"Il contratto è in preparazione e lo presenteremo nei prossimi giorni. tra i piani c'è la riorganizzazione della macchina dello Stato per ridurne la riduzione delle spese.”
Quel tizio, statista.
Puoi dirlo, ne hai facoltà. Puoi dirlo perché gli analisti politici italiani, oggi, studiano le statistiche dei voti che ti porterà l’acquisto di un giocatore di pallone. Pare che l’affare sarà in
grado di farti guadagnare due punti percentuali. (Non di sutura, purtroppo.)
Puoi farlo, perché non c’è il buon senso, non c’è rispetto di noi stessi, non c’è senso civico, etico e morale, perché non fa orrore leggere che le banche nelle quali hai interessi anche tu, sono guidate con il modello di un’associazione criminale.
Puoi permetterti il lusso di continuare a registrare filmati pubblicitari, senza dover aggiungere in fine che oltre il contratto, in omaggio ci saranno anche due cuscini e un coprimaterasso in vero pelo di figa. Puoi farlo, perché c’è e ci sarà chi ancora una volta – dimentico e imbecille – penserà che la libertà di delinquere potrà essere un diritto acquisito per tutti i cittadini.
Puoi far tutto in Italia, perché pullula di idioti, è piena di gente che è stanca di lottare senza mai aver lottato sul serio, gente che sogna i sogni sbagliati, che si scoperebbe la bambina di un altro ma ucciderebbe se toccassero sua figlia, che ti denuncerebbe per aver evaso il fisco pur non avendo mai pagato le tasse. Gente che confonde il diritto col privilegio, il dovere come una tragedia che a lei non deve capitare.
Tu puoi, perché ormai tutto è mistificazione, tutto è perso e irrecuperabile. Perché avete insegnato al povero idiota che il degrado si chiama crisi economica, che il dissesto economico è figlio della crisi anziché del malaffare istituzionalizzato, perché se tutti rubano nessuno è ladro, se tutti delinquono i delinquenti siamo noi.
Potrai scrivere ancora mille contratti, e stai sicuro che troverai l’idiota pronto a controfirmare, perché il buon senso è cosa superata, perché la politica l’hai violentata, perché della morale hai fatto barzelletta, coprendo la tetta del Tiepolo e scoprendo le natiche delle figlie messe in vendita dalle madri, per un po’ di danaro, una foto sul giornale e forse un lavoro in TV, oppure in politica se proprio va male.
Fosse per me non potresti più. Oggi staresti senza guanti in fila davanti a uno sportello dell’INPS, ad incazzarti perché la pensione sociale non te la vogliono dare. Staresti a fare la fila alla Caritas, per vedere di trovare un paio di scarpe ancora buone per camminare, e chi se ne frega se non hanno il rialzo, per darti ciò che la natura ti ha negato.
Fosse per me non dormiresti pensando a tutti i figli che hai messo al mondo, che se pure hanno studiato, non possono sperare nulla di più di un call center, o di aspettare l’estate per andare a far divertire i vacanzieri a Sharm el Sheik. Fosse per me non avresti di che comprarti i trucchi, e usciresti da casa senza messa in piega, senza fondotinta, e nemmeno un po’ di fard, che se hai tre euro magari ti ci compreresti il pane.
Fosse per me, guariresti dalla tua fobia per gli odori molesti, e viaggeresti nei tram e sulle metropolitane, ad odorare gli odori della varia umanità, di chi suda e di chi scorreggia, di chi rutta l’aglio che ha mangiato l’altro ieri.
Fosse per me la crisi economica sarebbe già finita, perché avresti tanti altri amichetti con cui passare il tempo in fila alla ASL, alla posta, o in un ambulatorio di periferia. Tutti coloro con i quali hai perpetrato la razzia delle casse dello stato, la devastazione della mente di un paio di generazioni, lo scempio della civiltà italiana, l’abominio compiuto nelle scuole.
Sì, tu puoi. Basta guardarti per pensare che tu puoi. In fondo sei l’emblema di questo Paese, vecchio, logoro e marcescente. Ti si ride in faccia, esattamente come il mondo fa con tutti noi.
Rita Pani (APOLIDE) - 31 gennaio 2013 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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