POLITICI, CORRUZIONE E SPRECHI MA C’È ANCORA DA SPERARE
"La sfiducia non è mai costruttiva. Il capo dello Stato ha il dovere di ricordarlo pubblicamente, così come il presidente del Consiglio è tenuto a dire che la politica è
importante, che ci vuole. Se poi quando vanno a letto hanno pensieri meno speranzosi, questo lo sanno solo loro. Io so solo che dobbiamo provarci, la partita in gioco è molto seria”.
Il politologo Giovanni Sartori ha appena ascoltato il discorso del presidente Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato parla del pericolo dell’antipolitica, proprio nel giorno in cui Sartori, sul Corriere della Sera si è esercitato sull’evoluzione di partiti: da leggeri a liquidi. Hanno cambiato anche nome, sono diventati “movimento” perché “il rifiuto della politica è così profondo da costringere i partiti a non chiamarsi tali”.
Professore, c’è qualcosa di cui vergognarsi a chiamarsi ‘partito’?
La sfiducia è giustificata da partiti che non meritano fiducia. Se vogliono riconquistarla, si devono ripulire: uno degli aspetti più infelici dell’ultima fase politica è l’estrema, vergognosa corruzione. Siamo a livelli mediorientali.
Tutti uguali, come dice Beppe Grillo?
La sua è un’antipolitica terra terra, è chiaro che ci sono le dovute differenze. Ma i partiti sono screditati dallo sperpero di soldi, dagli affari privati. Ne hanno fatte di cotte e di crude. Bisogna valutare caso per caso, ma nel colpo d’occhio generale finiscono tutti nella stessa melma.
Bersani è corso ai ripari: ha presentato la proposta del Pd per il dimezzamento dei rimborsi elettorali. Troppo tardi?
Non è mai troppo tardi. Bersani ha fatto bene, il problema è che non so se basta. Io non credo che i partiti possano vivere d’aria, hanno bisogno di risorse per funzionare. Ma servono una disciplina e delle sanzioni pesantissime: si deve andare in prigione anche se si prende un solo euro in più.
Una proposta (decisamente vaga sulle sanzioni) l’avevano fatta anche “Abc” ma non ha funzionato. Non è che la sfiducia nella politica nasce anche da questa strana maggioranza?
Diciamo le cose come stanno: siamo in una recessione simile solo a quella del ‘29. I partiti dovevano prendere misure altamente impopolari, significava perdere voti, per questo si sono affidati ai tecnici, a persone che non hanno problemi di consenso, tanto poi se ne tornano a casa.
I sondaggi però dicono che la lista Monti vincerebbe le elezioni. E che Grillo farà l’exploit.
E io non lo escludo affatto. Grillo è dato all’8 per cento, ma con mezzo elettorato che è indeciso su chi votare o pensa di astenersi, il suo è un serbatoio di voti potenzialmente enorme. Lui è bravo, riesce a mobilitare. Monti invece nell’ultimo periodo sta commettendo qualche errore.
Per esempio?
Bè, il primo è stato quello di occuparsi dell’articolo 18: non vedo perché si sia impelagato in questa situazione impossibile da risolvere. E poi, secondo me, viaggia un po’ troppo. È bravo, onesto, competente, è già stimato in tutto il mondo. Con tutti i guai che abbiamo, non capisco perché lo fa.
Resterà fino al 2013?
Sarebbe un disastro se non succedesse.
Berlusconi sostiene che il Pd vuole votare a ottobre perché così ha la vittoria in tasca.
Se i partiti ringalluzziti volessero far cadere il governo Monti sappiamo già come andrebbe a finire. Monti va dal Capo dello Stato che inizia le esplorazioni dovute, per vedere se c’è un altro governo possibile (e credibile). Poi, siccome non lo trova, si va alle elezioni anticipate.
E vince il Pd?
Per ora so solo che chi vince ha la maggioranza assoluta, perché grazie alla stupidaggine dei partiti abbiamo ancora la stessa legge elettorale.
Il porcellum...
Che assegna un premio di maggioranza enorme. A quel punto, se Monti ci pensa, può benissimo presentarsi al voto. E sarebbe anche legittimato.
Paola Zanca - 26 aprile 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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