venerdì 8 giugno 2012

Il momento della verità (di Paolo Flores d’Arcais)

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Oggi si riunisce la direzione del Pd. Domani, su iniziativa della Fiom e di fronte ai quadri sindacali di fabbrica, Bersani, Di Pietro, Vendola, e la società civile di “Libertà e Giustizia”, “Beni Comuni”, “Alba”, MicroMega, ecc., incroceranno gli argomenti su come dare
rappresentanza parlamentare a chi oggi ne è privo, i lavoratori e il Terzo Stato. In altri termini, in due giorni, tutte le forze che si dichiarano (più o meno) di sinistra dovranno dare una risposta alle più urgenti e ineludibili questioni politiche. Perché anche traccheggiare o praticare lo slalom in stile doroteo costituirà una risposta: la peggiore.

Sembra che Bersani voglia proporre le primarie a ottobre (anche se D’Alema è contrario). Ma primarie di partito, cioè primarie fantoccio. Una miserabile resa dei conti tutta interna alla nomenklatura Pd, tra lui e il giovane/vecchio Renzi, in sostanza. Lo specchietto per le allodole potrebbe chiamarsi “primarie di partito aperte”. Un modo per evitare le primarie vere, di coalizione, in cui candidati dei partiti e della società civile si scontrerebbero ad armi pari, sotto il controllo di un comitato di garanti indipendente (come proposto dal prodiano Parisi e dal numero due della Fiom Airaudo).

Di Pietro e Vendola si piegheranno? O sulle primarie vere di coalizione porranno l’ultimatum, e se non le otterranno romperanno col Pd? Il tempo dei compromessi è finito, infatti. Le prossime elezioni le vince chi conquista la piazzaforte strategica dell’“antipolitica” (in realtà è così da Mani Pulite in avanti), l’establishment sta preparando le sue variegate destre camuffate, a sinistra siamo alla morta gora. L’immonda partecipazione Pd alla spartizione delle “autorities” indipendenti (sic!) ha regalato a Grillo e all’astensionismo qualche altro milione di voti.

Solo la Fiom ha ormai l’autorità morale per porre fine al cupio dissolvi della sinistra. Un sindacato ha il diritto di fare politica, fa politica la Confindustria, la fanno i banchieri, giustificarsi vorrebbe dire avere ingiustificabili complessi nei confronti di “lorsignori”. Ma oggi un sindacato come la Fiom, che battendosi per i diritti degli operai in fabbrica contro la tenaglia Marchionne/Berlusconi ha difeso i diritti costituzionali di tutti i cittadini, ha addirittura il dovere e il potere di fare politica. Esattamente come le Unions inglesi che un secolo e mezzo fa diedero vita al Labour Party. Rappresentando l’intero Terzo Stato, i suoi movimenti di lotta e di opinione. A meno di non pensare che Grillo (o in alternativa Monti) sia la soluzione.

Paolo Flores d’Arcais - 08 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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