giovedì 13 dicembre 2012

Brutto figlio d'ossimoro. Tu e tua sorella (di Rita Pani)


Non vorrei dire nulla, ma son giorni difficili, passati a farmi mille domande senza trovare risposta, e guardando alla storiella italiana, sempre con la convinzione che poi, nella migliore delle nostre tradizioni culturali, quelle che ci tramandiamo da padre in figlio, e che ci hanno
fatti grandi come siamo, prima o poi salterà fuori qualcuno a dirci: “Sorridi! Sei su scherzi a parte.”
Poi c’è chi mi dice, di star tranquilla, di non preoccuparmi perché nulla sembra reale, anzi, fantascientifico e quindi perfettamente aderente alla realtà, per cui alla fine non accadrà nulla perché tutto è già accaduto.
Io invece son qua e sono preoccupata, perché è davvero grave quel che ho fatto, e che mi ha portato tanti guai. Al termine di lunga indagine, pare che io abbia non solo diffamato una persona – fatto già di per sé grave – ma peggio avrei diffamato un partito politico.
Ora il problema è che l’avrei diffamato dandogli dell’ossimoro.

Badate bene, non ho scritto: “Brutto figlio di ossimoro!” Ho scritto: “è un ossimoro.”

Come dovrei difendermi?
È possibile difendersi da un’accusa del genere?

Vado a colpi di Zingarelli o Devoto Oli?

E se mi rinviano a giudizio per aver diffamato mezzo mondo, e pure quell’altro… chi mi garantisce che chi mi giudicherà sappia cosa vuol dire ossimoro.

Fino a ieri pensavo che il problema stesse nella poca conoscenza della Costituzione Italiana, oggi mi viene il dubbio che magari c’è gente che la Costituzione l’ha pure letta, ma non l’ha capita. In fondo, c’erano scritte tante parole difficili.
Parole come democrazia, diritti, lavoro, cittadini … roba che non si può nemmeno abbreviare scrivendo un SMS.

Mi sa che son fregata.

Rita Pani (APOLIDE ASSAI) - 12 dicembre 2012 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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