domenica 9 settembre 2012

MONTI BIS, È GIÀ TUTTO DECISO LE ELEZIONI NON SERVONO PIÙ (di Paola Zanca)


NAPOLITANO LO VUOLE: MONTI PER SEMPRE

Banchieri e imprenditori reclamano un governo-fotocopia. Napolitano li rassicura: “Nella prossima legislatura mi adopererò per l’agenda europea”. Mieli al Fatto: “Questa è la vera antipolitica”. La Marcegaglia sposa Casini per il partito del premier

Seduto nel suo studio al Quirinale, subito dopo aver usato il verbo “mi adopererò”, Giorgio
Napolitano gira pagina. Il foglio degli appunti è terminato e non è il caso di proseguire a braccio. Sta parlando al forum degli imprenditori di Cernobbio e quelle che sta pronunciando sono parole decisive. Annunciano che per l’Italia, il momento di girare pagina, non è ancora arrivato. Il Capo dello Stato, appunto, si adopererà perché le forze politiche condividano “esplicitamente e largamente” l’agenda già scritta per l’Europa da Mario Monti. Che quasi 50 milioni di italiani debbano ancora esprimere il loro voto – magari in larga parte contrario a quella agenda – pare un dettaglio irrilevante. “Entro e non oltre l'aprile 2013”, scandisce Napolitano, è comunque il caso di arrivare a un “impegno convergente”. L’invito presidenziale è a mettersi d’accordo subito, a cominciare dalla legge elettorale: “necessaria”, ripete da tempo il Quirinale. E adesso è finalmente chiaro a tutti per che cosa. Una legge, in linea con le bozze circolate nelle ultime settimane, che non consenta a nessuno di governare da solo e costringa tutti a uno scenario “convergente”. Non esattamente un motivo di incoraggiamento per quel 40 per cento di cittadini che si dichiara indeciso sull’andare a votare. A che serve, se il risultato sembra già scritto?

Mario Monti e Giorgio Napolitano
C'è una coalizione tratteggiata, c’è una data di scadenza. Manca solo il nome. E anche qui, il messaggio che Giorgio Napolitano ha inviato a Cernobbio segnala un indiziato speciale. “Una risorsa altamente qualificata, una persona di grande competenza e prestigio europeo”, quello che ci ha tirato fuori dal pantano berlusconiano, il professor Mario Monti. “Potrebbe essere una delle soluzioni”, festeggia il ministro del’Ambiente Corrado Clini. “Bellissimo discorso”, quasi si commuove il titolare dell’Economia, Vittorio Grilli. Monti, però, rilascia in serata una dichiarazione nella quale conferma il suo addio: “Il mio orizzonte – ha spiegato – finisce ad aprile 2013. Nessun dubbio”. Eppure nel pomeriggio, osannato dai big dell’industria nazionale, il premier non sembrava sottrarsi alle lusinghe. Faceva sapere, al contrario, che si è messo a capo degli anti-populisti. Ha proposto al presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy di convocare un vertice straordinario per arginare la “fase pericolosa” che stiamo vivendo. Monti vuole che quella riunione si tenga a Roma, in Campidoglio, dove fu firmato il trattato europeo. Ne ha parlato “nei giorni scorsi” con il presidente Napolitano. E Van Rompuy ha già dato il suo via libera. Dunque, la discesa in campo di Monti per evitare i “fenomeni di rigetto a cui stiamo assistendo” si farà.

Vista così, sembra quasi che l’unica alternativa agli “sfascisti” dell’euro sia il prosieguo dell’esperienza dei tecnici al governo. Magari affiancati da qualche politico, come spiegavano nei giorni scorsi fonti di Palazzo Chigi, ma sempre sulla scia disegnata dall’esecutivo in carica. La terza via non è contemplata.

Dice Stefano Fassina, voce democratica fuori dal coro: “L'agenda Monti? Ma cos'è, dove si compra, che vuol dire ? – si infervora il responsabile Economia del Pd – Agenda Monti vuol dire rigore? Ma il rigore non è distintivo di Monti. Potrebbe essere l’agenda Prodi, l’agenda D’Alema, l’agenda Amato: negli ultimi vent'anni abbiamo fatto solo risanamento di finanza pubblica. Vuol dire liberalizzazioni? – insiste Fassina – No, perché sono state molto più ampie e incisive quelle del governo Prodi. Allora, se vogliamo essere seri, parliamo di agenda Bersani: non siamo di fronte a un’agenda necessaria, un’agenda unica – conclude – Ci sono diverse ricette e quella dell’austerità cieca e della svalutazione del lavoro non funziona. Serve una rotta progressista”. Il trionfo di Monti a Cernobbio, evidentemente, indica che la sua agenda va in un’altra direzione. Lo ammette anche Enrico Letta, ultramontiano del Pd: “È naturale che l'ambiente di Cernobbio veda positivamente un Monti bis”, così come più volte (ma questo è meno naturale) ha dichiarato di vedere bene lui.

Sono pochissime, va detto, le voci della politica scandalizzate dallo scenario. Il Terzo Polo (ora ‘Per l’Italia’) è fatto apposta per questo. Al Pd, stretto tra il voto di protesta grillino e l’avanzata “amica” di Matteo Renzi, non è detto che dispiaccia temporeggiare un altro po’ prima di candidarsi alla guida del Paese (momentaneamente allo sfascio). Il Pdl al minimo storico e con un candidato azzoppato non ha motivo di alzare la testa. Lo fa solo una ex An come Giorgia Meloni: “Non capisco perché nessuno si ponga il problema del fatto che se Monti vuole governare anche la prossima legislatura dovrebbe candidarsi alle elezioni politiche come tutti e chiedere agli italiani cosa pensano del suo lavoro. Ricordo che in una nazione democratica è il popolo che decide chi governa, non le segreterie di partito o gli oligarchi”.

Paola Zanca - 09 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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