giovedì 19 aprile 2012

“Don Gallo turba i fedeli”, chiesa chiusa

CHIAMATO A MOLINETTO DI MAZZANO, IL SACERDOTE È DIROTTATO A SANTA MARIA IN SILVA

Cosa ci fanno in una sera di aprile umida come succede solo nella Bassa, una manciata di persone fuori da una chiesa, intirizzite per il freddo e indispettite perché non c’è modo di entrare nella chiesa medesima, intitolata a Santa Maria in Silva? Facciamo un passo indietro, spostandoci di qualche chilometro e tornando indietro di qualche giorno.

Molinetto di Mazzano è una minuscola frazione a pochi chilometri da Brescia. Provincia profonda, quattro case e una parrocchia. Con annesso oratorio, parecchio frequentato da bimbi e adolescenti del
paesino. Corrado Colombo è un educatore dell’oratorio: ha 42 anni e si occupa insieme ad Elena Maccarinelli della formazione di un gruppetto di adolescenti tra i 16 e i 18 anni. È cattolico, naturalmente. Non cieco bacchettone però, come accade spesso nella chiesa di base dove gli anacronistici anatemi d’Oltretevere sono sempre meno popolari. Qualche mese fa Corrado pensa di far incontrare i suoi ragazzi con don Gallo.

Assieme al curato della parrocchia va a Genova, alla comunità di San Benedetto al porto dove si comincia a costruire l’incontro con i ragazzi di Brescia. Già qui il parroco è perplesso e confida i suoi dubbi a Elisa Rinaldi, collaboratrice della comunità di San Benedetto: “Non so se sia opportuno che degli adolescenti ascoltino don Andrea, le sue posizioni li possono turbare”.

E dire che don Gallo è amatissimo dai giovani: pensa e soprattutto predica un Vangelo umano, più vicino alle persone che ai dogmi. Una parola di Cristo che non si nutre di paure, di divieti, di condanne. Cominciano i primi tentennamenti, ma la data viene fissata comunque per il 15 aprile. Senonché interviene il vescovo in persona, Luciano Monari che dal 2007 guida la curia di Brescia, e ordina l’altolà: quest’incontro non s’ha da fare. Don Gallo è noto per le sue posizioni estreme, chissà cosa può dire alle giovani pecorelle di Molinetto. Sul sesso, sulla Chiesa ufficiale: per carità. Però più di qualcuno nota che l’ostracismo della diocesi bresciana è strano: il vescovo non ha fama di aver vedute particolarmente bigotte e passatiste, ha perfino una pagina Facebook con foto e biografia (per la cronaca, piace a 110 persone).

“Secondo me”, spiega Corrado Colombo, “il vescovo ha preso questa posizione più per tener buoni sacerdoti che si saranno certamente lamentati che per una sua intima convinzione. Ma è una mia opinione personale”. Tutto perduto? No, perché i ragazzi di Corrado non si arrendono, si organizzano e cercano una soluzione alternativa. Si fa avanti un altro don, Fabio Corazzina, sacerdote di Santa Maria in Silva. E mette a disposizione la sua parrocchia per l’incontro. Che infatti si svolge, perché la censura trova sempre i suoi antidoti e don Corazzina non è tipo da farsi intimorire. Alla serata si presentano in tantissimi: più di mille persone. Qualcuno mugugnando deve tornare a casa perché la sala è strapiena. E gli adolescenti restano incantati, ascoltano anche la messa che alle 18.30 Don Gallo concelebra.

L’incontro inizia alle 20.30: tre ore di monologo in cui il “prete degli ultimi” parla a braccio, come al solito, in uno swing che va dagli anni della Resistenza alla centralità della Costituzione, passando per la libertà, la politica svenduta alle fameliche brame di denaro, gli insulsi e anacronistici oscurantismi romani sulle questioni di sesso, di corpo e di coscienza.

“Non c'è stato uno dei miei ragazzi che non sia rimasto incantato da don Gallo”, spiega ancora Corrado. “Erano tutti pieni di gioia per quello che avevano ascoltato. Così i loro genitori: nessuno ha aperto bocca quando hanno saputo dell'invito, erano tutti con noi. L'incontro è stato sereno, senza che le coscienze venissero turbate o violate in alcun modo”. E fino a ieri nessuna nota di biasimo ufficiale è giunta a Don Corazzina dalla Diocesi: forse il successo dell'incontro ha convinto anche i sacerdoti recalcitranti. O più probabilmente, come nella migliore tradizione, la Curia ha girato la testa dall'altra parte.

SiT - 19 aprile 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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