GRILLO SCEGLIE LA DEMOCRAZIA: “I CANDIDATI DECISI DALLA RETE”
Allo studio un metodo come quello dei Piraten tedeschi
Per le prossime elezioni politiche i candidati del Movimento 5 Stelle saranno scelti on line e il programma sarà discusso e completato attraverso una piattaforma in Rete. In modo
trasparente. Ci vediamo in Parlamento”. Parola di Beppe Grillo.
La scomunica di Giovanni Favia non è arrivata. Il consigliere regionale che aveva accusato il Movimento di scarsa democrazia interna è ancora lì, seppure “sfiduciato”. Ma dopo giorni di polemiche, di pagine sui giornali, di talk-show, domenica ecco che sul blog di Grillo è comparso un post che affronta la questione.
Molti lo attendevano, sia tra i critici sia tra i sostenitori del Movimento. Le reazioni non si sono fatte attendere: in poche ore quasi mille commenti. Positivi molti. C’è chi esulta: “W il M5S... sempre con voi. Basta con questi quattro politicanti di basso rango... Udc, Pd avete rotto. Cosa avete fatto in Parlamento negli ultimi trent’anni?” scrive Vincent. Altri puntano il dito sulle polemiche delle ultime settimane: “É incredibile come i media, quando parlano del Cinque Stelle e di Beppe, abbiano la capacità di riportare il contrario di ciò che è la verità”. Tanti propongono software e soluzioni per selezionare i candidati. Non manca qualche voce critica: “Per il programma una bella piattaforma by Casaleggio e Associati. Sembra un po’ come quel Partito Azienda…”, attacca Gianluca.
Ma che cosa scrive Grillo? Il fondatore del Movimento si toglie qualche sassolino dalla scarpa, fissa un punto: “Il primo (e unico) imputato” delle polemiche di queste settimane “è il Movimento 5 Stelle accusato di mancanza di democrazia (e per qualcuno anche di fascismo). In effetti il M5S è sovversivo, vuole introdurre il referendum propositivo senza quorum, l’elezione diretta del candidato, l’obbligatorietà della discussione delle leggi popolari con voto palese in Parlamento, la conferma referendaria, inserita in Costituzione, di ogni cambiamento della legge elettorale, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”. Poi Grillo aggiunge: “Si dirà che è tutto fumo negli occhi per evitare di parlare di mancanza di democrazia interna. Parliamone. Le liste dei candidati regionali e comunali sono definite in autonomia sul territorio, il programma è deciso da loro, il voto in consiglio è dato sempre in piena libertà. I sopracciò della democrazia, i giornalisti grandi firme giustamente rilevano che si può e si deve fare meglio. Gridano al centralismo democratico che conoscono tanto béééééne. E la piattaforma, i candidati, le politiche...? C’è un deficit di democrazia, un principio evidente di ducismo, un accentramento intollerabile. Il M5S non può sottrarsi al confronto!”.
Quindi la promessa di Grillo: i candidati saranno scelti on line. In concreto che cosa significa? “Che né Beppe, né Casaleggio metteranno becco sulle scelte della rete. Altro che liste bloccate, questa è democrazia interna, alla faccia delle polemiche. Trovate un altro partito che faccia altrettanto”, insiste uno dei più stretti collaboratori del padre del Movimento. Aggiunge: “Il passo è fatto, la migliore risposta alle polemiche. Ora ci correranno tutti dietro, soprattutto qualcuno”. Forse un accenno a Matteo Renzi, che negli ultimi giorni ha registrato un balzo in avanti su Twitter e Facebook: più 10.206 fans. Resta, però, lontano dai 940mila sostenitori di Grillo (ma anche dai 524mila di Vendola e dai 445mila di Berlusconi).
E lui, il dissidente Favia, che cosa ne pensa? “Sicuramente un passo avanti. Segno che il dibattito seguito al mio fuorionda nella trasmissione Piazzapulita è stato salutare. Spero che sia avviata una discussione per individuare un portale Internet veramente autogestito”. Certo, non tutti gli ostacoli sono superati, perché il Cinque Stelle, stando ai sondaggi di oggi, vale 100 parlamentari. Bisogna selezionare un migliaio di candidati. Si farà on line, è deciso, ma come concretamente? Il secondo passo sarà forse una piattaforma digitale sul sito www.beppegrillo.it , dello stesso tipo di quella oggi utilizzata per proposte e programmi.
Finora è tutto top secret. Davi-de Bono, consigliere regionale Cinque Stelle in Piemonte, premette: “Per adesso non si sa niente di sicuro”. Poi ipotizza: “Si potrebbe chiedere agli aspiranti candidati di inviare curriculum e programmi, magari video, da votare online”. I requisiti? “Fedina penale pulita e competenze”. Di certo studiano i “Pirati” tedeschi, prendono spunto, cercano soluzioni più solide possibile.
Un lavoro complesso, gli stessi ragazzi del 5 Stelle non si nascondono sfide e incognite: “Mille candidati sono tanti”, racconta uno dei collaboratori del Movimento che studiano una soluzione tecnica. Aggiunge: “La scelta di Internet è democratica, ma bisogna farla bene.
Con l’aria che tira molti cercano di salire sul nostro carro. Il rischio è che i candidati forti prendano migliaia di voti, ma altri se la giochino su una manciata di preferenze”. Come dire: per entrare in Parlamento basterebbero poche decine di voti online. Un po’ di amici e parenti. Ecco la sfida: evitare che sul cavallo di Internet entrino al galoppo i soliti furbetti.
Ferruccio Sansa - 18 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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