mercoledì 6 febbraio 2013

Berlusconi restituisce l’Imu. Il guaio è che se vince lo fa davvero


Se vince lo fa davvero. Non si tratta di vuota demagogia e di declamazione al vento come dice Pier Luigi Bersani, di corruzione/compra vendita ad usura dell’elettore come afferma Mario Monti. State sicuri: he se Silvio Berlusconi riuscirà a spuntarla e a tornare al governo l’Imu 2012 sulla prima casa la restituirà sul serio e, insieme, l’abolirà per gli anni a venire. State sicuri, lo farà, manterrà la promessa. Ma non state sereni, neanche un po’: restituzione e
abolizioni dell’Imu non saranno un affare, saranno un guaio. Non ci credete? Un guaio recuperare, farsi restituire alcune centinaia di euro a famiglia? Sì, se per quelle centinaia che entrano sono migliaia gli euro che se ne vanno. Ed andrà proprio così se Berlusconi vince e mantiene la promessa. Andrà come è già andata dal 2008 al 2011: pochi, maledetti e subito in tasca e di più stramaledetti e da sborsare subito dopo.
Restituirò l'Imu... ahahah...!!!
Dice il Cavaliere che i fondi arriveranno dall’accordo fiscale con la Svizzera. Per restituire l’Imu 2012 e ovviamente non far pagare quella 2013 limitatamente alla prima casa servono circa otto miliardi. Renato Brunetta a nome e facendo di conto per Berlusconi calcola: 100 miliardi abbondanti in Svizzera di capitali italiani esportati illegalmente, accordo per far loro pagare almeno il 15%, ci siamo, eccome se ci siamo. Però l’accordo non c’è e, anche se ci fosse, prima che i soldi svizzeri materialmente arrivino ci vogliono anni. Ma Berlusconi restituisce quattro miliardi a marzo “con il primo Consiglio dei ministri” e altri quattro non li incassa a giugno. E allora come fa?

Allora i soldi per finanziare la promessa elettorale qualcuno dovrà metterceli. Brunetta-Berlusconi dicono che saranno anticipati a debito. Debito con relativi interessi. Altri debiti e anticipazione il novello governo Berlusconi dovrà contrarre per finanziare tutte le sue promesse: dalla cancellazione dell’Irap all’abbassamento dell’ aliquota massima e media dell’Irpef. Ammesso e per nulla concesso che Berlusconi e Maroni e Storace e Grande Sud e tutti gli alleati in coalizione riescano a tagliare la spesa pubblica di decine e decine di miliardi l’anno, loro stessi hanno calcolato una escalation di tagli di spesa fino ad 80 di miliardi, mentre questo risparmio avviene qualcuno dovrà anticipare le tasse che non si incassano. Insomma il governo italiano dovrà andare sul mercato a chiedere più di quanto adesso non chieda. Se non chiede soldi ai contribuenti li deve chiedere al mercato finanziario.

Ma se si contraggono nuovi debiti e ci si mette ad abbassare le tasse sul patrimonio, succede che chi ti deve anticipare i soldi si fida di meno, molto meno. All’inizio ti chiede interessi più alti, poi più alti, poi non ti dà più un euro. E non è che a quel punto se ti metti a stampare lire hai risolto, quelli, i mercati, ti valutano la lira carta straccia con la quale fatichi eccome a comprare. Un film già visto, lo stesso film andato in scena tra il 2008 e il 2011, persino con gli stessi attori. Allora fu l’Ici a sparire, la spesa pubblica a montare come panna, furono le tasse a non torturarci e… in cambio gli italiani ottennero uno spread stellare. Dice: e a noi che ci frega dello spread? Berlusconi ha detto che è “imbroglio”, un po’ lo hanno detto anche Grillo e Ingroia. Insomma uno normale, un cittadino comune lo spread in portafoglio mica ce l’ha.

E invece sì, ce l’ha eccome il famoso signor Rossi lo spread in portafoglio. Se l’Italia abbassa le tasse sul patrimonio invece che quelle sul lavoro, se va sui mercati a chiedere soldi per dare, ridare ad ogni famiglia centinaia di euro che non fanno nè impresa e neanche prodotto ma solo consumo o patrimonio, allora per l’Italia e dentro l’Italia diventa più cara la merce denaro perché i tassi di interesse si alzano. Più cara la merce denaro vuol dire un sacco di cose negative ma soprattutto una: le aziende grandi e piccole non creano posti di lavoro, anzi. All’Italia con quasi tre milioni di disoccupati servono posti di lavoro non restituzioni dell’Imu. Facciamo prova ed esempio: buoni i 700 euro di Imu restituita, anzi ottimi. Ma valgono il figlio disoccupato o il non rinnovo del contratto sia pure precario? Difficile da vedere a prima vista e anche alla seconda occhiata, ma quelle centinaia di euro che tornano non sono un affare, sono un guaio.

