martedì 28 agosto 2012

Pussy Riot in fuga contro tutti (persino contro Madonna) (di Andrea Valdambrini)


Contro Putin, certo, ma anche contro i “concerti capitalisti”. Non cercano scorciatoie e vanno avanti a modo loro le Pussy Riot, ora che due di loro hanno lasciato la Russia. Fuggite a cercare di arruolare nel loro gruppo femministe di altri Paesi per preparare spettacoli futuri,
annunciano su Twitter. Durante un’intervista come sempre a volto coperto con Radio Liberty – emittente con sede a Praga e Washington interessata ai temi dell’Est Europa – tre giovani della band si dicono infatti “lusingate dall’invito di Madonna e di Bjork ad esibirci con loro”. Eppure, continuano, “faremo spettacoli solo se in modo illegale”. Dicono anche di voler rifiutare, invece, se quanto viene loro proposto anche da grandi star rimane nel quadro del sistema capitalistico in cui i biglietti sono a pagamento. La loro lotta libertaria viene puntellata dagli annunci su Twitter. Domenica il gruppo annunciava attraverso il social network: “Ci tocca deludere quei bastardi del Cremlino: due ragazze hanno lasciato il Paese a causa dei pericoli che correvano”.

Due, ma non tutte le altre, precisava il comunicato. “Ci sono almeno 12 membri delle Pussy Riot che rimangono in Russia”. Il messaggio non fornisce, comprensibilmente, né il nome delle due fuggitive, né tantomeno quello dei Paesi dove sarebbero scappate. L’avvocato del gruppo Nikolay Polozov è altrettanto prudente e dichiara di non poter confermare le informazioni, dicendo di non essere al corrente dei fatti. La prossima settimana, oltre tutto, a Mosca verrà presentato l’appello per rivedere la sentenza di condanna per “teppismo religioso” a due anni emessa il 17 agosto ai danni di Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Yekaterina Samutsevich.

Meno abbottonato è proprio il marito di Nadezhda, Piotr Verzilov . Accettando di parlare con l’agenzia stampa internazionale Reuters, Verzilov ha lanciato un nuovo attacco contro le autorità russe spiegando: “Da quando la polizia ha detto che le sta cercando, loro tengono un basso profilo”, ma soprattutto chiarendo che ora si trovano in un posto sicuro dove non possono essere estradate in Russia. Difficile sapere esattamente di quale Paese si tratta (sempre che non sia un bluff). Le uniche ipotesi, al momento e in assenza di fonti, possono essere formulate solo su base congetturale. A dare rifugio alle due Pussy Riot potrebbero essere Paesi che non hanno un trattato con la Russia in materia – gli Usa, per esempio –, o nazioni non amiche di Mosca e che a volte accolgono rifugiati per libertà di espressione : gli stati scandinavi o forse la Gran Bretagna (anche se attualmente scossa dal caso Assange).

In Russia, intanto, non si placano le polemiche e cresce il nervosismo. Accusate di aver segato quattro grandi croci di legno in due regioni russe (come aveva già fatto il gruppo femminista Femen in Ucraina) le componenti del gruppo punk hanno però criticato l’atto. Valery Fedotov, esponente del putiniano Russia Unita a San Pietroburgo, è stato invitato a dimettersi dai dirigenti del suo stesso partito dopo aver criticato la sentenza del tribunale di Mosca. Durante un convegno dell’opposizione, Fedotov ha parlato di un processo farsa. E ha scritto una lettera aperta a sostegno delle ragazze.

Andrea Valdambrini - 28 agosto 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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