domenica 3 giugno 2012

Presunzione di ignoranza (di Marco Travaglio)

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E meno male che il Cainano, venuto meno all’affetto dei suoi servi, avrebbe dovuto mancare agli antiberlusconiani. Ricordate i risolini dei suoi impiegati? “Ora, senza di Lui, chi lo combatte resterà disoccupato”. Bene, mi pare di poter dire che, senza di lui (almeno come
premier), noi ce la passiamo piuttosto bene, mentre chi rischia di restare senza lavoro, anzi di dover andare a lavorare per la prima volta nella vita, sono i berlusconiani. Quelli propriamente detti e quelli camuffati da riformisti, terzisti, dialoganti, pompieri. Ora i servi s’aggrappano a Monti e Montezemolo, si convertono dalla passera al Passera, si travestono da liste civiche. E signorini grandi firme che, senza il padrone che dà la linea, non sanno più dove sbattere la testa. Prendete Il Giornale. Olindo Sallusti prende carta e penna per
difendere Rosa Santanchè dalle intercettazioni del caso Ponzellini-Bpm. Rosa riempie due pagine del Giornale, una di intervista l’altra di pubblicità, per annunciare che ha deciso di non pagare l’Imu. L’editore Paolo Berlusconi, non fidandosi comprensibilmente di Olindo, scrive un commento sulle sue intercettazioni del caso Ponzellini-Bpm: “Ma in che Paese viviamo?”. In quello governato da suo fratello Silvio per 10 anni negli ultimi 18. Un Paese in cui, per dire, la Bpm era il bancomat dei ras Pdl, che chiedevano finanziamenti “aumma aumma” e quasi sempre li ottenevano, diversamente da milioni di famiglie e di imprese. Un Paese in cui l’ex ministro Romani è inquisito con il dottor Paolo per corruzione in uno scandalo di favori immobiliari a Monza. A impreziosire vieppiù la prima del Giornale, il titolone cubitale “Svolta Berlusconi. Ultimatum all’euro”, subito smentito dalla viva voce del padrone: stava scherzando, come si permettono i servi di prenderlo sul serio? Mitico anche il commento di Tony Damascelli, sospeso dall’Ordine per essersi “posto al servizio di Moggi” nella Calciopoli del 2006. Dunque ora si occupa della nuova Calciopoli, in qualità di tecnico: per lui lo scandalo non sono le partite truccate né i calciatori che si appartano con zingari, cinesi e mafiosi nostrani per giocare contro la propria squadra; bensì “procure, avvisi di garanzia, indagini aperte e chiuse, informative... il ventilatore delle procure che quotidianamente spargono notizie”. E lui, da buon giornalista, delle notizie ha il sacro terrore. Non vede l'ora di imbarcarsi per gli Europei al seguito dei giocatori (nel senso di scommettitori): “Macché rinuncia: andiamo agli Europei alla faccia dei pm”. C’è poi la piccola succursale del Giornale in partibus infidelium, cioè sul Corriere: le due colonne settimanali di Piero Ostellino che, da quando Monti ha rubato il posto a Silvio, ha la labirintite. Ieri rilanciava la balla di Antonio Fazio “riconosciuto innocente dall’accusa di aver favorito illegalmente scalate bancarie” dopo che i giudici cattivi e il “giornalismo irresponsabile” (compreso quello del suo giornale) hanno violato “la presunzione di innocenza” (che non c’entra una mazza) e gli han “distrutto la carriera e l’onorabilità” (falso: Fazio è stato assolto per Unipol-Bnl, ma condannato per Bpl-Antonveneta). Segue commosso elogio di Buffon, colpito dalla Procura di Torino con un “pizzino mafioso”, un “avvertimento di stampo mafioso”, una “violazione del segreto istruttorio che sconfina nella prassi mafiosa”, minaccia “la nostra democrazia” e impone “l’intervento del presidente Napolitano al Csm”. Se questo monumento all’ignoranza avesse chiesto lumi ai cronisti del Corriere che pubblica le sue fregnacce, avrebbe appreso che l’informativa sulle scommesse di Buffon fu trasmessa mesi fa dalla Procura di Torino a quella di Cremona, che l’ha depositata al gip e agli avvocati, dunque non è segreta e chi ne parla non viola alcun segreto istruttorio (fra l’altro abolito nel 1989). Ma a Ostellino, più che di innocenza, si applica la presunzione di ignoranza.

Marco Travaglio - 03 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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