La democrazia interna, la democrazia interna! Dopo qualche giorno di invettive contro Grillo e Casaleggio, i duci a 5 Stelle, per esigere la democrazia interna in casa d’altri, partiti e giornali al seguito archiviano il caso Favia e del tema non si parla più. Meglio così: altrimenti si rischia che qualcuno vada a controllare la democrazia interna ai
partiti, che dovrebbero garantirla in dosi ben superiori a quelle richieste a un movimento, visto che i partiti vivono di fondi pubblici. Ciò non significa – l’abbiamo scritto e lo ripetiamo per i nati sordi – che il problema della trasparenza nella scelta dei candidati M5S alle politiche non esista: esiste eccome e sarà risolto solo con un meccanismo chiaro e controllabile da tutti (la famosa piattaforma web per una sorta di primarie online, promessa non ancora mantenuta). Significa però che purtroppo nessun partito ha le carte in regola per insegnare la democrazia agli altri. Ferruccio Sansa ha pubblicato sul Fatto una galleria degli orrori della
partitocrazia italiota (
qui), fra congressi truccati (le rare volte che si fanno), primarie cammellate e tessere fasulle. Ma c’è di più. I liberi docenti di democrazia dovrebbero spiegare cosa ci fosse di democratico nel deferimento ai probiviri Pdl (con espulsione scontata) dei finiani Granata, Bocchino e Briguglio che due estati fa si erano permessi di contestare la politica antimafia del governo B., con la revoca della protezione al pentito Spatuzza, decisivo per ricostruire la verità sulla strage di via D’Amelio. E, sempre a proposito di espulsioni: qualcuno ricorda il caso di Avigliana, primo comune della Bassa Valsusa, celebre anche per aver dato i natali a Fassino? Lì, alle ultime comunali, il Pd s’è sciolto in un listone civico Pro-Tav con Pdl e Udc per combattere i suoi dirigenti contrari alla folle opera, candidati in una lista civica con Idv, Sel e 5 Stelle. Naturalmente l’ammucchiata fassinian-casinian-berlusconiana prese 2.306 voti (34,4%) contro i 3.200 (47,8) dei No-Tav e perse il Comune. Sapete com’è andata a finire? Anziché far due conti e prendere atto che la maggioranza dei cittadini sta con la corrente NoTav la Commissione di Garanzia del Pd ha espulso i tre rappresentanti eletti nella lista vincente e commissariato il circolo di Avigliana per eresia dal dogma Calce&Martello. Penati no, loro sì. Un caso di scuola di democrazia interna: la minoranza che caccia la maggioranza. Ora si apre la partita del referendum contro la porcata Fornero sull’articolo 18. Il Pd alla “riforma” era contrario, infatti ha votato a favore come un sol uomo. Di Pietro e Fiom hanno promosso un referendum per abrogarla, appoggiati da Sel e dal resto della sinistra (ma anche da Cofferati e Vita del Pd). Se raccoglieranno almeno 500 mila firme, fra due anni gl’italiani diranno con chi stanno (e se diranno Sì, come già per il nucleare, il legittimo impedimento e l’acqua, Bersani potrà fingere di aver vinto lui). Che c’è di più democratico al mondo? Provate a spiegarlo all’Unità, fondata da Gramsci e affondata prima dai Ds e ora dal Pd, che si affida al pacato commento di tal Michele Prospero sul referendum e i referendari: “Brutto malanno interiore alla sinistra... male oscuro pronto a favorire la perdizione... virus dell’antipolitica... clava referendaria... deriva populistica... scappatoia furbesca... macabro squarcio... gioco spregiudicato sulla pelle del lavoro... trappola tesa da Di Pietro... banda dell’antipolitica... grande opera di distruzione nichilista... ruota di scorta del populismo”. Insomma, l’ha presa bene. Del resto il Prospero è lo stesso genio che giorni fa indicava la luminosa figura di Palmiro Togliatti, sincero democratico, come faro del nuovo Pd. Nulla di strano se, per lui, chiamare gli italiani a decidere le regole del lavoro e dei licenziamenti è addirittura peggio del “vento maligno delle primarie”, anch’esse pericolose perché purtroppo la gente vota. Le avranno mica inventate quei duci di Grillo e Casaleggio?
Marco Travaglio - 15 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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