Lui l’aveva detto, negli ultimi giorni di Eluana, come ricorda il film di Bellocchio: “Dai miei sondaggi risulta che il 50% delle persone in coma irreversibile tornano alla piena normalità” (per questo si chiama “coma irreversibile”: per un vezzo linguistico). Infatti, grazie a speciali sondini nanogastrici, è tornato in vita persino lui,
come nuovo. Vita si fa per dire: stiamo parlando della crociera del Giornale sulla nave Divina, con 500 attempati lettori (quelli che – informa il Giornale medesimo – “portano in valigia costumi, vestiti e tutto il guardaroba dialettico del pensiero liberale”), disposti persino a pagare pur di vederlo. E per giunta con lo zio Tibia, al secolo Alessandro Sallusti, nelle vesti di reggimicrofono. Ma da qualche parte bisognava pure cominciare. La festa dei giovani pidielle “Atreju”, meglio di no: poteva scapparci qualche domanda (“Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?”). Con Tibia vai sul sicuro: in assenza del comandante Schettino, agli
inchini provvede direttamente lui. L’anziano gagà tornato alle origini, cioè alle navi da crociera (dove, per dirla con Biagi, “faceva ballare le vecchie”) con Apicella e Pascale al seguito, è apparso in ottime condizioni. Almeno al confronto di come l’avevamo lasciato nove mesi fa, faccia giallastra, occhi socchiusi, accasciato sulla Berlusmobile coi vetri abbrunati e imperlati di pioggia che lo portava a dimettersi al Quirinale fra due ali di folla festante. Ora Dagospia lo descrive “dimagrito e smaltato come una vasca da bagno”. In effetti il capino implume è di nuovo ornato dalla tradizionale calotta catramata, il volto è pittato e levigato di fresco dai maestri artigiani e piallatori di Arcore, la dentatura Pozzi Ginori brilla leccata e laccata come un sanitario di gran lusso, i tacchi sono lustri con trampolo interno e la pompetta e la carrucola di ordinanza tornano in funzione (“ora bisogna concentrarsi sulla crescita”, ha detto montando a bordo). Ma è soprattutto il repertorio vintage, con tutto il meglio dei bei tempi, a valere il prezzo del biglietto. La riduzione delle tasse (“abrogheremo subito l’Imu”, che peraltro ha inventato lui). I vari “miracoli” compiuti in vent’anni con ben “40 riforme” (dalla patente a punti alla legge sul fumo: altro sul momento non ricorda, ma gli verrà in mente). L’“avviso di garanzia a Napoli” (che poi era un invito a comparire a Roma). I brogli di Prodi (“nel 2006 trasformarono in voti tutte le schede bianche”). E poi “una lotta alla criminalità mai messa in campo” (appunto, mai: se ne occupavano Dell’Utri e Cosentino). Il prestigio internazionale riconquistato dall’Italia grazie alla sua “cordiale amicizia con i miei colleghi” (tipo Merkel e Sarkozy). Il suo fiuto da talent scout che gli ha fatto scoprire “il migliore di tutti i politici in campo, persona di grande intelligenza” che “porterà un’ondata di freschezza, di gioventù, di novità nella vita politica italiana” (cioè Alfano: infatti si ricandida lui). Ma soprattutto la missione di salvare dai comunisti gli italiani e, già che c’è, anche i francesi. Già, perché – rivela a un Sallusti estatico, rapito, praticamente in deliquio – approfittando della sua assenza “la Francia è caduta nelle mani della sinistra e Hollande sta cercando di tassare del 75% chi guadagna più di 1 milione”, per cui “moltissimi francesi stanno cercando di cambiare residenza”. Un esodo biblico. Non bastasse il pericolo rosso, che atterrisce milioni di italiani, c’è un’altra missione da compiere: “raccontare agli italiani come si deve votare”, casomai qualcuno pensasse di non votare per lui o per l’amico Renzi. O, peggio ancora, di scegliere 5Stelle: “Non ci si improvvisa capaci di gestire una città, una provincia, una regione, un Paese: guardate cosa succede a Parma, un disastro”. In effetti, per riuscire a portare al fallimento una città come Parma con 1 miliardo e mezzo di debiti, ci vuole una grande esperienza e una guida sicura: improvvisando non ce la si fa. Per questo è tornato: per finire il lavoro.
Marco Travaglio - 18 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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