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Sono io, in carne e ossa. Sono anche abbastanza giovane, oltretutto. La visione del mondo è soggettiva, ma noi cerchiamo di oggettivarla sempre, nel senso che ci mettiamo più del “noi” che dell’”Io”. Piacere, sono un elettore di sinistra e sono su piazza. Voglio dirlo, e voglio dirlo
a tutti: da Bersani a Di Pietro, da Vendola a Ferrero, e voglio essere magnanimo mettendoci pure Bonelli e Nencini (no, Pannella non c’è ed è fatto apposta). Il 2013 è vicino, anzi diciamo che il 2012 è già quasi finito visto che ora si va in ferie e poi a settembre si pensa già a Natale. Mentre io italico essere umano godevo come un matto davanti alle adunate di Melénchon a Parigi, poi dopo godevo lo stesso ma con moderazione per Hollande, poi rigodevo come un matto per Syriza in Grecia e mi sa che a breve Syriza ci ridà una bella botta di vita, ecco, qui stiamo tutti aggrappati come dei dementi alla direzione del Partito Democratico di venerdì: «Ma Bersani scioglierà il nodo?»; «Fassina come si pone?»; «Letta ci starà?»; «Ragazzi occhio a Boccia!»; «Attenti alla Bindi, dirà qualcosa»; «Nun ve scordate de Veltroni ahò». «Il Vaticano, tenetelo sempre di conto».
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie appese a una dichiarazione di Orfini, abbarbicati sul movimento delle sopracciglia di D’Alema, perché sono vent’annni (anzi trenta, anzi quaranta) che qualcuno cerca di capire cosa pensa veramente quell’uomo, a parte al «cazzi quella gomena!» da ordinare una volta a bordo del suo piccolo veliero.
Sono un elettore di sinistra e vorrei capire qual è il nostro futuro. Ho atteso a lungo che Casini vi mandasse a quel Paese per il primo capitalista coi soldi di tutti che passava da quelle parti come poi è avvenuto, ho assistito ai vostri vertici di maggioranza con Pdl e Terzo Polo, ho ascoltato gli improperi dei miei parenti pensionati con 150 euro al mese in meno grazie a Monti, ho resistito alla voglia di suicidarmi pensando a Calearo messo lì col voto dei militanti camerieri alle feste dell’Unità, sono rimasto basito davanti al silenzio con cui state assistendo al ritorno del fascismo di Marchionne in fabbrica.
Ora, sono pronto ad aspettare ancora che Bersani, Renzi, Vendola, la candidata senza volto, Barca, Beppe Signori, Saviano, il papa nero, quello grigio, la società civile ma va bene anche quella incivile si candidino alle primarie, quel gigantesco spot di noi stessi, utile a farci la guerra col sorriso come sempre. Dopodiché, perfavore, provate un attimo a pensare al Paese che attende il cambiamento e ve lo sta chiedendo, supplicante, in tutti i modi possibili.
La domanda, la grande domanda, è una: ma se vincete, come io spero e come io ho paura avvenga, cosa ne farete di noi?
Matteo Pucciarelli - 06 giugno 2012 - MicroMega
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Algamica: In vita di Luigi Mangione
12 ore fa
1 commenti:
Condivido quasi tutta l'analisi ma mi sembra che poni troppa attenzione al Pd. Io credo che la sinistra (il Pd non lo è più da tempo, nelle idee e nei comportamenti) debba organizzarsi sin d'ora. Idv, Sel e Fds devono federarsi e presentarsi alle elezioni uniti rinunciando ognuno a un pezzetto di sovranità, ma non come Sinistra Arcobaleno che era solo un cartello elettorale. Syriza, in Grecia, è l'unione di 12 sigle diverse e probabilmente stravincerà le elezioni. Melénchon ha preso l'11% contro un Ps solido da cui non ha conquistato un solo voto. E se si vota con il porcellum bisogna anche presentare un candidato premier credibile. Sono convinto che un'operazione del genere, che comincia adesso e si si radica nel prossimo anno, può ottenere un ottimo risultato.
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