sabato 9 giugno 2012

RAI TARANTOLATA (di Carlo Tecce)

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Monti mette i tecnici nel servizio pubblico e affida a loro la cassaforte della tv di Stato, estromettendo i partiti

Il primo incidente in viale Mazzini è una pronuncia arrangiata: “Chi sono?”, dicono i dirigenti più anziani. Sono Anna Maria Tarantola per la presidenza, Luigi Gubitosi per la direzione generale, i tecnici che il governo ha ufficialmente indicato per la Rai. Mario Monti spedisce i
commissari in Rai, matrice banchieri illustri e cattolici aderenti al Vaticano, ma la televisione non li conosce. Il direttore di Rai4 Carlo Freccero li definisce “alieni”, scherza mica tanto: “Bisogna verificare se guardano la tv”. Amici di Monti, non ostili alla destra e non familiari alla sinistra: la Tarantola è vicedirettore generale in Banca d'Italia; Gubitosi è un dirigente di Merrill Lynch - Bank of America, ex amministratore delegato di Wind e un passato ventennale in Fiat. Il consigliere in quota Tesoro è un funzionario di viale XX settembre , si chiama Marco Pinto.
Il premier ha annunciato modifiche gestionali che non richiedono riforme della legge Gasparri: il governo scippa la cassaforte ai politici e consegna al presidente la procura di firmare i contratti sino a 10 milioni di euro (anziché 2,5), appalti e società saranno esclusiva di Tarantola e Gubitosi senza passaggio e votazioni in Cda.

Monti ha condotto un'operazione in solitario, tranne qualche piccola consultazione con il ministro Corrado Passera e il sottosegretario Antonio Catricalà: aveva un elenco controverso, accorciato e corretto in nottata, e ancora in mattinata e infine nel Consiglio dei ministri, prima di superare la frontiera dei partiti.

Nessuno ha fiatato. Il Partito democratico resiste con l'indifferenza che il segretario Pier Luigi Bersani giura di mantenere: “Non avremo nostri rappresentanti in Consiglio d'amministrazione”, però i democratici potrebbero votare il presidente Tarantola in Commissione di Vigilanza perché l'elezione prevede una maggioranza qualificata. Il direttore generale non è materia (diretta) per i partiti, Monti li ignora mostrando il pacchetto pronto e traduce a suo modo le regole: la carica più pesante in viale Mazzini va proposta dal Tesoro selezionando un nome nella rosa inviata dal Cda. Il premier ha anticipato i tempi, imponendo di fatto la scelta di Gubitosi.

Il Pdl s’accontenta di aver pranzato ampiamente in Parlamento con i commissari per l'Autorità garante per le Comunicazioni, anche se il presidente Marcello Angelo Cardani (Bocconi) non convince i berlusconiani più agguerriti.

Quando Monti si presenta in conferenza stampa per snocciolare le candidature, chissà se pescate fra i curricula ricevuti (“Ho valutato anche quello di Santoro”, precisa il professore), lentamente i partiti cominciano a inondare le agenzie con comunicati abbastanza prudenti. Giustamente attendisti: il piatto ricco viene servito in Vigilanza, Pdl-Udc (e forse Lega) possono dividersi a piacere le poltrone a disposizione per il Cda (e la facoltà di investire i direttori di canali e telegiornali). Chi è fuori, sempre, accusa il governo: “Le decisioni di Monti confermano la paura del presidente del Consiglio di essere abbandonato definitivamente dai poteri forti. Ma è mai possibile che - dice Antonio Di Pietro (Idv) - non si riesca a fare una nomina selezionata dal basso, dal popolo degli utenti, dai cittadini, dai veri fruitori del servizio pubblico? Che c'entrano i poteri forti, il mondo delle banche con l'informazione?”. Monti ringrazia la coppia in uscita, Paolo Garimberti e Lorenza Lei, e benedice se stesso: “Tarantola e Gubitosi daranno equilibrio e tranquillità, non saprei dire se possiedono un televisore (replica a Freccero, ndr), ma posso garantire che sono indipendenti. Questa non è una prova di forza, ma di buon governo”.

In viale Mazzini fanno notare che una continuità (o una tradizione) è comunque confermata. La cattolicissima Lorenza Lei viene sostituita da un uomo vicino all'Opus Dei, così tanto che Pippo Corigliano, scrittore e portavoce del movimento, presentò il suo libro con Gubitosi al prestigioso palazzo Altieri: Un lavoro soprannaturale: la mia vita nell'Opus Dei. Di Garimberti si conosceva soprattutto la passione sportiva e specificamente per il tennis, della Tarantola si possono raccontare le amicizie vaticane. Ecco, stavolta Monti ha espulso simbolicamente i partiti dall’imperdibile riffa per i posti seduti, ma il Vaticano s'accomoda in grande stile fra quelle stanze che già comanda. E dunque il premier avverte i politici: “Cercate di trovare i vostri rappresentanti con criteri di indipendenza”. La politica esala respiri enigmatici. Ondeggiante il Pdl: Raffaele Lauro dice “eccellente”, Alessio Butti aggiunge nessun “pregiudizio”. Paolo Gentiloni (Pd) festeggia lo spirito Banca d'Italia che s'insinuerà fra la televisione pubblica. Il defunto Terzo Polo elogia con sobrietà. E mentre in viale Mazzini si chiudono i cancelli di ferro, e Garimberti e Lorenza Lei preparano gli scatoloni risucchiando i fantasmi di Mauro Masi e Augusto Minzolini, in questo preciso momento, la televisione pubblica viene affidata a due tecnici cattolici che – ridacchiano i politici – chiederanno un immediato aiuto. Per capire dove s’accende la luce.

Carlo Tecce - 09 giugno 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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