All’indomani della clamorosa promessa, quella che Daniela Santanché aveva annunciato come capace “di cambiare le sorti delle prossime elezioni”, tutti si sono affrettati a dire che le promesse berlusconiane sono false, promesse elettorali che alla prova dei fatti non troveranno attuazione. Una sensazione e un giudizio certo non campati per aria. Di promesse fatte agli elettori dal Cavaliere e mai mantenute sono pieni gli archivi. Non va però dimenticato che di promesse, Berlusconi, ne ha anche mantenuta qualcuna. Promise, appena 5 anni fa, di abolire l’Ici sulla prima casa. E lo ha fatto. La questione, almeno in questo caso, non è se l’ex premier manterrà la promessa, perché certo la manterrà. Il problema è invece a che prezzo lo farà. Il prezzo dell’Ici, e della politica dell’ultimo governo Berlusconi, è la crisi che quel governo ha mandato a casa e le tasse che il successivo governo Monti ha messo. Compresa l’Ici tornata col nuovo nome di Imu.

Gli italiani, sulla prima casa, hanno pagato in media circa 278 euro a testa di Imu. Dal mantenimento della promessa di abolizione dell’odiata tassa gli italiani otterranno quindi qualche centinaia di euro di rimborso in tasca per l’anno 2012, e una spesa in meno per il 2013. Ottima cosa se davvero ci fossero i fondi per farlo. I fondi però non ci sono, e Berlusconi per primo lo sa, vanno quindi ‘inventati’. Nei piani del Cavaliere quegli 8 miliardi necessari a sanare il danno passato ed evitarlo l’anno prossimo dovranno arrivare dall’accordo fiscale con la Svizzera.
Poniamo anche che questo accordo si concluda, e se Berlusconi tornerà al governo certo si concluderà visto che sarà lui a decidere, e dimentichiamo anche le questioni etiche, l’anonimato che verrebbe garantito agli evasori fiscali.

Tralasciamo anche perché Berlusconi agli evasori ha subito dopo promesso anche il condono fiscale tombale, insomma via l’Imu per tutti e condono libera tutti per gli evasori. Tralasciamo se l’accordo in questione sia giusto o meno, anche al netto di tutto ciò i soldi, materialmente, ci metteranno più o meno 36 mesi per arrivare nelle casse italiane. Mesi che però il nuovo governo non avrebbe e non avrà a disposizione: l’Imu andrebbe restituita subito e già a giugno, se non viene abolita, gli italiani dovranno versare l’acconto per la scadenza 2013. Si dovrà quindi, per forza di cose, ricorrere ad un prestito. L’Imu, la sua abolizione, non è però la sola costosa promessa del Cavaliere. Tra questa e l’Irpef da abbassare, senza dimenticare l’Irap da cancellare, il conto fatto dallo stesso Berlusconi per le sue promesse oscilla tra gli 80 e i 100 miliardi di euro in 5 anni.

Nulla ci sarebbe di male nel prendere questi soldi in prestito. Tutti gli Stati, chi più chi meno, di prestiti vivono. Ma se si richiedono sempre più prestiti, e si aumentano quindi debito ed interessi, per mantenere un equilibrio bisogna di pari passo ridurre la spesa pubblica. Una verità semplice, talmente semplice che non vale solo per gli Stati ma anche per gli individui. Se Mario Rossi guadagna 1000 euro al mese e ne paga 200 di mutuo e 800 ne spende per vivere, per comprare la macchina a rate di 100 euro al mese ha di fronte due scelte: o aumenta le sue entrate o spende meno per vivere. Altra via non c’è, l’unica alternativa è il fallimento.

Con le promesse di Berlusconi l’Italia dovrà comprare la sua macchina a rate, contanti non ne ha. Improbabile credere che aumenterà le sue entrate, cioè che la nostra economia cresca in modo deciso e quindi, per onorare le suddette rate, dovremmo ridurre la nostra spesa. E questo Berlusconi non lo farà. E non lo farà perché non vuole e non è capace di farlo così come i suoi molti anni di governo dimostrano. E allora gli italiani si troveranno in tasca 500/600/700 euro in più. Pochi maledetti e subito. Euro che spingeranno qualcuno a votare per il Cavaliere ed euro che faranno sorridere molti che li incasseranno. Arriverà però, qualche mese dopo, il conto. Conto che sarà di denaro più caro, più caro per l’Italia che sui mercati si dovrà finanziare e più caro per gli italiani che troveranno aumenti nelle bollette, nei conti in banca, nei mutui e meno lavoro. Più caro perché senza riduzione della spesa e con debito in crescita sui mercati torneremo poco affidabili, come chi prende prestiti e non è detto che possa pagarli. Inaffidabile che sui mercati significa spread sempre più alto. Esattamente il copione che ha portato Monti a palazzo Chigi e l’Italia sull’orlo del famigerato baratro.

Nella sua conferenza stampa il Cavaliere ha citato Maffeo Pantaleoni: “Anche un imbecille è in grado di inventare nuove tasse, soltanto chi è intelligente sa ridurre le spese”. Parafrasando si potrebbe dire che anche un imbecille sa che i soldi non li stampi come quelli del Monopoli, non c’è bisogno di grande cultura e intelligenza per sapere che il denaro ha un costo e un prezzo. Ma la grande ricetta di Berlusconi, Imu restituita agli italiani, è che la Bce stampi moneta proprio come quella del Monopoli, altrimenti, minaccia, gli italiani tornano alla lira. Davvero un ottimo affare: mille euro in meno all’anno di Imu da pagare, mille euro in tasca di più e in tasca lire che valgono la metà di quanto valevano gli euro. Anche un imbecille sa fare il calcolo, o no?

Alessandro Camilli - 04 febbraio 2013 -
Blitz quotidiano
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