sabato 22 settembre 2012

Vaticano, il processo vietato ai giornalisti (di Carlo Tecce)


SOLO 8 FORTUNATI TRA I VATICANISTI DI LUNGO CORSO ASSISTERANNO AL DIBATTIMENTO SUL MAGGIORDOMO

Il processo a Paolo Gabriele (il maggiordomo) e Claudio Sciarpelletti (l'informatico), prima udienza sabato 29 settembre, è un'occasione irripetibile per il Vaticano. Un'occasione, forse, già sfuggita. La giustizia santa in cambio di trasparenza laica? Le condanne per chi
avrebbe rubato documenti riservati poi pubblicati sui quotidiani italiani e il silenzio per chi vuole conoscere la verità? Perché il Vaticano fa sapere che il procedimento sarà pubblico, ma il concetto di pubblico è variabile oltre le mura leonine: otto giornalisti fra italiani e stranieri potranno assistere al confronto in aula fra accusa e difesa. La stampa mondiale dovrà accontentarsi di informazioni di seconda mano, anzi di secondo orecchio: perché gli otto potranno incontrare i colleghi e raccontare il processo che avranno sentito senza poter registrare e visto senza poter riprendere. Un passaparola che strozza il flusso di notizie e concentra qualsiasi tipo di potere in Vaticano.
I fortunati otto saranno giornalisti vaticanisti iscritti all'associazione Aigav, diretta da Salvatore Mazza di Avvenire. Fonti interne dicono che gli otto saranno estratti a sorte, affidarsi al caso è piuttosto stravagante: e se restassero fuori gli italiani o gli americani? Il caso non si educa. Però, in Vaticano riflettono anche su questo punto. E dunque, senza aspettare la lotteria, si può anticipare la formazione: un quotidiano italiano, un paio di agenzie internazionali, una italiana e qualche televisione americana. Chi non è vaticanista di lungo corso, e semmai è un semplice cronista, non è ammesso al giochino. Non va nemmeno al provino. Inutile.

Ieri padre Federico Lombardi ha incontrato i giornalisti per le comunicazioni di servizio. E quella più curiosa, infilata in mezzo a un ampio discorso, riguarda l'avvocato Cristina Arru, che dovrebbe tutelare gli interessi del cliente Paolo Gabriele, ma che annuncia tramite padre Lombardi: “Non verranno concesse interviste”. La Arru è di estrazione focolarina come il collega Carlo Fusco, che ha rinunciato all'incarico dopo aver assistito Gabriele, ora imputato di furto aggravato, durante l'indagine istruttoria di Nicola Picardi. Padre Lombardi non ha indicato tempi massimi per le sentenze né il calendario del processo. Il tribunale vaticano sarà presieduto da Giuseppe Dalla Torre (rettore Università Lumsa), che sarà affiancato da Paolo Papanti Pelletier , giudice ordinario e Venerando Marano, giudice aggiunto e già consulente dei vescovi italiani. L'avvocato di Sciarpelletti, accusato di favoreggiamento, è il romano Gianluca Benedetti. La difesa potrà presentare le prove entro il 26 settembre e poi l'elenco dei testimoni. Ma l'inchiesta dei Gendarmi, sorvegliata da una commissione di tre cardinali, prosegue su vari fronti e potrebbe portare a un nuovo processo. Padre Lombardi non lo esclude: “Lavorano con solerzia così come richiesto dal Papa”.

Carlo Tecce - 22 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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