mercoledì 6 giugno 2012

IL PDL SI IMPUNTA, SALTA IL DIVIETO DI CANDIDARE I CONDANNATI

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DDL CORRUZIONE

Svolta al Senato sulla responsabilità civile dei magistrati. Con un tocco d'ingegno la ministra Severino mette a tappeto i desiderata del Pdl, mentre arranca alla Camera il ddl corruzione, sul quale pesano divisioni ancora laceranti nella maggioranza al punto che
l'Esecutivo si dice pronto a sfoderare la carta della fiducia. Altrimenti, giurano da entrambi gli schieramenti, “non se ne esce”. E, invece, Paola Severino anche ieri è sembrata decisa a dimostrare il contrario. Con la mediazione, certo. Quella che ha tirato fuori al Senato quando ormai sembrava tutto perduto, attraverso un emendamento che “salva” il principio della responsabilità civile per i magistrati, su cui il Pdl era pronto a fare le guerre puniche, ma la rende “indiretta”. Insomma, per il governo, prima ci si dovrà rivalere sullo Stato, in caso di errore accertato e di condanna, e solo in una fase successiva lo Stato potrà rivalersi sul giudice che ha sbagliato “pignorandogli” fino alla metà dello stipendio.

In questo modo, la Severino ha smontato l'emendamento del leghista Gianluca Pini, che aveva reintrodotto la materia in commissione Giustizia, salvandone però la sostanza e il principio. Persino un falco della prima ora in temi di giustizia (ad personam) come Maurizio Gasparri, ieri ha dovuto ammettere: “Esprimo vivo apprezzamento per il parere votato con il quale é stato riconosciuto e difeso il principio della responsabilità civile dei giudici; il Pdl non rinuncia a questo principio”. In pratica, lo scoglio politico sul tema sembra superato, tanto che il testo dell'emendamento del ministro, una volta approvato, sarà poi recepito nella legge Comunitaria 2011. Solo che mentre al Senato si arrivava , faticosamente, a questa mediazione, alla Camera volavano stracci in aula sull'altro fronte caldo della giustizia, quella del ddl corruzione. Ieri erano di scena, come piatti caldi, la possibilità per i pubblici dipendenti di assumere incarichi dirigenziali se hanno fatto parte di organismi politici e quindi gli arbitrati. Ma non solo. In aula è stato chiesto al ministro Severino di rendere subito noti i pareri del governo in merito all'articolo 13 del provvedimento, quello contenente le norme penali. E il Guardasigilli, decidendo di “attendere di esporli in aula”, ha innescato una polemica molto forte tra i gruppi parlamentari (la Lega ha abbandonato l'aula per protesta) che si è sedata solo quando è stato deciso di accantonare un altro emendamento. Quello contenuto nell'articolo 10 e riguardante l' incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo in seguito a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Di Pietro aveva chiesto una modifica che decretasse l'incandidabilità da subito dei condannati senza aspettare la delega che dovrebbe arrivare dopo un anno dall'approvazione della legge; una norma “svuota Parlamento”, l'ha chiamata ironicamente qualcuno, perchè, se fosse stato approvato, molti parlamentari con la fedina penale non immacolata sarebbero stati considerati decaduti dal seggio alla firma della legge da parte del Capo dello Stato.

E' scoppiato un inferno, il Pdl è insorto e l'accantonamento è stato, alla fine, una necessità per poter proseguire la discussione. Ma c'è ancora tanto, troppo da discutere per pensare di poter finire entro la fine di questa settimana, come si è lasciata sfuggire la Severino prima di un consiglio dei ministri lampo di ieri sera che, comunque, ha autorizzato in via cautelare la fiducia possibile sul provvedimento. Restano ancora tutti da sciogliere i nodi sul “salva Ruby” e la rimodulazione della consussione, sul traffico di influenze e sulla famosa norma “salva trombati”, che verrà rispolverata in prima battuta domani pomeriggio alla riapertura della discussione in aula. Ma, ormai, par di capire che l'orientamento del governo sia quello di tagliare corto mettendo la fiducia sull'articolo 13 (la parte penale) e quindi su un maxi emendamento contenente tutta la parte civile. Solo così il ddl corruzione potrà vedere la luce rapidamente, ma la Severino non vuole strappi. A meno che non la costringano a farlo. Ma lo faranno.

Sara Nicoli - 06 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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