venerdì 21 settembre 2012

Le mani dell’Inps nelle tasche dei poveri (di Giorgio Meletti)


Mastrapasqua rivuole indietro la quattordicesima 2009 da 200mila pensionati al minimo che hanno sbagliato l’autocertificazione dei redditi per averla. Chi già prende un assegno da fame dovrà restituire 12 euro al mese. La testimonianza: “Con quei soldi mi sfamo”

La legge è legge. L’Inps sta per far partire 200 mila lettere indirizzate ad altrettanti pensionati
al minimo che dal 2008 percepiscono la ricca quattordicesima concessa loro dal governo Prodi: circa 300-400 euro al mese pagati nel mese di agosto. Sono i 200 mila (su 3 milioni di aventi diritto) per i quali è stata riscontrata un’imprecisione nell’autodichiarazione con cui hanno chiesto il bonus.

Antonio Mastrapasqua
La decisione è stata confermata ieri dal presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua: “La quattordicesima è una bella iniziativa, ma non può percepirla chi non ne ha diritto. 200.000 persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate, noi possiamo verificarle solo quando l'Agenzia delle Entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l’accertamento viene fatto quando questa somma è già stata versata. I pensionati che hanno indebitamente percepito la quattordicesima dovranno restituirla”.

Funziona così: ogni anno il pensionato, dai 64 anni in su, deve autocertificare di avere un reddito annuo inferiore a 8.504 euro lordi, pari a 655 euro lordi per tredici mensilità. Incassa la quattordicesima, e poi l’Inps chiede all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi dei tre milioni di percettori del bonus e guarda se veramente hanno un reddito inferiore al tetto. Per chi ha sgarrato scatta la restituzione, facilissima: l’Inps trattiene il cosiddetto “indebito” dalla pensione.

Due cose vanno notate.
In primo luogo è lo stesso Inps a dire che si tratta di errori in buonafede. Nè potrebbe essere diversamente: l’autocertificazione presentata all’Inps viene semplicemente confrontata con la denuncia dei redditi che è anch’essa un’autocertificazione. Quindi l’errore nasce da una errata considerazione dei redditi da sommare, oppure dai Caaf che redigono per i pensionati la quasi totalità delle autocertificazioni. Ci sarà anche qualcuno che, stando magari poco al di sopra del tetto, “ci prova” sperando che i controlli non vengano fatti.

In secondo luogo la notizia è che, se anche fossero dichiarazioni disoneste, 200 mila furbi su tre milioni di poveri costituiscono una percentuale talmente bassa da far pensare che, come in molti già sospettavano, i poveri sono in fin dei conti, e a dispetto dell’oggettivo stato di bisogno in cui versano, più onesti dei ricchi.
Cionondimeno la legge è legge . E l’Inps parte lancia in resta per il recupero di una somma che si aggira tra gli ottante e i cento milioni di euro, pari a poco più di un chilometro di alta velocità ferroviaria.

Già un anno fa sono stati chiesti indietro i soldi indebitamente versati a 185 mila pensionati per la quattordicesima del 2008. Adesso scatta il recupero per l’anno 2009. Dei 200 mila che hanno presentato dichiarazioni errate nel 2009 è ipotizzabile che, per un’amare legge di natura, 15-20 mila siano morti nel frattempo. Per loro, trattandosi di una prestazione assistenziale e non previdenziale, gli eredi non saranno chiamati a pagare.

“Noi siamo per il rispetto della legge”, commenta Carla Cantone del sindacato pensionati Cgil, “ma è bene anche sapere che l’Inps chiede la restituzione della quattordicesima anche a chi ha sforato di un solo euro il tetto dei 650 euro lordi mensili”. Mastrapasqua ha già detto che, a differenza dell’anno scorso, quando il recupero fu fatto in cinque rate mensili, stavolta sarà scelta una linea soft: “Lo faremo in 24 mesi, per consentire a tutti di avere una trattenuta bassa evitando un impatto negativo. Sono circa 300 euro diviso 24, quindi 12 euro al mese”.

Giorgio Meletti - 21 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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