giovedì 13 settembre 2012

Tribunali dei Minori competenze quasi azzerate. Pdl: niente più adozioni né affidi (di Ferruccio Sansa)


Per quanto concerne la richiesta di audizioni la Commissione ha escluso di procederne allo svolgimento”. Due righe, nemmeno, una e mezza. È la risposta che la Commissione Giustizia del Senato ha dato all’Associazione Italiana dei Magistrati Minorili e della Famiglia.
Chiedevano di essere sentiti perché a Palazzo Madama si discute un disegno di legge che semplicemente svuoterebbe le competenze dei Tribunali dei minori. Via, più di metà del lavoro: niente più adozioni, affidamenti, decisioni sulla potestà dei genitori.

È tutto scritto nel disegno di legge presentato da Maria Elisabetta Alberti Casellati, senatrice veneta del Pdl. Avvocato. Una rivoluzione per la giustizia che si occupa dei soggetti più giovani – e più indifesi – che, però, sta procedendo spedita al Senato nel silenzio generale. Chissà, forse anche perché i minori non votano. I testi in materia presenti in Parlamento sono tre (ce n’è anche uno Pd), ma quello del centrodestra ha subìto un’accelerazione, potrebbe arrivare all’approvazione prima di fine legislatura.

Che cosa prevede il disegno targato Pdl? Luciano Spina, presidente dell’Associazione Italiana dei Magistrati Minorili, spiega: “In pratica tutte le competenze civili che oggi sono svolte dai Tribunali dei Minori passeranno a sezioni specializzate della famiglia e della persona da costituirsi presso i tribunali e le corti di appello. I tribunali per i minorenni perderebbero la competenza civile che significa, appunto, adozioni, affidamenti, decisioni sulla potestà dei genitori”. Insomma, il cuore del lavoro, oltre la metà dei compiti di un tribunale. Resterebbero soltanto le competenze penali. Ma soprattutto sparirebbe una delle grandi risorse della giustizia minorile: occuparsi di ogni aspetto della vita del minore, avendo come principale obiettivo il recupero della persona.

Una rivoluzione con molte incognite. Per esempio: “Scomparirebbero i giudici onorari, cioè quelli non togati. Nei Tribunali dei minori italiani ci sono circa 200 magistrati di carriera e 600 onorari. Sono medici, psicologi, assistenti sociali, insegnanti. Le loro competenze sono essenziali per tutelare i minori”.

Il motivo del terremoto? Difficile da dire. La riforma dovrebbe avvenire a “invarianza finanziaria”, cioè senza risparmiare un euro. Laura Laera, uno dei più esperti magistrati minorili italiani, commenta: “Se passasse questo disegno di legge sarebbe un arretramento culturale e storico. Con alti costi, economici e sociali. Perché la sinergia tra lavoro civile e penale sui minori consente di recuperare i ragazzi, di seguirli nel migliore dei modi”.

A scorrere i dati del Dipartimento della Giustizia Minorile e della fondazione britannica Howard League si scopre infatti che la tanto bistrattata giustizia italiana, pur tra tanti problemi, ha ancora delle eccellenze. In Italia soltanto 544 minori sono rinchiusi negli istituti di pena, mentre in Inghilterra sono 11.554. Qualcuno potrà sostenere che in Italia siamo più di manica larga, gli esperti soprattutto stranieri invece concordano che nel nostro Paese la prevenzione nei confronti dei minori funziona. Nonostante i tagli selvaggi, con tribunali di grandi città che hanno bilanci da poche migliaia di euro per le spese vive di un anno. Con magistrati che fanno collette per comprarsi carta, toner e, addirittura, per anticipare gli stipendi a impiegati.

Ma all’orizzonte si presenta la rivoluzione chiesta dagli avvocati. Tanto rappresentato in Parlamento. “E pensare – racconta un operatore – che il Piano Nazionale di azione per l'infanzia e l'adolescenza prevede il rafforzamento dei diritti dei minori e l'istituzione di un unico organo giudiziario per i minori e la famiglia. Con la riforma in discussione invece si andrebbe nella direzione opposta”. Aggiunge: “Le linee guida del 2010 del Comitato dei mnistri del Consiglio d'Europa indicano la necessità di un unico organico giudice in questa delicatissima materia”. Spina aggiunge: “All’estero guardano all’esperienza italiana come a un esempio e noi rischiamo di cancellarla”.

Intanto la Commissione Giustizia nega perfino un’audizione agli esperti che ogni giorno si occupano di questi problemi e vivono a contatto con i minori. Perché? “Dicono che ci hanno già ascoltato. Ma è stato tre anni fa, e riguardo a una questione molto più limitata”, replica Spina. La Commissione Giustizia deve davvero essere oberata di lavoro per negare perfino un’audizione.

Ferruccio Sansa - 13 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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