Sprechi e truffe costano agli italiani quasi 300 milioni di euro. È il dato, ancora parziale, fornito dalla procura generale della Corte dei Conti. Se aggiungiamo il costo di 60 miliardi all’anno per la corruzione e i 140 miliardi di euro rubati dagli evasori, si arriva a una cifra da capogiro: 200 miliardi e 300 milioni.
Non ci sarebbe bisogno di sacrifici lacrime e sangue sempre per i soliti: disoccupati, precari,
lavoratori dipendenti e pensionati. Sprechi e truffe riguardano l’intero Paese. Dal ponte di Venezia alle mazzette che girano nelle camere ortuarie di Milano, dalle consulenze inutili soprattutto in Campania e Sicilia, agli sprechi nella Sanità un po’ ovunque.
La cifra parziale calcolata dalla Corte dei conti è di “293,632 milioni di euro”. Si leggono “fenomeni già noti di corruzione, di malasanità, di consulenze in violazione di norme”. Ma anche “abusi nella gestione del personale e omissioni nella riscossione dei tributi”. In Abruzzo, per esempio, le vertenze in corso riguardano soprattutto i contributi per i lavori post terremoto o “la mancata riscossione di contravvenzioni al codice della strada da parte di diversi Comuni”, grazie ad “amicizie” tra multati e funzionari pubblici.
D’altronde già nel 2009 l’allora procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristucci, aveva detto: “I sacrifici sono necessari ma basta con gli sprechi”. Aveva indicato in Regioni e Province i punti deboli. Nel 2012, l’annunciato taglio delle Province non c’è stato. Così siamo arrivati almeno a 300 milioni di euro di sprechi e truffe.
È a Venezia l’esempio di spreco massimo: il ponte della Costituzione, firmato dall’archistar Santiago Calatrava, ha causato un danno all’erario di 3,467 milioni di euro per colpa dei tanti scivoloni dei turisti: ci sono stati “comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori”. In Campania, citazione per un danno di 43 milioni di euro circa, in merito alla gestione del contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano.
A Firenze 50 milioni di euro di danno erariale per errori nella gestione del personale. In Emilia Romagna, a Casalecchio di Reno, per il sovra-prezzo e il sovra-dimensionamento di un palazzo Inail, 3,3 milioni di danno erariale. Non è mai stato realizzato, ma è costato 600 mila euro, un museo dell’immagine a Trieste. I soldi della Regione Friuli-Venezia Giulia e del Comune sono andati a una “nota fondazione di fotografie antiche”. A Genova c’è un parcheggio in pieno centro, Acquasola, sotto sequestro perché situato in un’area con vincolo storico. Per l’assalto cruento della polizia alla scuola Diaz, durante il G8 2001, la Corte dei conti del Lazio sta valutando “l’ipotesi di possibile danno erariale e all’immagine subita dall’Amministrazione per gli Interni”.
In Sicilia, si stanno monitorando presunti illeciti nella nomina di consulenti, per danni legati a dismissioni del patrimonio immobiliare, per l’assunzione di soggetti senza titolo. In Sardegna è in corso una valutazione del danno causato per l’acquisto, da parte di un ente pubblico, di imbarcazioni rimaste poi ormeggiate “essendo carente il personale per la conduzione dei mezzi”. A Torino è sotto processo l’ex patron del Grinzane-Cavour, Giuliano Soria, perché avrebbe rubato soldi pubblici destinati al premio letterario. In Molise è saltato il collegamento Termoli-Croazia, la società mista era irregolare. Danno erariale: 6 milioni di euro. C’è anche un maestro marchigiano che si è intascato il cibo destinato ai bambini di una scuola materna.
Il 5 febbraio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, il procuratore generale, Salvatore Nortola, ha denunciato gli sprechi nel settore sanità, che stanno avendo conseguenze drammatiche: tagli di personale, turni massacranti per chi resta, chiusure e/o rischio chiusure anche di reparti di eccellenza. E i ticket sono aumentati in media del 6% rispetto al 2011. Un’altra bestia nera sono i derivati venduti da banche spericolate ad altrettanto spericolate amministrazioni pubbliche: “'I rischi sono molti e imprevedibili”.
La Corte ha pure denunciato “la grave imprudenza nella stipulazione di contratti di finanza derivata”. Gli enti, ha ammonito, dovrebbero adottare “doverose iniziative volte alla risoluzione di contratti eccessivamente onerosi”, tanto più che possono fondare le loro decisioni sulle “notevoli aperture” sia del giudice ordinario, che può procedere alla nullità del contratto che, soprattutto, del giudice amministrativo. Altrimenti, “la condotta degli amministratori potrebbe essere censurata sotto il profilo della colpa grave”.
Raggiri e sprechi di soldi pubblici sono figli della corruzione che, ha detto il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, ha assunto una “natura sistemica. Oltre al prestigio, all'imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione".
Antonella Mascali - 11 febbraio 2013 -
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