Alla festa democratica: “Meglio turarsi il naso e stare con l’Udc”
Reggio Emilia
Dobbiamo scegliere se allearci con Casini o Di Pietro? Allora è un casino”. Qualcuno ci prova a buttarla in battuta, ma per la verità alla festa del Pd di Reggio Emilia l’aria è plumbea. I nuvoloni violacei, il vento gelido e la pioggia sottile ma insistente non aiutano. A desertificare
ancor più del solito le aree dibattiti di Campovolo, ai minimi storici di frequentazione, ci ha pensato Poppea (dopo i Caronte, Minosse, Scipione, adesso anche il maltempo ha il suo nome). E per gli incontri arrivano solo pochi evidentemente motivati. Nel confronto forse più gettonato della festa, Casini non ha esitato a mandare a dire a Bersani in casa sua che lui pensa all’alleanza dei moderati, che su Monti il Pd si deve chiarire le idee, che ci ha messo troppo a chiudere con Di Pietro e che comunque governare con Vendola è un problema. Un
comizio, e pure applauditissimo. Per capire se il gradimento per il leader Udc è davvero così alto, E allora la domanda che abbiamo posto ai visitatori della Festa ieri è stata proprio questa: va bene allearsi con Casini, o sarebbe meglio riconsiderare l’asse con Di Pietro, magari rincollando quella foto di Vasto che vedeva insieme il segretario del Pd, il leader dell’Idv e Nichi Vendola? Il pubblico di Reggio Emilia si tura il naso, come si diceva una volta, ma perlopiù sceglie Casini. Perché la politica è politica e di Di Pietro proprio non si fida.
Per qualcuno, però, è una scelta impossibile. Come per Nello, che ha 79 anni, è pensionato e una volta faceva “l’operatore cinematografico”. Ovvero, quello che mandava i film nei cinema. “È cambiato il mondo, sono cambiate le situazioni, eppure si continua con le questioni sbagliate - dice, sorriso disincantato, mentre spinge la sua bici - La patrimoniale l'hanno fatta? No. Le pensioni le hanno tagliate? Sì. E allora, sono tutte chiacchiere: io cominciavo a lavorare alle 8, la mattina, e andavo avanti fino alle 2, la notte, e adesso sono qui, a soffrire”. Approccio più pragmatico, per Edo, 44 anni, che lavora nell'industria: “Casini è un moderato, è una persona con cui un'alleanza si può fare. Di Pietro proprio no: cambia idea a seconda di come si sveglia la mattina. E allora, tutto il lavoro che si prova a fare poi si butta via”. Sulla stessa linea, Piero, 51 anni, operaio, che parla a macchinetta, con foga: “Non c'è un'alternativa tra Di Pietro e Casini? Allora, meglio Casini, perché è un moderato. A me gli estremisti proprio non piacciono”. Poi, resuscitando una certa ortodossia si lancia in una tirata contro la stampa: “E sì, lo dico da ex comunista: io sarei molto più rigoroso, non permetterei ai giornalisti di dire tutto quello che dicono. C'è troppa pressione mediatica, troppe notizie: bisognerebbe fare uno sbarramento e alcuni non si dovrebbero proprio far parlare”. È giovane e bionda Pamela (29 anni, di mestiere maestra) e a lei l’alleanza con l’Udc non va proprio giù: “Io Casini assolutamente non lo voglio. Qui oggi stanno parlando di gay e dintorni: come ci mettiamo d'accordo con lui?”. Di Pietro forse andrebbe meglio “ma anche pensare di accordarsi con lui è veramente duro. E poi, si sta autoescludendo” . Ha 15 anni Nicola, segue attentamente il dibattito, e sa cosa vorrebbe: Assolutamente scelgo Di Pietro. Secondo me, è meglio. Ma non sono in grado di motivarlo”. Basta rispostarsi un po’ con l’età (e con l’abitudine a seguire il partito) che il borsino cambia. Gabriele (65 anni, pensionato, ex lavoratore in fabbrica) non ha dubbi: “Casini io lo preferisco: almeno è un politico un po' più serio. Una volta ero comunista, ma dobbiamo vincere”. Secondo Gisella (48 anni, impiegata), è “una tragedia”: “Oh oh oh. Che brutta scelta che ci viene richiesta! Io un tempo ero comunista: Casini, assolutamente no, assolutamente non lo voglio. E neanche Di Pietro. Mi piace Grillo? Neanche un po’”.
Di nuovo, sale l’età e salgono le certezze. Bruno (66 anni, pensionato, ex autotrasportatore ) non ha dubbi: “Scelgo Casini. Perché con lui un'alleanza si può fare. Con Di Pietro no: ogni giorno ne dice una. Come adesso, contro Napolitano. Io seguo Bersani: perché secondo me lui è una persona molto seria”. Come a ogni festa che si comandi c’è anche chi è capitato per caso. “Sono qui in quanto amico di Mancuso, che sta parlando dal palco - dice Stephen, 29 anni educatore - ma non sono del Pd e non ci tengo a esserlo. Lavoro in un'associazione che si occupa di omosessuali. Se proprio devo schierarmi con qualcuno, lo faccio con Vendola”. Ernesto (56 anni, metalmeccanico) ritorna nei solchi più consueti della politica: “Io con Di Pietro un'alleanza non la farei mai. Troppo grillino. E poi pensa di essere Dio, pensa che se una cosa la dice lui è la Bibbia. Io lavoro in fabbrica dal '71 ed è ovvio che se devo scegliere qualcuno, intanto scelgo Vendola. Però poi ci vogliono i voti per governare: dobbiamo pensare al bene della nazione e dell’Europa, non solo della nostra festa, del nostro circolo. E Casini politicamente ci dà qualche garanzia in più. Non che non si creda Dio anche lui sul piano personale. Però noi dobbiamo governare, e per governare si deve mediare. Di Pietro non media con nessuno”. Sta a Ian, medico di 59 anni, che si definisce vicino a Sel, spezzare una lancia a favore di Di Pietro: “Meglio lui che - al di là del giustizialismo - almeno ha portato in politica il concetto che la legge è uguale per tutti”. Alla fine, mentre ormai la pioggia è battente e l’autunno si impossessa della kermesse arriva pure l’endorsement per Matteo Renzi: “Casini o Di Pietro? Nessuno dei due - dice Sergio che da pensionato fa “una bella vita” (parole sue) - e se devo scegliere, allora siamo nei casini. Non mi convince neanche Bersani. Meglio Renzi”.
Wanda Marra - 02 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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