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GLI OSTELLINI DELLA MORALE
In un pensoso articolo pubblicato sul Corriere del 20/5 Piero Ostellino ci spiega, in termini filosofici, la storia italiana degli ultimi decenni. È stato grazie all’“autonomia della politica dalla morale” (linea culturale che nel nostro Paese ha una lunga tradizione da Machiavelli a
Croce) se l'Italia ha potuto progredire e prosperare attraverso, “piaccia o non piaccia”, l'evasione fiscale, il lavoro nero, la corruzione, l'illegalità diffusa. Insomma la politica ha affermato il primato del “principio di realtà”, di ciò che effettivamente è, sul moralismo, così lo chiama Ostellino, del “dover essere”. A parte che non si vede alcuna ragione ragionevole per cui questa “autonomia dalla morale” spetti solo alla politica e non anche al singolo individuo nel perseguimento dei suoi interessi, il discorso di Ostellino, gli piaccia o no, è prettamente hegeliano: “Tutto ciò che è reale è razionale”.
Massimo Fini |
Friedrich Nietzsche, in Genealogia della morale, ha splendidamente spiegato che la morale non ha nulla a che fare con la morale. Ma con l'utilità. Nasce perché gli uomini seguendo liberamente i propri appetiti non si massacrino l'un l'altro (“homo homini lupus”) finendo così per autodistruggersi e per distruggere la comunità in cui vivono. Che è proprio il contrario dell'individualismo sfrenato, liberaldemocratico, sostenuto da Ostellino. Una comunità non si sostiene e sopravvive solo sul principio di Libertà ma anche, e forse soprattutto, su quello di Autorità senza il quale si dissolve. La diarchia Libertà/Autorità non è così pacificamente scioglibile a favore della prima come noi crediamo. Fedor Dostoevskij nell'apologo de Il Grande Inquisitore inserito ne I fratelli Karamazov, ha messo a fuoco questo eterno dilemma in trenta straordinarie pagine che restano le più profonde dedicate alla questione. Ma per scendere dall'empireo dei Grandi sulla terra, cioè su questa povera, indecente, inguardabile Italia, vale ciò che disse venti anni fa in Tv l'infinitamente più modesto Beppe Grillo e che gli costò la cacciata dalla Rai: “Se tutti rubano non resta più nessuno a cui rubare”. Non c'è più trippa per i gatti. Ed è esattamente la situazione in cui, grazie anche alle elucubrazioni di Ostellino e di tutti gli innumerevoli Ostellini di questo Paese, siamo precipitati.
Massimo Fini - 02 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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