sabato 6 ottobre 2012

Se Celentano vota Grillo? I concerti di Adriano su Canale 5


UNO SHOW TOP SECRET DOVE POTRÀ FARE CAPOLINO LA POLITICA

La strategia del mistero non cambia. Adriano Celentano blinda (quasi) ogni anticipazione, perché lo ha sempre fatto e perché neanche lui sa con esattezza cosa dirà. Rock Economy andrà in onda lunedì e martedì prossimi. In diretta dall’Arena di Verona. Prima serata,
Canale 5. Teoricamente due concerti, di fatto l’ennesimo one man show dove tutto è possibile. E l’unica certezza è la polemica. Il titolo, palesemente, richiama gli spettacoli precedenti (in Rai). Rockpolitik andò in onda nel 2005. Piena era berlusconiana. Ci andò Michele Santoro, non accettarono l’invito Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. Sette anni dopo, Celentano focalizza l’attenzione sull’economia. Tema poco televisivo, ma che lo ha sempre attratto.
Storia di un precursore seriale
Celentano è un precursore seriale. Magari involontariamente, magari confusamente: ma precursore. Nella musica, Elvis nostrano che Fellini non poteva non notare subito. Nei temi ambientali, ragazzo della via Gluck e “figlio della foca”. Nelle derive predicatorie. E nell’essere un anti-casta ante litteram: ideologicamente friabile, ma istintivamente in grado di capire che qualcosa non andava. Nella gestione della spesa pubblica, nella morale della politica. Basta riascoltare, tra le tante, Mondo in Mi7 e Svalutation. Come si coniuga questo desiderio ostinato di analisi economica con il ritorno ai concerti? Celentano, anche se a volte può non sembrare, è anzitutto un cantante. Trasversalmente amato. Con un rapporto conflittuale con la dimensione live. Ha abbandonato i concerti, una prima volta, a fine Anni Settanta. Poco dopo Mina. Nel 1994 tornò sul palco, con una fortunata tournèe europea. Sono passati 18 anni. E il suo ritorno, musicalmente, qualche preoccupazione la suscita. L’attesa è innegabilmente alta. Celentano sa creare l’evento a prescindere. Anche quando sbaglia. I 22mila biglietti, per le due serate, sono andati esauriti in 48 ore. Prezzi variabili, da sopra i 100 euro all’euro simbolico. I bagarini, negli ultimi giorni, hanno agito diversamente: da 300 a 12500 euro. Cifre assurde, per persone che – oltretutto - potrebbero rimanere fuori dall’Arena, poiché sprovviste di biglietti regolari. Rock Economy sarà così divisa: settanta percento canzoni, trenta monologhi e dibattiti. Ogni serata durerà due ore. Il repertorio andrà dal rock’n’roll di fine anni Cinquanta all’ultimo disco. Un terreno sconfinato, che Celentano dovrà alternare ai momenti “politici”.

Impegnativo. Molto impegnativo. Celentano ha smesso con i tour perché non era il suo pane. A volte si dimentica i testi, in altri casi va fuori tempo. La sua cover de Il conformista di Gaber, in tivù, suonò affettuosa ma irrisolta. Idem il tributo a De Andrè (poi chiese scusa per gli errori durante La guerra di piero). Anche sei mesi fa, all’Ariston, si è rifugiato spesso nel brano rock in simil-inglese (lo fa, egregiamente, dai tempi di Prisencolinensinainciusol). Quando deve cantare un brano “vero”, e ne ha di splendidi, soffre. Si allena da agosto, prima ad Assago e poi a Verona. Durante le prove si diverte. Il doppio esame lo affascina. E con quella voce lì, e quel repertorio lì, può permettersi pure le stecche. Ma la sfida, a 74 anni, resta notevole. Con Celentano ci sarà un’orchestra di 18 elementi, diretta da Fio Zanotti. Ballerine, coriste. Un coro gospel (friulano). E Gianni Morandi, unico ospite musicale sicuro. Parteciperà a entrambe le serate, proseguendo il discorso avviato a Sanremo. Tecnologia d’avanguardia. Impianto audio da 100 mila watt, 800 metri quadri di schermi, 400 fari motorizzati per le luci, 130 motori e più di 300 tecnici. Tredici telecamere, di cui tre speciali e due aeree. La scenografia ricalcherà quella di un borgo, con bar e tavoli (clichè dell’artista). E qui si svolgerà l’altra parte dello show. Quella più temuta. Un terzo del programma sarà costituito da sermoni e riflessioni.

Bomba o non bomba? La tentazione c’è
Celentano ha verosimilmente avuto la tentazione di tramutare Rock Economy in una bomba (economica, politica) incendiaria. In parte ce l’ha ancora. Tessere le lodi dell’amico Grillo, che stima apertamente e di cui è una sorta di versione “1.0”, è scenario non improbabile. Due giorni fa, peraltro, è arrivato l’ulteriore appoggio di Mina. Uno spot grillino sulle reti Mediaset sarebbe uno sberleffo autentico, in pieno stile celentaniano. La tentazione sembra però quella di muoversi sotto traccia. Niente sobrietà: lo attesano gli spot criptici e l’atmosfera da fine del mondo: ricette della casa. Ma Grillo non ci sarà. Né personalmente (impensabile), né con un video (ma qualche spiraglio rimane). Ha declinato anche Dario Fo (“Non andrò mai in un programma Mediaset”). E sono state smentite le partecipazioni di Mina, Giuliano Sangiorgi, Franco Battiato e Jovanotti. Ci sarà invece Jean-Paul Fitoussi. Economista francese, docente alla Luiss di Roma, membro del Cda Telecom e del consiglio di sorveglianza Banca Intesa San Paolo. Un ospite colto. Non esattamente popolare. Apparentemente poco eversivo. Celentano ha però chiamato anche Rizzo e Stella, i giornalisti anti-casta per eccellenza. Impensabile che, dialogando con loro, rinunci a stoccate sull’attualità.

E lì, ancor più pensando al contesto berlusconiano, apparirà fuoriluogo. Demagogo. Qualunquista. “Antipolitico”. Esattamente ciò che vuole. Da ex democristiano bacchettone a fiancheggiatore grillista: semplificazione facile, ma calzante, per un’icona che non vede l’ora di ricominciare a provocare. Sempre ammesso che abbia mai smesso.

Andrea Scanzi - 06 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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