martedì 2 ottobre 2012

I tedeschi salvano i carnefici di Sant’Anna (di Giampiero Calapà)


LA PROCURA DI STOCCARDA, DOPO DIECI ANNI DI INDAGINI ARCHIVIA TUTTO: NESSUNO PAGHERÀ PER L’ECCIDIO

La Germania perde un’altra occasione per ripulirsi dal suo passato nazista. Il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema, nonostante le testimonianze e addirittura alcuni reo
confessi, non è successo nulla per cui valga la pena processare e punire qualcuno. “Non è giusto tutto questo, non c’è nessuna logica”, Cesiria Pardini, medaglia d’oro per aver salvato un bambino e due sorelle, a 86 anni non trova più neppure le lacrime: quel giorno a Sant’Anna di Stazzema aveva soltanto 18 anni.

Le Ss uccisero altre sue due sorelle e la madre. Dopo aver già negato l’estradizione dei condannati all’ergastolo dal tribunale italiano di La Spezia, ieri in Germania è stata messa la pietra tombale della giustizia su uno degli eccidi più orribile avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Nessun colpevole, nessun processo, per “insufficienza di prove”. Questo il risultato di dieci anni di inchiesta della procura di Stoccarda che ha archiviato tutto: 560 morti, di cui 107 bambini, trucidati per mano degli uomini della Sedicesima Panzergrenadier Division Reichsführer Heinrich Himmler Ss, finiscono definitivamente nel cassetto chiuso e polveroso dell’ingiustizia tedesca. “Mi sento di assicurare ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime che la Procura di Stoccarda ha fatto tutto il possibile per chiarire le responsabilità delle Ss. Anche qui sentiamo il peso delle nostre responsabilità e abbiamo investigato dal 2002 con grande interesse e impegno”, ha sostenuto ieri il procuratore capo Claudia Krauth.
Ma la Germania delude, da Stoccarda, dal palazzo, si registrano le parole imbarazzate del ministro della giustizia dello Stato del Baden-Württemberg, Rainer Stickelberger: “Sono consapevole che si tratta di una grave prova per i familiari delle vittime di questo crimine di guerra, ma le autorità inquirenti, pur di fronte alla gravità delle accuse, sono tuttavia tenute al rispetto del diritto e della legge”. Il punto di caduta dell’indagine di Stoccarda sarebbe non esser riusciti ad accertare con sicurezza che la strage sia stata un atto programmato ed un’azione di rappresaglia nei confronti dei civili. Insomma, sostiene ufficialmente la giustizia di Germania, le Ss sguinzagliate nella montagna toscana avrebbero anche potuto essere solo a caccia di partigiani. E la fucilazione dei civili, sostiene le procura di Stoccarda, potrebbe esser stata decisa a obiettivo militare fallito. Come se questa eventualità rendesse il crimine meno odioso, ma per la Germania – che non ha mai introdotto il delitto di strage e agisce solo per omicidio individuale o per concorso in omicidio – non può essere comprovata la partecipazione all’eccidio di tutti e diciassette gli imputati, otto dei quali ancora in vita. Come quel Gerhard Sommer condannato all’ergastolo, nel 2005 insieme agli altri nazisti imputati, dal tribunale di La Spezia.

Per Udo Gumpel, giornalista tedesco che ha parlato nel 2002 con uno dei responsabili dell’eccidio (sopra uno stralcio dell’intervista a Gerhard Sommer), “il buco nella legislazione che non prevede il reato di strage ha salvato dall’ergastolo decine di migliaia di militari nazisti”.

L’archiviazione è avvenuta proprio nello stesso giorno della morte di Shlomo Venezia, uno degli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, straordinario narratore dei terribili crimini nazisti. “Uno schiaffo alla giustizia”, Walter Veltroni commenta così l’epilogo alla Procura di Stoccarda: “L’archiviazione dell’inchiesta tedesca sulla strage di Sant’Anna di Stazzema è un colpo duro all’accertamento della verità giudiziaria e un gesto sbagliato che non fa onore a quel Paese. A Sant’Anna, come in tanti altri Comuni italiani, specie sull’Appennino tosco emiliano, nazisti e fascisti fecero sanguinose incursioni, uccisero civili, donne e bambini, cancellarono famiglie e comunità di contadini. Dopo decenni di oblio per il vergognoso e colpevole insabbiamento (quelle pratiche giudiziarie furono occultate in un armadio rovesciato contro un muro, l’armadio della vergogna), ora quella storia è stata ricostruita, i colpevoli individuati”.

Sempre dal Pd, il deputato Emanuele Fiano ha già annunciato che si rivolgerà direttamente “al presidente del Consiglio Mario Monti, perché s’impegni a verificare con la cancelliera Angela Merkel gli estremi per una riapertura dell’inchiesta sugli otto ex militari delle Ss” già condannati all’ergastolo dal tribunale di La Spezia. Durante quel procedimento alla sopravvissuta Cesira Pardini venne chiesto se avrebbe mai potuto perdonare: “Devono perdonare mia madre e le mie sorelle che non ci sono più, eventualmente. Non certo io”.

Giampiero Calapà - 02 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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