e centrismo”. Sul Movimento lanciato da Beppe Grillo, invece, Weber è più cauto: “Quanto pesi non è ancora chiaro: i sondaggi che lo danno al 15-20% segnalano se non altro che ha un elettorato potenziale molto vasto, secondo me con le elezioni in Sicilia potremo dare una prima valutazione scientifica”. C'è, in particolare, il problema del peso nel Sud Italia: “Nelle rilevazioni i grillini ci sono anche nel Meridione. Il problema, a questo punto, è di quanto possiamo sbagliare. In questo caso, io credo, non di poco: è un movimento ibrido, eterogeneo, un fenomeno nuovo che viene sondato con una strumentazione classica”. Alla fine, profetizza il patron di Swg, “il M5S secondo me avrà un risultato più piccolo dei numeri attuali, ma comunque importante, in grado di mettere in difficoltà i partiti maggiori”.

Marco Palombi - 28 agosto 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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