giovedì 31 gennaio 2013

Per chi dovrei votare? (di Rita Pani)


Sono contraria all’abbondare di giudici in Parlamento, quanto sono contraria all’abbondare dei mafiosi, in Parlamento. Penso ancora – forse in modo anacronistico – che ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere. Guardo la spazzatura che ormai ricopre ogni angolo di strada, e si erge laddove persino i muri son crollati, e penso che se i giudici fossero stati dentro i tribunali a perseverare nel compiere il loro dovere, forse alla
fine avrebbero liberato l’Italia dalla mafiosità, e di conseguenza le strade dalla spazzatura. Ma l’ho detto in principio: io penso antico.
Penso, guardando con orrore queste strade simbolo di un paese finito, al tempo che si perde, e alla civiltà che non tornerà mai, e che forse in certi angoli di quest’Italia dimenticata, nemmeno mai si conoscerà, perché forse non c’è mai stata. Almeno non dopo l’ultima colonizzazione greca o fenicio punica.
Questa spazzatura non è più nemmeno merce buona da vendere in campagna elettorale, non serve più nemmeno alla promessa del miracolo da compiersi in quarantott’ore. Può star la esattamente dove sta, tanto ormai nemmeno la si vede più, abituati come siamo a calpestarla con le ruote dell’auto, a vederla come prima cosa la mattina quando apriamo le finestre ad un nuovo giorno. Fa parte della nostra vita, viene da noi, è nostra. Paghiamo per averla e paghiamo caro.
Siamo cambiati, siamo cresciuti. Siamo maturati con fatica al punto che non devono nemmeno esagerare con le promesse; non c’è bisogno che si impegnino a promettere di togliere le tasse. Siamo così svuotati che per sperare basterebbe credere di poterne pagare un po’ meno. Non c’è bisogno di promettere lavoro, basta promettere di fare in modo di non perdere quel poco che si ha. Non c’è bisogno di elaborate menzogne, bastano piccole bugie, omissioni di verità, negazione dei problemi e mistificazione, per far felice l’italiota. Certo, poi c’è chi osa di più, e si compra Balotelli.
Vanno così le promesse elettorali, quelle che una volta erano d’oro ora son di cioccolato (o almeno il colore è quello). Rivedere l’Imu, abolirlo, renderlo più elastico. Internet gratis per tutti. Giustizia giusta e rapida. Il sistema bancario italiano è solido. Rispetteremo gli impegni con l’Europa. Bei propositi, ma a me torna sempre la stessa domanda: “E per la spazzatura, che si fa?”
Ci penso così tanto che forse ho persino trovato la soluzione: la si potrebbe dichiarare patrimonio dell’UNESCO e resterebbe là, accrescendo l’interesse turistico di tutto il sud degradato, alla stregua del pozzo di Sara, della casa di Cogne, del relitto della Concordia, del terremoto de L’Aquila o dell’Emilia dimenticata. Simbolo di un’Italia violentata, dissestata, che per fortuna ha un ottimo e solido sistema bancario, ma non ha più gasolio per gli autobus che però, magari, avrà Internet gratis, e 100 euro di detrazioni in più.
Per chi dovrei votare?

Rita Pani (APOLIDE) - 30 gennaio 2013 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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