Ogni volta che uno scandalo travolge uomini del centrodestra, cioè sempre,dal centrosinistra si leva il solito vocìo: “Non siamo tutti uguali, noi non siamo come loro”. La qual cosa, talvolta, è vera: ma solo perchè l'indecenza del centrodestra tocca livelli così elevati da risultare fuori concorso. Il “non siamo come loro”
andrebbe tradotto in un più modesto “loro sono peggio di noi”. E' accaduto con le scalate bancarie, sponsorizzate da Forza Italia e Lega, ma anche dai vertici Ds. Con lo scandalo Tarantini, che portava la sue girl a Palazzo Grazioli nei giorni pari e al vicepresidente Ds della giunta Vendola, Frisullo, in quelli dispari. Con il caso Lusi. E con la vergogna della Regione Lombardia, dove ancora troneggiano Formigoni e i suoi 10 compari inquisiti, ma anche l'ottimo Penati, già braccio destro di Bersani (mai espulso dal Pd, ma solo “autosospeso”). Ora siamo alla Regione Lazio, anzi ci risiamo: nessuno nel centrosinistra, per quanti sforzi faccia, riuscirebbe mai a eguagliare le gesta di un Fiorito o i festini greco-romani di un De Romanis. Però il malvezzo di usare i 103 milioni all'anno di presunti “rimborsi” pubblici ai 17 gruppi consiliari per spese estranee alle attività istituzionali e promozionali, accomuna il Pd a tutti gli altri. Intanto perchè, diversamente dal sistema adottato dalle giunte Storace e
Marrazzo (chi ci tocca rimpiangere!), la Polverini ne ha affidata la gestione e la distribuzione all'ufficio di presidenza, senza più l'ombra di bandi pubblici. Sistema approvato da tutti i gruppi, di maggioranza e opposizione (ammesso e non concesso che questa distinzione abbia ancora un senso). Infatti c'è voluta la segnalazione della Banktalia sui movimenti sospetti dai conti Pdl a quelli di Fiorito, e il successivo intervento della Finanza, perchè lo scandalo venisse fuori: l'opposizione non c'era e, se c'era, dormiva. E incassava. Eppure la parola “rimborsi” dice tutto: chi vuol promuovere un'iniziativa, se la fa autorizzare e poi documenta le spese con tanto di ricevute e fatture e, se è tutto in regola, ottiene il rimborso. Qui invece è tutto rovesciato: i “rimborsi” piovono a cascata sui gruppi prim'ancora che sappiano che farsene, dopodichè, avendo un capitale a disposizione, s'inventano iniziative più o meno improbabili per spenderlo. E, se avanza qualcosa, lo tengono in cassa come plusvalenza. Magari lo investono pure. Esterino Montino, l'ineffabile
capogruppo del Pd che nulla sapeva e vedeva né del caso Marrazzo né del caso Fiorito, ha spiegato che l'acquisto di vini (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sangiovese) per 4500 euro all'enoteca Tuscia a spese dei contribuenti serviva per aiutare “i bambini in difficoltà”. Ora, a parte la stravaganza di ubriacare un bambino povero per evitare che gli venga fame, che c'entrano le attività caritatevoli con i rimborsi per i gruppi consiliari? Se uno vuol fare beneficenza, mette mano al portafogli: ma il suo, non il nostro. Poi ci sono le interviste a pagamento. Sentite Montino: “Non ci sono interviste a pagamento, solo alcuni consiglieri che han dato qualche migliaio di euro a tv locali per pubblicizzare le loro iniziative”. Cioè interviste a pagamento. E i 100 mila euro assegnati a ogni consigliere? “Non ci siamo mai dati questa cifra: 100 mila euro a testa è una sorta di parametro di riferimento a livello di Consiglio che non viene neanche rispettato, visto che in proporzione i gruppi piccoli prendono più di quelli grandi”. Cioè, se non sono 100, saranno 90 mila euro a testa. Un bel risparmio, non c'è che dire. E quando questa porcheria è stata decisa in Ufficio di Presidenza lui che ha fatto? “Abbiamo preso atto senza discutere. Tutti potevano intervenire, e nessuno l'ha fatto”. Perfetto. Ma attenzione: guai a sposare “il teorema Fiorito-Taormina secondo cui siamo tutti uguali”. Giusto, c'è la divisione dei compiti: chi ruba, chi tiene il sacco e chi fa il palo.
Marco Travaglio - 23 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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1 commenti:
Grande Travaglio!
Dammi il tempo di cercare di tornare alla normalita', almeno potro' seguirti di piu'.
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