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Il maggiordomo Angelino l'aveva detto: “Presto annunceremo una novità destinata a rivoluzionare la politica italiana”. E il gran giorno è arrivato. Incurante degli uccelli del malaugurio che lo danno per finito, B. ha depositato il marchio
“Italia Pulita” per rivoluzionare il Pdl, da un'idea di Previti, Dell'Utri, Cuffaro e Cosentino. Ma di galantuomini pronti a ingrossarne le file se ne contano a centinaia, nei migliori penitenziari. Non contento, rivela il Corriere, B. “si prepara a scendere di nuovo in campo: un'estate nelle piazze col microfono in mano”. E, per tornare in forma, s'è messo a studiare: “Passa almeno due ore al giorno a visionare i filmati di Grillo”. “Sto facendo – ha confidato ai suoi impiegati – un'esegesi dei suoi discorsi. Grillo è la mia brutta copia”, anche se “non è elegante come
me”. Ecco cosa gli manca: l'eleganza. Non ha ancora organizzato gare di burlesque con prostitute travestite da Boccassini, nè gli è venuto in mente di dire “che fate, mi toccate il culo?” alle terremotate dell'Aquila. Ma si farà. Sulle prime, il ritorno del Cavaliere agli studi ha sorpreso non poco la corte dei miracolati. Anche perchè è stata una cosa improvvisa. Le prime ad accorgersene sono state un gruppo di squillo ucraine in visita guidata a Palazzo Grazioli. Avevano spedito per posta il solito curriculum al solito indirizzo di via del Plebiscito, ottenendo in breve tempo l'appuntamento. Ma, giunte nella magione, han trovato l'onorevole badante Anna Maria Rossi sull'uscio, insolitamente arcigna: “Spiacente, oggi non si entra. Il capo dice che non c'è per nessuno e non vuol essere disturbato. Sta studiando”. Le ragazze, abbigliate come da isctruzioni con un filo interdentale,han fatto un po' di anticamera nell'ingresso impreziosito dalla statua di Priapo, cui erano appesi i vecchi strumenti di lavoro: il pene meccanico azionabile con telecomando, la pompetta idraulica, gli argani, le carrucole e tutto l'armamentario noto nell'ambiente come “alzabandiera”. Poi,guardando meglio, hanno notato due dita di polvere sul Priapo e tracce di ruggine sui materiali ferrosi, come in certi cantieri navali in disuso, deducendone che l'anziano satiro è fuori esercizio. La calotta pilifera catramata giaceva mestamente su un canapè. Intanto giungeva sul luogo del relitto il resto della servitù, quella non ancora fuggita: Al Fano, Bondi, Cicchitto, Bonaiuti e Gasparri. Ma nemmeno a loro veniva concessa udienza. Persino Galliani, venuto a parlare di Ibra che vuole lasciare il Milan, restava sulla panca accanto alle squillo, ai truccatori coperti da ragnatele e a Vespa con la sua signora testè promossa garante della privacy. L'allarme serpeggiava in sala d'attesa: che non stia bene? Un embolo per eccesso di Viagra e Cialis? Niente paura: semplicemente lo studioso studiava. Chiuso nel salone delle tv, sepolto da una catasta di videocassette vhs (non è ancora passato al dvd e Google continua a confonderlo con Gogol), ne infilava una via l'altra nel videoregistratore prendendo appunti. Spesso premeva “pause” sul telecomando e consultava il dizionario della lingua italiana. “Wi-fi... browser... belìn... rinnovabili... psiconano... rifiuti zero... meetup... testa d'asfalto... bilancio partecipativo... psicopedonano... differenziata... auto a idrogeno... Cip6... psicopedomafionano... compostaggio... vaffanculo”. A ogni parola di Grillo, lo studioso scuoteva il capino implume e si accasciava sul divano: “Cribbio, ma che lingua parla questo? Ma possibile che lo stiano tutti a sentire? Io, sarà che sono troppo moderno, ma non ci capisco un'acca... Vabbè, ci riprovo domani”. E usciva in anticamera urlando: “Dai, venite qua che andiamo nel lettone e ce la spassiamo!”. Ma ormai era notte fonda. Le ucraine avevano trovato di meglio da fare. In compenso erano rimasti Al Fano, Cicchitto, Bondi, Bonaiuti, Gasparri e i coniugi Vespa. “Vabbè ragazzi, come non detto. Io vado a dormire solo”. E scoppiava, silenziosamente, a piangere.
Marco Travaglio - 12 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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