mercoledì 5 settembre 2012

VUOTO A PERDERE (di Oliviero Beha)


Va bene, Beppe Grillo è un mariuolo dalla testa confusa che fa casini maiuscoli invece che minuscoli, e si organizza da caporione dell’antipolitica. Diamo per scontato questo assunto e andiamo avanti con qualche domanda. La prima riguarda tutta la politica nostrana, che sarebbe dunque l’opposto dell’anti-politica di Grillo, del
Movimento 5 Stelle, delle sue frange e delle sue antinomie. Ebbene, se siamo ridotti così non può essere colpa di Grillo e dei grillini, perché mentre aumentava il debito pubblico e il paese si scioglieva Grillo e il Movimento non c’erano. C’era l’attuale classe politica con i suoi affari e malaffari, e i rappresentanti di tale “crema” sono tutti ancora ai loro posti anche se in parte “commissariati” da Monti e Napolitano. Il caso Jospin in Francia (uno che ha lasciato...) è considerato da noi un esempio da non seguire, un “cattivo esempio”. Ci sono, ci restano perché democraticamente il popolo ce li lascia, si obietta. Certo, poi viene fuori che tutte le loro migliori energie vengono investite nello scovare sistemi elettorali che facilitino la loro
sopravvivenza politica per “non rischiare salti nel buio”. E l’ingegneria elettorale sostituisce l’idea di politica al servizio dei cittadini. Il punto è che l’attuale politica e il suo alone mediatico sembrano avere un unico obiettivo, quello di far dimenticare colpe e responsabilità. In questo straniante “gioco dell’oca” insomma si dovrebbe adesso ricominciare da zero, come se ai nastri Grillo e i partiti tradizionali partissero alla pari. È una meravigliosa operazione di trasformismo politico-comunicazionale, qualcosa che trasformi gli elettori (di cittadini manco a parlarne) in lotofagi così che si divorino qualunque forma di memoria e consapevolezza. Perché a ricordare come ci siamo ridotti l’unico a trarne vantaggi sarebbe appunto Grillo, che prima politicamente non c’era. Gli altri c’erano pressoché tutti. Ma sul palcoscenico mediatico recitano come se ci fossero appena saliti. L’importante dunque è che come nel vuoto a perdere pubblicitario il consumatore di politica, alias votante, dimentichi l’offerta truffaldina precedente e si beva l’offerta nuova, anche se proveniente dagli stessi di prima. Quindi dàgli a Grillo cui per il passato non puoi rimproverare nulla perché lui e il suo se vogliamo anche contraddittorio movimento prima non c’erano; e forza con l’immersione in un presente senza memoria e in un futuro compresso e senza dimensione. Altrimenti, visto come è ridotto il Paese, non ce ne sarebbe per quasi nessuno da parte di quasi tutti i votanti. In tale contesto sia a destra che a sinistra in un maggioritario di convenienza scomposto e ricomposto a comando, si impone la regola di azzerare il passato, di non pagare dazio, di non rispondere pressoché di nulla. Grillo e il Movimento sono elementi di disturbo diacronici, perché non hanno scheletri nell’armadio. Per il futuro saranno pure il peggio e la rovina dell’Italia, ma non lo sono al momento né lo sono stati. Quindi la diacronia è pericolosissima per il sistema, qualcuno potrebbe capire e accusare. Meglio la sincronia: niente passato, niente futuro, un presente politicissimo (nel senso di comitati d’affari in servizio permanente effettivo) nel quale tutto si confonde con tutto. Lotofagi, appunto. È una politica pubblicitaria, nella quale il consumatore non deve avere alcuna memoria dell’offerta passata se truffaldina e invece considerare nuova la politica e nuovi i politici che fanno questo mestiere da vent’anni senza pagare dazio. L’obiezione è che devono democraticamente passare l’esame del voto. E non a caso, infatti, primarie dall’organizzazione pur discutibile fanno paura pressoché a tutti. A sinistra, chiamata così ormai da un pezzo più che altro per convenzione. E a destra, dove invece le primarie neppure le fanno... E siamo ancora a D’Alema contro Renzi, il più nuovo dei vecchi, mentre Vendola “politicissimamente” vuole sposarsi. Legittimo, per carità. Ma è questo il programma forte per il Paese? E poi ci si meraviglia che nel vuoto a perdere i voti li prenda Grillo? Ma fatemi il piacere, come direbbe Totò...

Oliviero Beha - 05 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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