venerdì 5 ottobre 2012

Operazione Gattopardo (di Marco Travaglio)


C’ è un che di sospetto, fastidioso e ipocrita nella voluttà con cui i giornali e le tv che han tenuto il sacco alla partitocrazia senza partiti della Seconda Repubblica si sono messi all’improvviso a cavalcare il sacrosanto sdegno dei cittadini per gli scandali della cosiddetta politica. E c’è un che di stonato nelle copertine di Panorama sulla
“Magna Casta”, nelle intemerate Mediaset dei Del Debbio (cofondatore di Forza Italia) e delle D’Urso: il replay dei peana di Fede-Brosio-“Sorrisi e Canzoni” a Mani Pulite per spianare la strada al Caimano. Non perché la cronaca non fornisca ogni giorno abbondante materia di scandalo. Né perché quanto emerge dai mille rivoli dell’eterna Sprecopoli non meriti attenzione e indignazione. Ma per altri tre motivi che speriamo di riuscire a spiegare senza essere fraintesi.

1) È molto tardi per denunciare ciò che da vent’anni era sotto gli occhi di tutti, anche se quasi tutti si voltavano dall’altra parte. Fino a qualche mese fa i pochi che osavano farlo (Stella e Rizzo, Grillo, Santoro, Gabanelli, Iacona, modestamente anche noi), erano bollati da giustizialisti, manettari, antipolitici, qualunquisti. Ora che i partiti son ridotti allo stato larvale è fin troppo facile, e comodo.
2) C’è un’evidente sproporzione fra lo spazio riservato sui media, dunque nell’“immaginario collettivo”, ai furtarelli dei rubagalline alla Fiorito e ai grassatori professionisti di soldi nostri che hanno prosciugato le casse dello Stato: grande industria, alta finanza, compagnie telefoniche, proprietari di cliniche private, ras dell’energia, dei rifiuti, delle concessioni, dell’asfalto, del cemento, della sanità privata con soldi pubblici, faccendieri, burocrati e boiardi, quasi tutti (direttamente o indirettamente, tramite compassi e grembiulini) infilati nelle proprietà di giornali e tv. Gente, perlopiù nota ai mattinali di procure e questure, che non paga mai o, se paga, gode di assoluta immunità mediatica. Tant’è che è sempre in pista e in pasta, travestita da nuovo che avanza.
3) Il rimedio che occhieggia dalla grande stampa al magnamagna dei partiti è, come nel '94, molto peggiore del male che dovrebbe curare: quello che chiamano soavemente “Monti-bis”, ma con la figura prestigiosa e competente di Monti ha poco a che fare. In realtà è un maleodorante Gattopardo travestito da tecnico che, all’ombra di Monti, accrocca poteri forti e loschi (i soliti). E, con l’aria di cambiare tutto e liberarci dal male – magari con una finta legge contro i condannati in Parlamento e qualche taglietto alla Casta – si candida ad assaltare la diligenza in forme ancor più rapinose e pericolose proprio perché più subdole e meno smaccate. Per essere ancora più chiari: Fiorito sta bene dove sta, ma merita ben altra compagnia che i soliti ergastolani. Perché non bastano mille Fiorito, nemmeno se vivessero mille vite ciascuno, per sottrarre alla collettività i miliardi ingoiati dai Gattopardi camuffati da tecnici. Qui non si tratta di salvare i partiti che, a furia di Fiorito e Penati, si stanno suicidando da sé. Ma se la jeep di Fiorito, la festa dei porci travestiti da maiali, la fiera della castagna del consigliere Tizio, la sagra della nocciola dell’assessore Caio vanno in prima pagina, quanto spazio esigono le evasioni di Intesa, Unicredit e Montepaschi, i sussidi pubblici alla Fiat, le corruzioni dei Mercegaglia e dell’Ilva, le mazzettone della sanità lombarda, le indagini su Passera, i rapporti incestuosi fra Grilli e Orsi confinati in trafiletti a pagina 36? Attenti, siamo maestri nel ricascare sempre nello stesso errore: affidare la soluzione dei nostri problemi a chi li ha creati. O a chi rappresenta egli stesso il problema.

Marco Travaglio - 05 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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