sabato 2 giugno 2012

IL GOVERNO CEDE AL PDL SU RUBY E INTERCETTAZIONI

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DDL ANTICORRUZIONE

Una fiducia divisa in tre. Potrebbe essere la prima volta che un governo viene costretto da un partito della sua maggioranza a blindare solo alcuni articoli di un suo provvedimento pur di non vederlo snaturato in aula per i soliti motivi di tutela giudiziaria personale. Del Cavaliere.
Invece, succederà la prossima settimana, quando il ministro Paola Severino porrà la fiducia alla Camera sugli articoli del ddl corruzione riguardanti la nuova parte penale, che il Pdl vorrebbe buttare nel cestino senza tanti perché. A partire dall'articolo 13, quello che fa salire complessivamente di due anni la pena per il reato di concussione. Per non parlare dell'introduzione della corruzione tra privati e del traffico di influenze (raccomandazioni).

La battaglia si annuncia senza sconti; gli interessi, specie in campo Pdl, sono troppi e troppo forti e non c'è davvero nulla da perdere: nell'articolato c'è pure l'emendamento ribattezzato “Salva Ruby” che arriverà in discussione probabilmente già martedì prossimo. Intanto, lunedì, governo e maggioranza torneranno a riunirsi. Perché prima di tutto questo c'è ancora un altro nodo da sciogliere, quello dell'emendamento cosiddetto “salva trombati” che il ministro Patroni Griffi si è proposto di riscrivere totalmente. È quella norma che prevede l'impossibilità, per un candidato o per un ex eletto (ad esempio un ex sindaco o un ex parlamentare) di ricoprire incarichi dirigenziali nella Pubblica amministrazione se non dopo uno stop di tre anni. Il “fermo” diventa poi definitivo qualora lo stesso candidato abbia subito una condanna di primo grado. Su questo, il Pdl ha fatto un vero e proprio fuoco di sbarramento, tanto da far disperare la ministra Severino su quello che potrà succedere sulla parte penale. “Se arranchiamo su questo – confidava il centrista Pierluigi Mantini – non oso immaginare cosa accadrà poi”. C'è da dire, però, che durante la conferenza dei capigruppo, il Pdl ha accantonato la sua istanza di rinvio dell'intero provvedimento sine die in cambio del reingresso sulla scena del ddl intercettazioni. La Guardasigilli si è detta d'accordo, ma questo non ha fatto altro che aprire un nuovo fronte sul campo già minato della battaglia parlamentare sulla giustizia.

Dopo il ddl corruzione, infatti, sarà di scena il falso in bilancio e quindi proprio le intercettazioni, il cui voto finale è previsto per il 22 giugno. Salvo modifiche, il ddl sepolto da Fini e da Napolitano giusto un anno fa, si avvierebbe a diventare legge in via definitiva, visto che si trova ormai in terza lettura. Una possibilità che ha messo in allarme la Federazione della Stampa che ha accusato il ministro Severino di aver utilizzato il ddl intercettazioni come “merce di scambio politico” per riuscire a far approvare senza troppe scosse il suo ddl corruzione, ma la ministra ha risposto piccata: “Il concetto di do ut des non mi è mai appartenuto, però questa può essere l’occasione buona per ricordare che furono tutti e tre i segretari dei principali partiti che sostengono la maggioranza a chiedere che tra i temi da trattare con priorità vi fossero anche le intercettazioni”. Le elezioni sono sempre più vicine e un bavaglio a stampa e magistrati in fondo fa comodo a tutti.

Sara Nicoli - 02 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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