A DOMANDA RISPONDO
Caro Colombo, giorni fa è morto a Parigi un grande, vecchio leader della Resistenza francese, Raymond Aubrac (97 anni). Nella foto che vedo sui giornali francesi la bara, portata da militari in alta uniforme, è seguita dai familiari e dal presidente Sarkozy. Ho pensato: ecco un Paese normale, in cui la Storia non si tocca e la destra è dentro, non fuori (ed estranea e nemica) dal comune passato del Paese.
Armando
Fatalmente viene in mente un fatto italiano appena accaduto, la scomparsa di un grande personaggio della Storia antifascista italiana, Rosario Bentivegna. Come si ricorderà, Bentivegna è stato, in Roma, il protagonista di una Resistenza quasi improvvisata, quasi senza mezzi, contro la poderosa occupazione nazista e il collaborazionismo fascista. Come è noto il suo nome è stato legato al più importante attentato subìto dai nazisti a Roma, quello di via Rasella. La rappresaglia tedesca, comandata direttamente da Hitler, è stata tra le più crudeli e furiose e ha dato luogo al massacro delle Fosse Ardeatine. La destra italiana ha scelto prontamente di mettere la rappresaglia nazista e i 335 morti delle Fosse Ardeatine a carico dei Partigiani, e non su quello di coloro (tedeschi ma anche italiani), che hanno eseguito o aiutato a preparare il massacro. In questo modo sono riusciti a usare per decenni il nome di Bentivegna come quello di un colpevole invece che come quello di un eroe. Negli ultimi due decenni Berlusconi ha dato vita, agiatezza e ministeri a ciò che rimane di quella destra, aggravando la spaccatura dell'Italia e rendendo possibile un costante lavoro di screditamento della Resistenza e della sua celebrazione. La morte di Rosario Bentivegna ha confermato che la separazione di questo Paese dalla sua Storia è un triste fenomeno che continua. Ogni giornale di destra si è prontamente dedicato a ricordare il Partigiano come responsabile della rappresaglia, tentando di denigrarlo fino alla tomba, e poi di ricominciare a chiedere che si abbandoni e smentisca l'antifascismo che sarebbe, come nell'ignobile trucco di via Rasella, la causa dell'Italia divisa. Non ci resta che guardare a quell’immagine del presidente Sarkozy, candidato della destra alle prossime elezioni presidenziali francesi, e provare invidia per quel Paese che ha i conti in ordine con la Storia.
Furio Colombo - 20 aprile 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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