mercoledì 14 novembre 2012

Tremate, i politici son già tornati


Esodati-pensionati: 2014 mors tua vita mea. 

Tremate, tremate: i politici sono già tornati. Ed hanno innescato la miccia di una guerra tra esodati e pensionati, un mors tua vita mea tra i due gruppi sociali che esploderà nel 2014. Miccia relativamente lunga, quanto basta ai politici per scavallare il 2013, anno di elezioni e poter quindi raccontare agli esodati la buona novella che diventeranno pensionati, senza
dover troppo spiegare ai pensionati, a quelli da 2,883,18 euro lordi al mese in poi, che le loro pensioni saranno bloccate per pagare quelle degli esodati appunto. Poi, tanto per gradire, i politici, i partiti si stanno inventando una tassa patrimoniale che ha la stessa natura e consistenza dell’ uomo nero delle favole e della fatina delle fiabe, serve a catturar voti letteralmente a destra e a sinistra. E infine hanno confermato l’orario di lavoro agli insegnanti, guai a chi lo tocca. Preferendo, piuttosto che vedersela con gli insegnanti-elettori, tagliare su ricerca e innovazione nella scuola, tanto scolari e studenti mica votano nel 2013.

E’ la legge di stabilità ed è tutta farina del sacco dei politici, dei partiti, del Parlamento. Quella scritta e presentata dai cosiddetti tecnici è stata integralmente smontata, cancellata e riscritta. Appunto dai politici. E’ la prima volta che avviene da un anno e stranamente nessuno l’ha notato con il dovuto rilievo. Finora, da un anno in qua, dal novembre 2011 era il governo Monti che scriveva i testi di legge o dei decreti e il Parlamento, insomma Pdl, Pd, Idv, Lega, Udc più o meno di malavoglia o più o meno convinti approvavano o facevano opposizione di testimonianza. Era un anno che i politici non scrivevano una legge, ebbene eccola qua: fresca e ornata di firma dei relatori Pdl e Pd.

La legge prevede, sancisce e scrive che altri diecimila e passa esodati potranno accedere alla pensione e costruisce un percorso normativo per cui altri potranno avere la stessa buona sorte. Sorte, quella di arrivare a una pensione anche se non se ne hanno i requisiti contributivi e anagrafici che a molti spetta per elementare e dovuta solidarietà sociale (l’essere rimasti senza lavoro e l’essere ancora lontani dalla pensione). Sorte che ad altri spetterà perché i partiti, praticamente tutti, hanno voluto riconoscere come una sorta di diritto acquisito l’aver sperato o programmato una pensione che poi la legge Fornero spostava nel tempo. Insomma un sacco, proprio un sacco di eccezioni alla regola. Scelta politica e non più solo dovere sociale.

Scelta politica messa, caricata sulle spalle di chi? Dei già pensionati a 2.883,18 euro lordi al mese, più o meno 2.200 euro netti. Da questa cifra in poi, da questo assegno pensionistico ricevuto a fine mese in poi niente più adeguamento della pensione all’inflazione dal 2014. Dal 2014 pensione bloccata, resa inerme di fronte all’inflazione per circa mezzo milione di pensionati. Con questi soldi si manderanno in pensione gli esodati. E perché dal 2014 e non da subito? Perché le pensioni superiori a tot volte il minimo Inps sono per il 2012 e 2013 già bloccate di fronte all’inflazione. Quindi a questi pensionati si imporrà un blocco almeno triennale dei loro assegni.

Tre anni di blocco, inflazione media poco sopra il 3 per cento: risultato erosione reale del potere di acquisto della pensione di almeno il 10 per cento. Ma verrà comunicato ufficialmente a fine 2013, dopo le elezioni. Per adesso si scrive che i soldi per gli esodati si prendono dai pensionati solo se non si trovano altrove. Ma questo “altrove” con tutta evidenza non c’è. I due tempi dell’operazione servono a prendere prima i voti degli esodati e a comunicare dopo ai pensionati quel che potrebbe far perdere i loro di voti. Pensionati e pensioni che nessuno almeno si azzarda a definire “d’oro”, la versione ipocrita in voga è “pensioni più ricche”. Con 2.200 netti al mese o 2.500 che siano si è ricchi? Si può e si deve tollerare una diminuzione del valore e potere di acquisto della pensione di almeno il 10 per cento? E perché allora non far pagare tutto alle pensioni “d’oro”, da cinquemila euro in poi? Perché sono poche e comunque già tagliate del 5 per cento sopra i 90mila euro, del 10 sopra i 150mila e bloccate anche queste rispetto all’inflazione già dall’agosto 2011.

Fin qui la legge di stabilità scritta dai politici dopo un anno di vacanza della politica. Legge che taglia i fondi per la ricerca e innovazione nella scuola ma salva l’orario dei prof, legge che cancella la mini diminuzione dell’Irpef su salari e pensioni, legge che stronca ogni tentativo di meno tasse in cambio di meno spesa. Poi verrà la patrimoniale e sarà “tre volte Natale”. O almeno così la raccontano a sinistra con l’eccezione di Matteo Renzi. Una patrimoniale che pagherà tutto, a partire dagli stipendi agli assunti dallo Stato, cioè più o meno tutti i precari come Vendola dice. Lo stesso Vendola che però vuole cancellare l’Imu sulla prima casa. Vendola sa che se dal patrimonio da tassare con la patrimoniale leviamo la prima casa quel patrimonio è più che dimezzato? Lo sa, ma finta di non saperlo.

Comunque per lui la patrimoniale è oggetto mistico più che fiscale. Fosse solo Vendola…La Cgil, tre quarti di Pd raccontano che con la patrimoniale si trovano un sacco di soldi. Lo sanno che per mettere una tassa sui patrimoni vanno prima trovati i patrimoni? Lo sanno, ma fingono di no. E fingono di non vedere che la patrimoniale c’è già: si chiama Imu ed è nella tassa sui depositi bancari e sulle auto e sulle barche. Case, depositi bancari, titoli finanziari, consumi di lusso, gli unici luoghi in cui il patrimonio emerge ed è tassabile.

Simmetricamente la destra racconta che non ci sarà la patrimoniale e neanche più l’Imu e neanche più Equitalia e neanche più la tracciabilità dei pagamenti…Ma non c’è bisogno di attendere con speranza o terrore: i politici, i partiti sono già tornati, la legge di stabilità l’hanno scritta loro, il governo dei tecnici stavolta ha fatto da notaio e spettatore. Con la guerra prossima ventura tra esodati e pensionati, con il niente mini calo dell’Irpef, con la scelta di tagliare la ricerca nella scuola pur di non toccare il calendario dei prof, stavolta Monti e soci non c’entrano. E’ tutta roba politica di genuina fonte politica, sono i partiti che tornano a governare, è il primo passo del loro ritorno. Quindi, tremate, tremate: i politici sono tornati, ancor prima delle elezioni.

Mino Fucillo - 13 novembre 2012 -
Blitz quotidiano
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