Narrano che stia con lo sguardo fisso sui maxi schermi che mandano a ciclo continuo vecchi filmati del suo ventennio: dalla discesa in campo alla salita sul predellino. Gigantografie tridimensionali, con tanto di sottofondo musicale del meno male
che Silvio c’è.
Ma è un amarcord senza speranza. Disegna con passo nervoso grandi cerchi, ma non trova più la rotta per la rentrèe.
Da questa estate ci sta provando fitto: farò il presidente, cambierò tutto, usciremo dall’euro, toglierò le tasse, riconoscerò le coppie di fatto, gay comprese.
Nella satira di se stesso, ogni giorno ne tira fuori una. Ma non funziona. Il sondaggio non decolla e lo schiaccia come un macigno.
Neppure la recita natalizia della fidanzata in bianco davanti alla chilometrica tavolata apparecchiata swarovski gli ha riconquistato le famiglie-cartolina.
Neppure la foto col cagnolino carlino pare abbia entusiasmato tanto i fan-club degli animali.
Continua a baloccarsi col sondaggio il Cavaliere, ma sembra – il suo – un invito alla tombola degli sfigati.
Sempre più livido ormai erra da uno studio televisivo all’altro alla ricerca della ridondanza mediatica.
Non imbambola! Anche se gioca al ribasso, anche se si accontenterebbe di far solo il ministro del suo successor da lui designato: un Angelino che appare però sempre più imbarazzato e defilato.
Sembrerebbe proprio che stia calando il sipario sul volto cerato e scaduto del Cavaliere nero.
Maria Mantello - 7 gennaio 2012 -
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