mercoledì 10 ottobre 2012

Celentano, record di ascolti. Regalo della Rai a Mediaset


LA RAI MASOCHISTA: PERSO CELENTANO ALLARME SANREMO VIALE MAZZINI RIFIUTÒ (GRATIS) IL CONCERTONE CHE FA IL 32% DI SHARE SU CANALE 5. IL GRUPPO MAZZI-DE FILIPPI PENSA A UN FESTIVAL MEDIASET

Spengono le luci/tacciono le voci/ e nel buio senti sussurrar: Prego, vuol ballare con me? Grazie, preferisco di no. In Viale Mazzini conoscono le canzoni di Celentano, ma ai doni
preferiscono il masochismo. Ai dirigenti Rai era stato offerto il concerto dell’anno. Il ritorno dell’artista a costo zero. Cantava Adriano Celentano. Occupava il palco l’immaginario nazionale. Mezzo secolo di miserie, compromessi e nobiltà. Hanno detto di no. Nonostante l’unico contributo richiesto fosse l’invio delle troupe: “Non abbiamo neanche le telecamere”. Sipario. Sull’Arena di Verona, minacciata da nuvole basse, l’unica pioggia che scende è un duetto tra due vecchi amici e i lampi al contrario, i fulmini in lontananza, illuminano il risultato Auditel.
L’alba del giorno dopo è un numero a due cifre. Oltre il 30% di share, nove milioni di italiani che hanno deciso di confondersi nella reunion fuori tempi massimo, nell’esperimento tra l’alto e il basso, nella confusione e nella felice improvvisazione , nei disguidi e nei momenti musicali che capitano, annuari alla mano, una volta ogni 18 anni. Un terzo del Paese davanti al televisore, la Rai all’asciutto e i sorrisi nel dopo concerto degli uomini Mediaset, ancora all’oscuro del risultato, ma certi di aver fatto la scelta giusta. La storia parte da lontano. Smarrita nei veleni sanremesi, nei fischi caduti su Adriano a febbraio (organizzati, secondo Claudia Mori), nella primavera in cui quasi per gioco, Morandi e Celentano si ritrovano nella villa di Galbiate a immaginare il ritorno sulle scene dell’unica voce rock italiana che sul palco, lotta come una tigre. Serve la tv, si interpella la Rai. L’interlocutore, Giancarlo Leone, prende tempo. Passano 8 giorni. Mori vorrebbe avere una risposta celere, Adriano pazienta.

Trascorsa una settimana, il Clan sotterra l’orgoglio e ritelefona a Leone. La risposta, a fronte dell’assicurazione sul piano dei diritti tv: “non pagherete neanche quelli” è desolante: “non abbiamo soldi”. Non gli erano stati chiesti. Rinuncia assoluta. Leone è il meno colpevole, lo scudo umano opposto dall’azienda all’ignavia generalizzata in una Rai troppo abituata ad avere come referente la politica per poter immaginare arte e spettacolo. A quel punto, i trionfatori di giornata, i dirigenti di Stanza a Milano 2, annusano il clima. Intermediario Lucio Presta, referente Alessandro Salem, brillante manager (“Il fantastico Salem” secondo Celentano) semplificando, il capo di Canale 5. Salem chiude in 48 ore (ad aprile) e oggi, raggiante, parla con il tono di chi ha fatto la cosa giusta: “Sarebbe importante se questa occasione fosse utile a far crollare i pregiudizi. Mediaset non è la casa del diavolo, ma un’aggregazione di professionisti che sanno rispettare il talento. Lo abbiamo sempre fatto, non ci è costato. Adriano avrebbe potuto dire ciò che voleva, senza limitazioni o censure”. Paradossalmente, ragiona Salem, si è trattato di “servizio pubblico”, un ruolo che, ricadute pubblicitarie e mancati introiti a parte, la Rai non è stata in grado di interpretare.

Se i dietrologi scorgono nella mossa Mediaset le lunghe leve di un Berlusconi ancora dominante in Rai: “Li ha fatti rinunciare per alzare gli ascolti di Mediaset”, la ragione corre altrove. Nella terra di mezzo dove incapacità decisionale e modestia analitica si abbracciano prima di sprofondare nel burrone della contraddizione . Mediaset ha collezionato due serate regali e coccola la suggestione di Maria De Felippi: fare un Festival di Sanremo targato Biscione. Non un evento imbolsito né una copia venuta male, ma qualcosa di originale e giovanile con il contribuito di Mazzi e Lucio Presta, reduci di Sanremo e ora liberi di agire con Mara Maionchi.

La produttrice e opinionista, da mesi, cercando di sostenere la nuova edizione di Amici, va a caccia di cantautori italiani. La De Felippi ha sempre detto di volere il Festival nel concorso che ha sfornato Emma Marrone e Alessandra Amoroso, cantanti che non corrispondo ai canoni scelti da Fabio Fazio. Anche Gianni Morandi è comparso sugli schermi di Mediaset. E potrebbe tornarci. In primavera. Più o meno. Stavolta per farsi rimpiangere. E pronto a convocare l’amico Adriano per le occasioni speciali.

Malcom Pagani e Carlo Tecce - 10 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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