mercoledì 19 settembre 2012

Vauro replica: “ANCH’IO SONO UN VIGNETTISTA SQUILLO”


Il disegnatore replica alle accuse della ministra ritratta in calze a rete e tacchi a spillo: “Se sel’è presa mi dispiace per lei, ma io le vignette le faccio per i lettori”

"Sono un vignettista squillo. Sto aspettando che il telefono squilli per una telefonata della
Fornero”. Vauro – ovviamente – la butta in battuta. Ieri mattina il manifesto pubblicava una sua vignetta con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, raffigurata di fronte al telefono con tacchi a spillo, calze a rete, giarrettiera e pure orecchie da coniglietta. “Fiat-Marchionne. Aspetto che il telefono squilli”, la dida. E il titolo, con esplicito doppio senso: “La ministra squillo”. Il riferimento è alle affermazioni della ministra che lunedì aveva detto di attendere una telefonata di Marchionne che le chiarisse i destini della Fiat. Affermazioni contenute in un colloquio a Repubblica, peraltro da lei smentito.

Comunque, non esattamente una posizione interventista. Che Vauro raffigurava da par suo. Non l'avesse mai fatto. La Fornero ieri è entrata in campo con tutta la potenza della sua indignazione. E ai cronisti che le chiedevano un commento su Marchionne ha risposto con voce squillante e perentoria, mentre si riparava dietro enormi occhiali da sole: “Trovo vergognosa la vignetta di Vauro che denota il persistente maschilismo, volgare e inaccettabile, da parte di alcuni uomini. È l’unica cosa che voglio dire oggi”. E poi: “Sono insulti che rispedisco al mittente”. Non le è bastata la reazione estemporanea, ci è tornata poi durante un convegno, con toni ancor più sdegnati: “'Ministro squillo a un uomo l'avrebbero mai detto? Si vergognino”. Senza esitare a definire la vignetta “offensiva per un ministro ma anche per tutte le donne”.
“Io mica faccio le vignette per la signora Fornero, ma per i lettori”, commenta Vauro, tranchant. “Queste sono sciocchezze, non mi interessano”, ci va giù deciso. L’accusa di “cattivo gusto” in realtà ieri correva sulla rete. Ma assieme a quelle nei confronti di un ministro sempre pronta a lamentarsi, o a lasciarsi sfuggire l’uscita infelice, che perde tempo a riservare i suoi anatemi non alle rivelazioni di Marchionne, ma a un vignettista. E mentre Twitter si scatena tra favorevoli e contrari (da chi dice semplicemente che la vignetta “fa schifo” a chi gli dichiara “amore incondizionato”), lui a un certo punto per rispondere alle accuse di maschilismo , twitta semplicemente un link. È un’altra vignetta. Titolo: “Fantasie erotiche”. Raffigura Berlusconi che incita Angelino Alfano in calze a rete. “Dai, dai, muovi un po' quelle belle chiappette”. E la spiega: “Berlusconi gioca al presidente della Repubblica, e Alfano gli fa la lap dance vestito da corazziere”. Come dire che anche un uomo l’ha ritratto (più o meno) così.

Non è certo la prima volta che Vauro si trova nell'occhio del ciclone. Per una vignetta sulla Nirenstein, dal titolo “Fiamma Frankenstein” lei lo denunciò all'ordine dei giornalisti: fu assolto e la vignetta archiviata. Sul Riformista uscì un articolo, a firma Peppino Caldarola, in cui l'autore scriveva che Vauro definiva la Nirenstein “sporca ebrea”. Vauro sporse denuncia per diffamazione, perché nel pezzo si citava un virgolettato inesistente. E vinse.

Mauro Masi nel 2009 chiese e ottenne la sua sospensione (per quanto temporanea) da Annozero: il disegnatore ironizzando sul piano casa di Berlusconi, che, pur arrivando dopo un terremoto devastante, non conteneva misure antisismiche, e sulla mancata ricostruzione dell’Aquila, disegnava un: “Aumento delle cubature. Dei cimiteri”.

Wanda Marra - 19 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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